Stella: “Magnussen a casa una gara” ma non è l’unica polemica del weekend

Paolo D’Alessandro
5 Mag, 2024

Il weekend di Miami si sta dimostrando tutt’altro che tranquillo. A mettere pepe sulla gara non è il format della Sprint Race, ma tutto il contorno ad esso. Un tracciato non dei migliori, con poca aderenza e dove preparare e gestire gli pneumatici è complicato per chiunque. Poi ci sono gli aggiornamenti di Mercedes e soprattutto Mclaren a far parlare ma non solo. Sono infatti tante le polemiche che stanno divampando su quanto succede ed è successo in pista anche a Miami – con Kevin Magnussen spesso protagonista – e come la FIA sta intervenendo. Gli ultimi due a sollevare questioni di assoluto rilievo sono Fernando Alonso ed Andrea Stella, ma è curioso far notare come sia anche la stessa direzione gara a ‘criticare’ la FIA.

Kevin Magnussen finisce ancora sotto accusa e Andrea Stella attacca “Merita di stare a casa una domenica, poi vediamo se quando torna si comporterà meglio”

Quello che sta succedendo con il team Haas è un qualcosa che già aveva suscitato polemiche in Arabia Saudita. Nico Hulkenberg è riuscito a scappare via al trenino di inseguitori, spalleggiato dal suo solido compagno di squadra che si è difeso con ogni mezzo, finendo per usare quelli che lui stesso definisce “trucchetti che non mi fa piacere utilizzare”. Un qualcosa però di reiterato che sta accrescendo l’irritazione dei team rivali. E’ stato James Vowles il primo a sollecitare critiche invitando alla discussione dopo Jeddah. “Se questo di Magnussen sia un comportamento sportivo consono o no dovremo discuterlo tutti insieme, sicuramente non è il modo che piace a me di gareggiareaveva commentato dopo la gara. A Miami, una volta fallito il tentativo di giocare di squadra con il DRS, Magnussen ha scelto ed ammesso di correre esasperando la propria difesa, eccedendo anche i limiti della pista, così da permettere al suo compagno di squadra di creare un gap difficile da ricucire, assicurando alla Haas punti preziosi nella classifica costruttori.

“Questo è un caso di un pilota che volontariamente danneggia i suoi avversari. Un comportamento reiterato nella stessa stagione e nella stessa gara” ha commentato Andrea Stella, Team Principal McLaren. L’italiano non è nemmeno parte in causa, ma ha voluto dare la propria visione dell’accaduto, con frasi piuttosto dure nei confronti del pilota danese ed anche della gestione FIA. Le penalità in questo caso non dovrebbero essere cumulative, ma esponenziali. Somma di secondi? No, dopo un po’ bisognerebbe lasciare il pilota (Magnussen, ndr) a casa per un weekend a riflettere con la sua famiglia sul proprio comportamento. Poi, quando torni, se dimostri di essere più leale, sportivo, corretto coi tuoi avversari, allora puoi restare. Così, è inaccettabile!” ha affermato il TP Mclaren. Le dichiarazioni di Magnussen, in cui ha ammesso di aver deliberatamente rallentato i piloti dietro di lui, hanno costretto la FIA a richiamarlo ma concludendo il tutto con un nulla di fatto. I commissari infatti hanno concluso che “pur non essendo d’accordo con il modo di agire della macchina numero 20, riteniamo che non abbia commesso nessun comportamento grave tale da essere dichiarato antisportivo. Riporteremo alla FIA però la discussione se, in casi di penalità reiterata, sia il caso di aumentare la pena per quella determinata infrazione ripetuta”. Una discussione che dunque andrà affrontata anche con gli altri team e che implicherà molto probabilmente un cambio di regolamento sempre più spesso criticato.

Il regolamento è un problema: chi lo applica ne denuncia una scrittura deficitaria

Questo apre un altro tema di discussione, in cui i commissari stanno sempre più spesso denunciando come il regolamento abbia delle casistiche non coperte in modo adeguato o che, in passato questi non sia stato applicato. In Cina è stata Aston Martin a denunciare il ritorno in pista di Carlos Sainz dopo che la Ferrari n.55 è risultata, nella dicitura ufficiale, ‘ferma in pista’ ma si è vista respingere la petizione. Questo è avvenuto perché in Belgio, nel 2023, era stato concordato di modificare il regolamento specificando che “in un lasso di tempo ragionevole e senza aiuti esterni, la vettura sarebbe potuta tornare in pista e proseguire la sessione”. Aggiunta che però non è mai ufficialmente avvenuta per iscritto e casistica che, in passato, non è mai stata penalizzata. A Miami invece, Mercedes è stata  investigata perché alcuni meccanici hanno lavorato in pit lane senza indossare divisa e accessori di protezione per intero. Il team non è stato penalizzato poiché i commissari hanno notato che questa azione è stata compiuta anche da altri team, senza che questi venissero penalizzati, nonostante risultanti non conformi al regolamento. Così, ancora una volta, si è invitata la FIA a cambiare il regolamento o le procedure possibili da fare durante le sessioni ufficiali, con le dovute poi penalità da applicare. Se chi deve applicare denuncia un regolamento deficitario, ma questi tarda ad essere aggiornato, è facile capire come mai spesso ci imbattiamo anche in sanzioni poco coerenti tra loro. 

Alonso e l’incontro con Ben Sulayem: “Voglio assicurarmi che la nazionalità non sia un problema per chi decide”

Come se non bastasse c’è un terzo caso, sollevato da un sempre più critico e irritato Fernando Alonso. I weekend Sprint non sono sicuramente la sua parte preferita della stagione, come ci tiene a sottolinearlo ogni volta. “Puoi solo prendere penalità e danneggiare la macchina. La prossima volta magari nemmeno la iniziamo la Sprint” ha commentato a fine giornata il due volte campione del mondo. L’incidente alla curva 1 della Sprint Race, di cui è stato protagonista, lo ha molto indispettito. “Hamilton è arrivato dentro come un matto ed io mi sono dovuto allargare, toccando Lance e poi quello che avete visto. Ma sono sicuro che non avrà penalità, perché non è spagnolo ha detto sibillino ai microfoni di DAZN Spagna. Non è la prima volta che lato Aston Martin si discutono le sanzioni comminate ai loro piloti, in particolare Alonso. Affermazione spiegata e chiarita ulteriormente in un successivo commento. Penso che la nazionalità sia un qualcosa che incida sulla scelta di dare le penalità, per questo voglio parlare con il Presidente FIA, assicurandomi che non sia come penso. Lo faccio per me ma anche per i futuri piloti spagnoli, che devono essere tutelati” ha concluso un Alonso poi ‘placato’ dal proprio team, ma soprattutto dallo stesso presidente Ben Sulayem con il quale poi è andato in scena un incontro all’interno dell’Hard Rock Stadium, dove è situato il paddock, per discutere di queste sue accuse.

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