Autori: Andrea Vergani e Piergiuseppe Donadoni
Montecarlo è stato un fine settimana piuttosto deludente in casa Mercedes, tuttavia, gli uomini del team campione del mondo avevano già previsto una non scontata adattabilità della W13 alla pista monegasca. “Nel terzo settore del Montmelo abbiamo fatto molta fatica, soprattutto con le posteriori che tendevano a surriscaldarsi.” aveva fatto sapere Toto Wolff, che poi ha continuato – “Non ci aspettiamo di essere molto competitivi a Montecarlo, anche se sono davvero curioso di vedere a che punto siamo”. Previsione più che azzeccata.
La W13 ha cambiato completamente le sue caratteristiche con le novità portate tra Miami e Spagna
La W13 era una vettura che fino a Miami perdeva pochissimo terreno nelle curve a bassa velocità mentre era molto lenta in quelle di medio-alta e alta velocità a causa del fastidioso e problematico saltellamento aerodinamico. Lo stesso Lando Norris si era cosi espresso dopo il Gp statunitense, quarto appuntamento del mondiale: “Sin dal primo giorno, la Mercedes è stata una delle migliori monoposto nelle curve a bassa velocità, quindi mi aspetto possano andare molto forte a Montecarlo”.
Tuttavia, con il nuovo pacchetto introdotto in Catalogna, la W13 ha cambiato completamente pelle e Norris, di certo, non poteva saperlo. Tutto d’un tratto, la vettura guidata da Lewis Hamilton e il buon George Russell è diventata molto forte nelle curve veloci, come la 9 (La Campsa) del Montmelò, e in rettilineo, perdendo tutto il vantaggio nel lento con una coperta ancora piuttosto corta, nonostante il passo in avanti, “ma certamente maggiormente sviluppabile” ci ha fatto sapere un ingegnere del team.
L’aggiornamento di Barcellona, con un fondo molto ridisegnato nella parte superiore (visibile) ma ancor di più in quella inferiore, meno visibile, con soprattutto una diversa geometria dei tunnel, ha spostato completamente il bilanciamento della vettura anglo tedesca con l’obiettivo di risolvere il saltellamento aerodinamico.
Analizzando le telemetrie tra Bahrain e Barcellona, si può vedere molto bene quanto sopra scritto. Il team campione del mondo è passato da un deficit in rettilineo, ad un vantaggio di 6 km/h nel caso della qualifica in Spagna.
Miglioramenti dovuti ad una maggior potenza delle seconde unità ma non solo; l’aver potuto utilizzare altezze da terra più consone e ottimizzate ha tolto una gran parte dell’extra resistenza all’avanzamento evidenziata nei primi appuntamenti stagionali.
Un discorso simile va fatto per le curve ad alta velocità, dove la W13 prima soffriva molto a causa del saltellamento aerodinamico mentre ora si trova ad essere finalmente molto competitiva.
Invece, la bontà nel lento è scomparsa, guardando il confronto tra Bahrain e Spagna e soprattutto sentendo le dichiarazioni dei principali protagonisti nel pre Montecarlo GP.
Mercedes ha allontanato l’innesco del porpoising ma ancora non può ammorbidire troppo l’assetto
Se in Spagna la W13 non ha di certo sofferto di saltellamento, a Montecarlo è nuovamente apparso, seppur di diversa natura rispetto al famoso ‘porpoising’ che ha messo in estrema difficoltà il team anglosassone nella prima parte di stagione. La W13 ha infatti ancora delle difficoltà con la gestione della stabilità verticale, questo il motivo dell’eccessivo ‘bottoming’.
“A Barcellona avevamo un buon ritmo di gara, anche se sappiamo che c’è ancora molto lavoro da fare per ridurre il distacco da Red Bull e Ferrari. Monaco è un circuito accidentato e abbiamo lottato con l’impostazione dell’auto, non riuscendo ad avvicinarci all’assetto ideale come in Spagna. Questo ha influito sulla fiducia dei nostri piloti.”, ha spiegato Shovlin. Con le novità portate in pista, Mercedes riesce ora a far lavorare la vettura più vicina al suolo senza innescare il porpoising, tuttavia non ha la possibilità di ammorbidire troppo la parte meccanica per poter far progredire la W13 nel lento, con una finestra di setup che è rimasta ancora piuttosto piccola.
Lo stesso Lewis Hamilton ha commentato la situazione parlando di una “vettura che ha rimbalzato parecchio sui dossi; questo non è il rimbalzo aerodinamico che abbiamo avuto nella prima parte del mondiale ma è dovuto al fatto che abbiamo settato la macchina molto vicina al terreno e con una meccanica molto rigida”. Tuttavia, a Brackley c’è la convinzione di poter migliorare il funzionamento della W13 senza portare nuove importanti parti, ma lavorando sull’assetto e aumentando la conoscenza della vettura. “Baku potrebbe presentare sfide simili. Cerchiamo di migliorare in modo da poter avvicinare la vettura alla sua finestra ideale, ma sappiamo che oltre alle prestazioni di base della vettura, dobbiamo anche assicurarci che la vettura si comporti meglio su un’ampia varietà di circuiti” ha affermato l’ingegnere Andrew Shovlin.
Dopo i buoni risultati della Spagna, Mercedes non vuole ancora abbandonare la W13
Se la Mercedes W13 è riuscita a progredire nelle ultime settimane, risolvendo in gran parte l’annoso problema del porpoising, tuttavia, persiste l’importante problema di correlazione tra simulatore e pista. “W14? Prima dobbiamo scoprire cosa c’è che non va in questa macchina, un qualcosa a cui non abbiamo ancora delle risposte.” ha affermato Lewis Hamilton dopo il GP di Monaco. Dello stesso parere Toto Wolff, il quale afferma che ancora non è arrivato il momento di abbandonare la W13. “Al momento vogliamo continuare a sviluppare la vetture per aumentarne le potenzialità e il ritmo. Arriveremo ad un certo punto in cui sarà necessario prendere decisioni per il prossimo anno, che si tratti di architettura o aerodinamica. Tuttavia, non siamo ancora a quel punto“.
E’ stato proprio lo stesso manager austriaco a quantificare il gap che ancora esiste tra la W13 e le due migliori vetture. “Il fastidio diviene enorme quando vediamo che il divario è più o meno lo stesso. Se lo guardi con ottimismo sono cinque decimi, se lo guardi con pessimismo sono qualcosa come otto decimi. Questo non è chiaramente accettabile”. Perchè i tempi sul giro dei sistemi di simulazione a Brackley continuano a mostrare una W13 almeno a livello di Red Bull e Ferrari, secondo alcuni membri interni del team, mentre in pista è ancora piuttosto lontana. Con un problema in più: l’affidabilità della power unit visto che, su entrambe le più potenti seconde unità ‘spagnole’, si sono manifestate delle preoccupaniti crepe alle pompe dell’acqua, che ne hanno richiesto la sostituzione.