Il ritorno di Singapore ha certamente rallegrato gli appassionati di F1 e non sarà da meno la tappa del prossimo appuntamento. Team, piloti ed appassionati sono entusiasti di vedere nuovamente il circuito di Suzuka in calendario. Una pista tecnicamente completa e spettacolare che esalta vetture e talento degli stessi piloti. Appuntamento ancor più cruciale visto il momento: Max Verstappen infatti ha un nuovo match point per il mondiale, a casa Honda. Ufficialmente sappiamo come la fornitura sia RedBull Powertrains, ma il colosso giapponese è ancora molto unito al team di Milton Keynes tanto che, proprio sul loro circuito, tornerà il logo Honda sulle due RB18 e le due AT02.
A rovinare la festa ci saranno Ferrari e Mercedes. Entrambe le vetture sono però alle prese con una forma che non è certamente paragonabile a quella della vettura di Adrian Newey in questo momento. La F1-75 sta tornando competitiva dopo i problemi emersi a SPA, ma i suoi limiti sono ancora evidenti. La W13 invece rimane una vettura capace di picchi prestazionali importanti, ma ancora molto scostante e problematica. I rivali sono accaniti e l’idea di ritardare la festa Red Bull è ben presente nella loro testa. E di questi tempi la lotta è accesa anche lontano dalla pista tra questi team.
Le caratteristiche che rendono Suzuka uno dei circuiti preferiti dai piloti
Parlando con chi ha guidato o chi tutt’ora è presente in F1, molti risponderanno che uno dei circuiti preferiti è certamente quello giapponese. I motivi sono molteplici, il fattore determinante è uno: è complicato. I circuiti difficili esaltano il talento e le capacità dei piloti e per questo motivo piste di questo tipo diventano probanti per loro e per le vetture. La pista è composta prevalentemente da tratti di media-alta velocità, con poche curve lente che ‘spezzano’ il ritmo, facendo diventare così la gara ancor più complessa da gestire per i piloti.
Delle 18 curve complessive del circuito solamente 3 vengono percorse con velocità inferiori ai 100 km/h: curva 11 e l’ultima chicane (16-17). Quattro sono invece le curve da 100-150km/h. Tutte le altre sono da alta velocità più i rettilinei che si intervallano alle sezioni più guidate. Proprio la presenza di pochi tratti da bassa velocità fa si che questo sia un circuito gradito ai piloti, oltre che sposarsi meglio con le regole tecniche delle vetture 2022.
La pista è stata riasfaltata in alcuni tratti dall’ultima volta che ha ospitato la F1 mentre è ancora presente, in alcune curve, la ghiaia all’esterno della pista. Un tracciato dunque che non lascia margine di errore. I team dovranno trovare un giusto setup per esprimere il potenziale delle loro vetture su una pista tecnica e veloce al tempo stesso, con particolare attenzione all’usura degli pneumatici in ottica gara. I piloti invece dovranno trovare il modo di estrapolare fino all’ultimo millesimo, senza commettere errori che qui possono costare caro.
Pirelli opta per le gomme dure e ci sarà una novità nelle FP2
“I carichi sostenuti dagli pneumatici sono tra i più alti misurati nel corso dell’anno.” Con queste parole Mario Isola anticipa uno dei motivi che spinge il costruttore italiano a scegliere la gamma di pneumatici più dura a disposizione per Suzuka. Saranno quindi le gomme C1-C2-C3 le protagoniste del weekend. “Per via del suo caratteristico layout a forma di 8, il numero di curve del circuito, a destra e a sinistra, è sostanzialmente uguale. Pertanto le sollecitazioni sono equamente distribuite sull’intera monoposto.”
La sfida diventa impegnativa anche a causa di monoposto sempre più pesanti, che dunque imprimono ulteriore stress agli pneumatici. Proprio per questo il lavoro di Pirelli non si ferma mai e in ottica del 2023 si è al lavoro per nuove ‘costruzioni’ che proprio a Suzuka verranno provate dai team, così da migliorare il rapporto di collaborazione tra le parti. Le FP2 saranno allungate per permettere ai team di testare un prototipo di gomma che Pirelli porterà a Suzuka, per affinare il lavoro in vista dell’anno prossimo.
Ferrari: i problemi rimangono, il nuovo fondo aiuterà ma non sarà una rivoluzione.
