Un’area grigia del regolamento ha salvato la Red Bull

Piergiuseppe Donadoni
23 Mag, 2022

Autore: Piergiuseppe Donadoni e Paolo D’Alessandro

Co autore: Giuliano Duchessa

L’1-2 fatto registrare da parte di Max Verstappen e Sergio Perez, risulta alla fine essere un risultato sì meritato ma certamente anche un pò bugiardo per come si era messa la gara. Sono gli stessi uomini del team anglo-austriaco a far notare come ci siano stati fattori determinante all’esito di questo risultato, non caricandolo di troppo significato come era stato invece quello di Imola, arrivato grazie ad una grande prestazione della RB18.

Leclerc è stato sfortunato. Credo che saremmo stati vicini a fine gara.” ha commentato a fine gara il Team Principal della Red Bull, Christian Horner. “Per giudicare il distacco da Leclerc avremmo dovuto attendere a fine gara, ma lui era certamente più veloce ad inizio gara, dimostrando che i loro aggiornamenti hanno funzionato” ha aggiunto invece il vincitore, Max Verstappen, autore di una gara difficile in cui non tutto è andato liscio come il risultato farebbe pensare.

La dieta della Red Bull ha pregiudicato l’affidabilità del DRS

Il problema patito in gara da Max Verstappen non è un caso e nemmeno una sorpresa per il team, che aveva riscontrato lo stesso inconveniente in qualifica, tanto da costringere l’olandese ad abortire il suo secondo tentativo in Q3 dopo la fine del primo rettilineo, e nelle prime libere. Il problema all’apertura del DRS si è verificato solamente sulla vettura numero 1 e non su quella del messicano, ma a questo c’è una spiegazione che è arrivata nel post gara direttamente dal team.

“Max aveva il nuovo pacchetto di aggiornamenti che ci ha permesso di ridurre il peso della sua RB18” ha svelato Helmut Marko “Questo ha sicuramente causato il problema al DRS”. Sospetto confermato anche dallo stesso Team Principal che ha parlato di una Red Bull forse “troppo ambiziosa nella riduzione del peso”. Il sistema del DRS portato qui in Spagna infatti era di nuova concezione e soprattutto faceva parte del pacchetto di dimagrimento studiato per la RB18. In attesa di trovare la soluzione giusta, a Monaco non verrà utilizzato. “A Monaco avremo 2 chili in più, tanto non fanno la differenza e nel frattempo proveremo a studiare una soluzione migliore”. Sul mancato aggiornamento per Sergio Perez – come successo poi ad Imola – il motivo è solo da ricercarsi nell’impossibilità visti i tempi stretti del portare insieme due aggiornamenti.

Il risparmio di 5 kg ha dato a Verstappen un po’ più di agilità nel settore lento, motivo per cui in quel tratto è andato sorprendentemente bene in qualifica. Inoltre i tecnici hanno optato per un setup più morbido in modo da compensare il deficit di downforce nel lento rispetto alla Ferrari. In gara non è stato del tutto ottimale fino a quando l’auto non si è di molto alleggerita. Tanto è vero che a sprazzi le RB18 potevano sembrare più vicine al ritmo della Mercedes di Hamilton che alla Ferrari di Leclerc. Anche in termini puramente velocistici, la RB18 ha dovuto dotarsi della stessa ala da massimo carico come le altre squadre, quindi le velocità non sono state più cosi appariscenti.

I motorizzati RedBull Powertrains (Honda) aggressivi con le temperature del carburante per evitare l’evaporazione

La Red Bull ha svolto una (strana) procedura di uscita dai box prima di schierarsi in griglia, che non è passata inosservata ai più e che ufficialmente Christian Horner ha attribuito a dei controlli ulteriori sul DRS, ma che invece nascondeva tutt’altro problema. Un qualcosa di collegato al surriscaldamento della benzina di cui ha sofferto il team anglo austriaco in Bahrain, e che ha portato al doppio ritiro – qui per l’analisi – anche se Red Bull ha sempre cercato di minimizzarlo e nasconderlo.

