Autore: Paolo D’Alessandro
Co-Autore: Piergiuseppe Donadoni
La Formula 1 è entrata ufficialmente nel suo periodo di pausa. Il regolamento prevede che per 14 giorni consecutivi le squadre rispettino il periodo di chiusura, ovvero dello spegnimento e della chiusura totale delle fabbriche. La scelta del periodo in cui effettuare tale stop è a discrezione delle squadre. Piloti e ingegneri avranno ovviamente bisogno di ricaricare le pile, ma per molti la mente è già a Spa, agli sviluppi da apportare alle monoposto 2023, sia lato telaistico che aerodinamico conseguenti alle decisioni che verranno prese questa settimana, ed anche al mercato piloti.
E’ di ieri la notizia di una rivoluzione forzata in casa Alpine. In un momento in cui sembrava che la F1 si potesse riposare, è scoppiata invece una ‘bomba’ mediatica nel Paddock causata da Fernando Alonso, a cui hanno fatto seguito le risposte di Alpine e di Oscar Piastri e che si collegano ai rumors che nelle ultime settimane hanno girato tra gli addetti ai lavori.
Alonso, scacco matto ad Alpine? Ora la gestione di Piastri è un vero problema.
Ricostruendo velocemente quanto successo: la scelta di Alpine era quella di prolungare il contratto di Fernando Alonso per un’altra stagione, con Esteban Ocon confermatissimo al suo fianco, giungendo ad un accordo con Williams per il prestito di Oscar Piastri. Così il giovane pilota del programma giovani di Enstone avrebbe effettuato il suo debutto in F1, seguendo un po’ il percorso di George Russell, ora in Mercedes. Il team di Grove è noto che sta cambiando fornitura, per diventare team cliente dell’ex Renault e questo accordo poteva sancire l’inizio di una partnership.
Questo piano però non verrà concretizzato, perché Fernando Alonso ha spiazzato il suo attuale team con una mossa completamente a sorpresa, accordandosi con Lawrence Stroll per subentrare a Sebastian Vettel nella stagione prossima. L’ex Ferrari ha parlato con il proprietario di Aston Martin svariate volte dallo scorso maggio – da qui anche la voglia del team di Silverstone di conoscere prima della pausa estiva la volontà di Vettel – senza però mai giungere ad un accordo, certamente prematuro. Quando la scelta di Vettel è divenuta di pubblico dominio, la situazione si è sbloccata: Alonso chiedeva un accordo almeno biennale (1+1) e Stroll è stato ben felice di concederglielo, alle giuste cifre, con un progetto ambizioso, seppur con risultati ancora poco concreti. I rapporti con Alpine si sono via via deteriorati, sia perché il team di Enstone ha in Ocon la propria bandiera anche in ottica futura ed anche perché i giorni di Alonso erano contati con la presenza di Piastri nelle retrovie. Inoltre, dopo aver trattato a lungo per un rinnovo biennale (1+1), sul finire della trattativa le posizioni sono leggermente cambiate, con Alpine che ha provato a fare un passo indietro, tornando all’idea originale, del singolo anno di contratto. A quel punto, forte di un accordo con Aston Martin raggiunto velocemente, Alonso ha giocato a proprio piacimento le sue carte, prendendo di sorpresa il suo attuale team.
Al tempo stesso in Alpine non hanno tenuto sotto controllo la situazione di Oscar Piastri. Infatti, la destinazione Williams non era molto gradita al giovane australiano, che nel frattempo parlava con Mclaren, arrivando ad un preaccordo per sostituire il connazionale Daniel Ricciardo. Una voce che non è mai stata smentita categoricamente, seppur Ricciardo sia stato confermato più e più volte dal team di Woking. A distanza di poche ore dall’addio di Alonso, è stato annunciato proprio Oscar Piastri al posto dello spagnolo in un comunicato ufficiale piuttosto freddo e senza alcuna dichiarazione da parte del pilota. Alpine faceva riferimento ad un piano già studiato e concordato, sottolineando gli impegni del team francese nel finanziare la carriera di Oscar fin qui, appellandosi però ad una clausola che invece per Piastri e Webber risulta oramai scaduta, e non più valida. Questo ha portato alla risposta tramite social di Piastri “Vengo a conoscenza di un annuncio di Alpine che mi vedrà correre per loro nel 2023, senza che io abbia mai concordato nulla. (…) Non correrò per loro nel 2023”. Una posizione molto dura nei confronti del suo attuale team, spiegabile solo in presenza di un’offerta concreta altrove.
Ci sarebbe un incastro che andrebbe a fare dama in questa scacchiera. In seguito all’addio di Alonso infatti, alcuni piloti si sarebbero proposti (tramite manager) per andare in Alpine tra cui, si vocifera anche lo stesso ex Red Bull, che farebbe così ritorno in quella che è a tutti gli effetti la Renault. Se McLaren avesse intenzione di proporre la coppia Norris-Piastri nella stagione prossima, sicuramente Zak Brown e il board di Woking troverebbero il modo di facilitare l’uscita di Ricciardo e il suo ritorno nel team francese, così da soddisfare tutte le parti in causa. Si chiuderà questo incastro? Così fosse, McLaren completerebbe il piano che ha in mente, Alonso ha già ottenuto ciò che voleva (i risultati in pista poi dovranno dare altre conferme) mentre Alpine rimarrà a bocca asciutta, ricorrendo poi ad un piano B che però sarebbe di tutto rispetto, poiché la coppia Daniel Ricciardo – Esteban Ocon non avrebbe poi molto da invidiare ai rivali. Un contenzioso che potrebbe anche finire in tribunale, come nel caso di Alex Palou in Indycar.