Su queste pagine avevamo svelato dello shooting day di Carlos Sainz a Fiorano per testare il nuovo fondo in vista di Singapore. Poi Ferrari ha deciso di ritardare l’introduzione del nuovo componente a causa delle caratteristiche dell’asfalto di Singapore. A Maranello non volevano correre il rischio di danneggiare il fondo aggiornato, dovendo incorrere così in spese ulteriori per materiali di ricambio. Non essendo uno sviluppo specifico per quel tipo di tracciato l’introduzione è stata rinviata a Suzuka. Il nuovo fondo è nei box di Suzuka ed è montato sulla vettura di Charles Leclerc. Ferrari provvederà ad una prova comparativa anche riguardo le ali: medio carico per Leclerc e medio/alto carico per Sainz.
A Marina Bay però si sono visti i segnali di una Ferrari in ripresa, di certo non arresa alle difficoltà emerse dopo la sosta. Il ritmo sulle intermedie è stato buono, la prestazione in qualifica non è mai mancata, mentre con le slick la situazione è stata complicata anche dalla lotta Leclerc-Perez, da un assetto non propriamente idoneo per Sainz. E altri fattori che comunque hanno aumentato un gap che però è ancora presente. Il problema della F1-75 post-TD infatti è quello di una rivoluzione a livello sospensivo che ha stravolto le caratteristiche della macchina. Il comportamento in trazione e nelle curve lente è gradualmente migliorato, ma la gestione gomma rimane ora un punto debole della Scuderia di Maranello, sia verso RedBull che nei confronto di Mercedes.
Suzuka sarà per questo motivo un appuntamento molto importante per la Scuderia. Il tracciato si sposa bene con la F1-75 che nei tratti di media-alta velocità è ancora capace di andar più forte della RB18 e W13, però in gara servirà trovare il modo di mitigare il consumo degli pneumatici che sarà elevato. Il nuovo fondo non è una risposta alla TD39 ma un aggiornamento già previsto da tempo, uno step ulteriore di quello francese.
Mercedes ed Alpine necessitano di una riscossa
Per motivi diversi ad uscire da Singapore con le ‘ossa rotte’ sono state soprattutto i team di Brackley e di Enstone. Ad Alpine non poteva andare peggio di un doppio ritiro, con una vettura che era dotata di un fondo evoluto che sembrava poter dare molta prestazione in piu, salvo poi non poter concretizzare in pista. Il terreno perso da McLaren è stato importante visto invece il risultato collezionato da Lando Norris e Daniel Ricciardo.
La pista giapponese potrebbe adattarsi alla A522, ma il team di Woking al tempo stesso ha fatto un buon salto in avanti. Sarà quindi una sfida testa a testa fino all’ultimo. Il problema per Alpine starà nel determinare quanto ciò che è successo a Singapore inficerà sul resto della stagione. Le due power unit infatti hanno appiedato sia Alonso che Ocon e se per lo spagnolo la sostituzione è, attualmente, prevista per Austin, rimangono i dubbi per il francese.
Mercedes invece a Singapore non è mai riuscita a sfruttare il potenziale che venerdì si era visto. Le mappature nelle prove libere hanno un po’ mascherato i distacchi, con Lewis Hamilton che comunque si pensava a circa 1 secondo dai migliori. L’abbassamento delle temperature e la pista bagnata e/o umida hanno però totalmente mandato in crisi la Mercedes, incapace di accendere le gomme anteriori e andando così a perdere molto terreno dai rivali.
Gli errori di Lewis Hamilton non sono certo stati un caso, così come la difficoltà di Russell nel mandare in temperature le slick nei primi giri. “Andremo a Suzuka sapendo che la lotta con Ferrari si è complicata” ha chiosato Toto Wolff, pur senza alzare bandiera bianca. Suzuka sulla carta non sembra adattarsi molto alla W13, come confermato anche da Russell, anche per via dei rettilinei che esalteranno la RB18 e le curve da media-alta velocità che invece si sposano bene con la F1-75. Per questo i tecnici sono rammaricati per quanto successo a Singapore, che sin dalla vigilia era vista come la grande occasione per centrare il primo successo stagionale.
Autore: Paolo D’Alessandro
Co-Autori: Giuliano Duchessa & Piergiuseppe Donadoni