A Barcellona è tornata in vigore la regola che associa la temperatura del carburante a quella esterna (10°C in meno) quando, invece, nei precedenti appuntamenti era permesso di scendere fino a 18°C, una temperatura intermedia per le prime cinque località, che aiutava in condizioni di estremo caldo e non era troppo penalizzante in condizioni più fresche. Il ritorno alla regola iniziale è stato (ri)discusso prima del Gp di Spagna, come concordato tra le varie squadre, non trovando l’unanimità per il mantenimento del valore utilizzato nei primi cinque eventi. Red Bull avrebbe preferito il mantenimento del valore fisso per poter partire da temperature inferiori ed evitare che la benzina potesse salir troppo di temperatura, addirittura arrivando all’evaporazione in gare calde come questa della Spagna.

Le vetture vengono rifornite ben 2 ore prima dal via ma la temperarura viene controllata solo quando le macchine escono poi dai box, una volta quindi che è stata aperta la Pit Lane; le squadre possono mettere in macchina carburanti a temperature inferiori da quelli considerati legali, che saliranno con il passare dei minuti stando all’interno del serbatoio. Essendo quello di Spagna un GP molto caldo, con temperature ambientali oltre i 35°C, i motorizzati RedBull Powertrains sono andati molto aggressivi con la temperatura del curburante immesso nei serbatoi due ore prima dal via, proprio per evitare una possibile e deleteria evaporazione che si accentua man mano i serbatoi tendono a scaricarsi.

Questa aggressività ha comportato l’enorme rischio per Red Bull di non avere il carburante almeno a 25°C una volta aperta la Pit Lane, essendo 35°C la temperatura ambiente misurata dalla Federazione due ore prima della partenza; questo avrebbe causato una partenza dalla Pit Lane, quanto successo ad Aston Martin a Miami. In quel caso il carburante fu troppo freddo di molti gradi per un errore di procedura del team, che preferì partire dalla Pit Lane, sostituendo il carburante ‘irregolare’ con uno rientrante nei limiti. Operazione che ha comportato tempi lunghi e l’impossibilità di far scendere in pista entrambe le vetture prima della chiusura della Pit Lane.

Furtunatamente Red Bull non era troppo lontana dal valore limite di temperatura ed è bastato accendere i motori su entrambe le RB18 per poterlo riscaldare più velocemente. Un qualcosa che non ha fatto piacere a Ferrari, la quale crede che la temperatura del carburante dovrebbe essere sempre al di sopra del valore legale e non solo nel momento di uscita dai box. Senza contare che il riscaldamento forzato, grazie al calore dissipato dalla parte endotermica della power unit, è una interpretazione molto aggressiva del regolamento, che insomma contiene delle aree grigie ben sfruttate nelle scorse ore dai motorizzati RedBull Powertrains (Honda).

Perez insoddisfatto del team order ricevuto, chiederà il rinnovo?

Molti tifosi si interrogano su quanto stia succedendo a Carlos Sainz, che mai ha nascosto di essere in difficoltà con il feeling della sua F1-75. Qualcosa che era avvenuto già con la SF21 e precedentemente anche in McLaren e in Renault, trovando migliori prestazioni solo da metà stagione in poi o nella seconda stagione direttamente.

In casa Red Bull la situazione è molto diversa, con un Sergio Perez performante, ma incostante, che però a Barcellona non ha molto gradito l’ordine di scuderia – velato – che gli è stato dato alla vigilia di una possibile lotta in pista “Non è giusto. Dopo dobbiamo parlare”. Il team oggettivamente non aveva molta scelta, le strategie erano diverse ma così lo era anche il ritmo con un Verstappen nettamente più veloce che lo avrebbe facilmente superato, a meno di manovre dure di Perez che però avrebbero compromesso la sua gara.

“La strategia è cambiata durante la gara. Le tre soste erano la scelta giusta e si è visto con Max, l’avessi fatto da subito anche io forse avrei vinto”.
Rimane per lui il rammarico di non aver potuto sfruttare al meglio la propria strategia iniziale – a due soste – anche a causa del team order ricevuto. “Quando ho fatto passare Max, mi era stato detto che poi avrei avuto indietro la posizione. Sono contento per il team, ma dovremo discutere di alcune cose internamente“.

Dall’altra parte del box, Max Verstappen ha ringraziato subito il compagno di squadra per averlo fatto passare e poi a fine gare di nuovo, dicendosi felice per lui e capendo anche quella che può essere la frustrazione del messicano. “Capisco bene Checo, poteva vincere. La scelta di andare sulle tre soste è arrivata solamente per il problema al DRS e alla fine si è rivelata quella giusta” ha rivelato Max Verstappen che si è goduto una lotta “dura e corretta” con George Russell.

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