Vasseur: “Grande passo in avanti da Zandvoort. Ad Abu Dhabi abbiamo potuto gestire il passo”

Paolo D’Alessandro
28 Nov, 2023

Il secondo posto nel mondiale costruttori alla Ferrari è sfuggito per pochi punti, ma Frederic Vasseur non indica in Abu Dhabi la gara determinante a perdere questa lotta. Il Team Principal del Cavallino anzi pensa che la squadra abbia ottimizzato il risultato, soprattutto con Charles Leclerc, mentre con Carlos Sainz c’è stata una mancanza di passo che è stata determinante a perdere la posizione a punti che avrebbe potuto essere decisiva nel confronto con Mercedes. L’ex Alfa Romeo Sauber e Renault ha voluto però esaltare il lavoro del suo team, individuando una tappa di svolta, precisando come a Maranello ci sia ancora molto da fare per poter sfidare Red Bull ed ambire al mondiale.

Vasseur: “Già dal simulatore avevamo capito delle cose, da Zandvoort però c’è stata una grande crescita della Ferrari”

Nell’ultima conferenza stampa stagionale, dopo la gara di Abu Dhabi, Frederic Vasseur ha avuto modo di fare un bilancio riguardo la sua prima stagione alla guida del muretto box Ferrari. Dopo un 2022 dove la Ferrari è stata in lotta per il mondiale sino alla pausa estiva, quest’anno era atteso un miglioramento per portare avanti la lotta con Red Bull e provare a riportare a Maranello il titolo iridato, ma purtroppo le aspettative sono state deluse con la squadra che ne era consapevole fin dai primi test, anzi “sin dal simulatore” ha detto Vasseur. Quanto si era visto poi ai test, con una SF-23 molto sottosterzante ed instabile che è stata solo una conferma di tanti limiti e di obiettivi non raggiunti nello sviluppo che già dal simulatore erano stati notati. “C’erano aspettative troppo grandi, però quello che va tenuto in mente è la reazione del team dopo weekend negativi e collettivamente abbiamo fatto un grande step dopo Zandvoort”. Vasseur ha voluto sottolineare come la Ferrari da quel momento in poi – dopo i due importanti pacchetti di sviluppo di Spagna e Austria non abbia più ‘rivoluzionato’ la SF-23 ma sia progredita con il lavoro di comprensione e setup, eccezion fatta per il fondo di Suzuka che non aveva lo scopo di aumentare la prestazione pura della vettura, ma di dare più confidenza ai piloti nella guida.

 

Soprattutto quest’ultimo upgrade, per quanto poco significativo a livello prestazionale, ha permesso di vedere nel finale di stagione un Charles Leclerc che “volava” come ha detto lo stesso Vasseur. Il fondo è la parte più importante di questa nuova generazione di vettura e questi non determina solo la maggior parte del carico che sviluppa la monoposto, ma anche il come e dove viene prodotto. Nel caso della Ferrari quell’aggiornamento è servito a migliorare quanto possibile l’anteriore della SF-23 ma soprattutto rendere la vettura più stabile nelle varie fasi di guida e stabilizzare il più possibile la piattaforma aerodinamica, così da aumentare il feeling alla guida e in quel modo poter estrarre ulteriore perfomance, cosa che il monegasco ha fatto egregiamente.

“Non dobbiamo pensare che Red Bull abbia un segreto o una bacchetta magica O che noi dobbiamo migliorare in un singolo aspetto. Abbiamo spazio di miglioramento dappertutto e con questo pensiero vogliamo sviluppare la vettura del prossimo anno. L’attenzione di Vasseur è focalizzata sul miglioramento di tutte le aeree che costituiscono la Scuderia Ferrari, non volendo concentrarsi ad un singolo aspetto “La perfomance arriva dalla capacità di produrre velocemente nuove parti, dall’affidabilità e da tanti altri aspetti. Noi abbiamo perso troppi punti per affidabilità, o per la squalifica ad Austin o per penalità per impeding. Dobbiamo migliorare su tutti questi fronti, e non pensare che ci sia una cosa migliorabile che ci dia cinque decimi. E’ venuta così spontanea la domanda per i giornalisti presenti di chiedere all’ex Alfa Romeo-Sauber quanti punti ha perso la sua Scuderia e il perché “Io ho fatto la lista, ma me la tengo per me. So quanti punti abbiamo perso per cagate, o meglio, problemi. Però non si gareggia con i se ed i ma. Migliorando in quegli errori c’è grande potenziale come punti”.

Vasseur: “Degrado gomma? Tutto dipende dal passo. Ad Abu Dhabi abbiamo potuto gestire, a differenza di altri”

Il progresso fatto dalla Ferrari nella seconda parte di stagione è evidente, anche grazie al recupero del gap di quasi 60 punti da Mercedes nelle ultime gare. Parte di questo recupero viene collegato ad un progresso nella gestione delle gomme, un annoso problema della SF-23 che ha spesso limitato in gara i due piloti, anche se Vasseur la vede diversamente e non è la prima volta che si trova a dibattere su questo tema. E’ tutto legato al passo. Se non hai passo, devi spinge e quindi rovinare le gomme.” La visione del Team Principal è quindi relativa alla perfomance pura della SF-23 che fino ad un certo punto della stagione non era in grado di offrire abbastanza velocità ai piloti per potersi permettere di gestire. Dover guidare al limite, sia in Qualifica che in Gara, voleva dire stressare la gomma oppure andare in gestione rinunciando a del lap time, risultando lenti

Un progresso, seppur tardivo, alla fine si è visto. Frederic Vasseur infatti ha parlato dello step fatto da Zandvoort e successivamente a Suzuka con il nuovo fondo, senza dimenticare la vittoria di Singapore di Carlos Sainz e la grande gara di Monza. La Ferrari SF-23 è stata evoluta nella giusta direzione e questo ha permesso di estrarre perfomance e poter anche gestire meglio il ritmo gara, come successo all’ultima gara anche nei confronti di una McLaren che nella parte finale di stagione è stata spesso seconda forza. “Qui ad Abu Dhabi le McLaren per esempio spingeva in curva 2-3, mentre noi riuscivamo a gestire, ma perché avevamo il passo farlo farlo”. Un punto di vista molto preciso da parte di Vasseur che è confermato dai dati della telemetria se si confrontano alcuni giri di Charles Leclerc e Lando Norris.

Il passo espresso dalla Ferrari in gara era veritiero con tanto di gestione a curva 2-3 dove è evidente dai dati GPS che i piloti in rosso alzassero il piede per poter gestire gli pneumatici, mentre Norris e Piastri affrontavano quel tratto con molta più velocità – grazie anche al carico maggiore della MCL60 rispetto alla SF-23 – ma finendo evidentemente per avere un degrado maggiore degli pneumatici che sullo stint ha finito per pagare, mentre alla Ferrari bastava gestire nel primo settore, sfruttare la grande efficienza e forza in staccata nel secondo settore e poter poi avere più ritmo nel terzo settore, patendo meno scivolamento in tutta la zona di quelle curve a media velocità nell’area dell’Hotel.

Autori: Paolo D’Alessandro
Co-Autori: Andrea Vergani & Giuliano Duchessa

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