In classifica Alpine rimane davanti, ma McLaren ha fatto un buon passo in avanti con l’ultimo pacchetto di aggiornamenti
Parlando un po’ più di gara e meno di mercato piloti, a Budapest l’Alpine ha difeso il suo quarto posto dall’assalto della McLaren, che però in termini di prestazione sembra stia provando ad allungare sul team francese. Entrambi i team hanno scelto la gomma Hard in gara, proprio come Ferrari, tant’è che Alonso ed Ocon sono stati presi come riferimento dai tanti critici, sottolineandone la mancanza di passo. Annotazione corretta, soprattutto nel caso di gara a doppia sosta. Alpine ha mostrato come la strategia ad una sosta fosse possibile, ma la Hard ha impiegato molti più giri di quanto si pensava ad entrare in temperatura ed avere poi un minimo vantaggio sulla Media. Il degrado gomme della C3 infatti, anche quando iniziava a divenire importante, permetteva comunque un passo simile a quello di una C2 più fresca, rivelatasi una gomma estremamente lenta e difficile da gestire. “Non penso che le Hard abbiano rovinato la nostra gara, eravamo semplicemente troppo lenti” ha chiosato Alonso a fine gara.
In casa Alpine hanno provato questa soluzione principalmente per un motivo principale: differenziare la strategia dagli altri – con una sosta in meno guadagni oltre 20 secondi sugli altri – provando così a lottare con rivali che sul passo erano più forti. Purtroppo per loro la Hard non è stata una gomma cosi buona. Come Alpine, anche Alfa Romeo ci è cascata e ha tentato di emulare il team francese, non riuscendoci, finendo poi con un Bottas ritirato e Zhou costretto ad una seconda sosta. Il passo della A522 era semplicemente inferiore a quello di McLaren. A salvare la situazione ci ha pensato però un contatto tra Ricciardo e Stroll e un passo non irresistibile dell’australiano.
Lando Norris ha vinto la sfida contro le Alpine, ripetendo così il risultato delle Qualifiche, con importanti segnali però dati dalla sua MCL36. “Finire 22 secondi davanti ad Alpine è importante. Certo, il distacco di 60 secondi dai primi rimane importante. Ma penso che più di così io e il team non potevamo fare”. La McLaren ha fatto ultimamente un buon passo avanti con gli ultimi aggiornamenti. James Key è riuscito ad aggiungere efficienza alla vettura arancione. Maggior carico senza penalizzare la resistenza all’avanzamento, grazie alle pance simil Alpine, ossia un mix tra le macro soluzioni utilizzate da Ferrari e RedBull. La macchina risulta più bilanciata e l’uso di ali meno cariche, grazie al supporto di un corpo vettura più efficiente, ha aiutato anche a ridurre il drag in rettilineo. La macchina di Woking è ora più completa, anche se va ancora migliorata la gestione delle gomme in gara. La partenza su Soft prometteva un serio rischio di graining, che McLaren ha patito in modo massiccio. Il resto della gara è stato ‘scontato’, passando all’uso della Media nel secondo stint e infine la Hard nel terzo, le due gomme nuove rimaste al team di Woking, che a quel punto doveva solo coprire su Alpine con la stessa gomma.
In casa Alpine invece dovrà far ragionare questo finale della prima parte di stagione. Il team di Enstone ha costantemente evoluto la propria monoposto e i tecnici di Pat Fry sono riusciti ad aggiungere carico aerodinamico, emulando le scelte di Red Bull e Ferrari, adattandole al proprio disegno, ma ad un prezzo. Sia in Francia che in Ungheria infatti l’Alpine non ha più mostrato quelle importanti doti di efficienza viste per gran parte della prima stagione. Se in McLaren sono riusciti a migliorare tutte le zone prestazionali, in Alpine la coperta sembra per ora più corta e per aggiungere carico hanno sacrificare un pò l’efficienza. E’ previsto per loro una nuova evoluzione del fondo dopo la sosta con una ricerca continua di deportanza, dove cercheranno di ritrovare un pò più di efficienza.
La classifica dice ancora Alpine, tuttavia, McLaren sta provando ad effettuare il contro sorpasso. Dentro e fuori dalla pista. Una storia che si intreccia e si fa sempre più intrigante. Dopo la sosta riprenderà la corsa al mondiale, ma non sarà solo una questione RedBull-Ferrari; Mercedes rimane un incognita e appena dietro rimane l’interessante caccia al quarto posto Costruttori, lotta più aperta che mai visto che Mclaren è ora a soli quattro punti da Alpine. Se Ricciardo avesse portato a casa un ottavo posto davanti a Fernando Alonso in Ungheria, non possibile a causa della penalizzazione di 5 secondi per via della collisione con Stroll dopo il pit stop, la McLaren sarebbe ora davanti al francese.