“Vengo dopo il GP” N1 – Bahrain: Hamilton non molla, Honda e Ferrari hanno mantenuto la promessa

Piergiuseppe Donadoni
29 Mar, 2021

“Vengo dopo il GP”, del Bahrain: Hamilton non molla, Honda e Ferrari hanno mantenuto la promessa

Premesse e promesse non sempre sono la stessa cosa. Anzi è facile promettere, più difficile rispettare poi  le premesse.

La Mercedes, che si pensava facesse finta, ha scoperto in pista che qualcosa non va. Certamente i campioni hanno l’abitudine di giocare a nascondersi nei test usando il carico di carburante.

La vittoria di Hamilton non deve ingannare del tutto. 

Probabilmente la teoria sulle nuove limitazioni tecniche è stata un po’ fuorviante rispetto alla pratica.

In questo senso appare più chiaro dopo i dati forniti uscendo tutti allo scoperto – e non più solo dai test – che la W12 è forte ma non più così superiore da permettere a Hamilton di correre spesso col braccio di fuori.

Dovendo per forza tirare al massimo per competere contro una RedBull che, al contrario, è più pronta anche grazie al motore Honda capace di essere soprattutto molto efficiente e per più tempo.

Dai dati raccolti in nostro possesso, sebbene Toto abbia accennato alla frenata atipica di curva 10 – cioè quella che si fa con sterzo leggermente a sinistra dove avrebbero potuto trovare forse 1 o 2 decimi – sembra che il problema più grande sia il bilanciamento nel misto dove la differenza con Max Verstappen è stata di ben 10 km/h.

Nel dettaglio, in qualifica Max nello snake, cioè da uscita C4 alla staccata C8 (circa 600 metri), ha dato 0”15 a Hamilton e quasi 0”2 alla Ferrari. 

Quella piega è si strana da un punto di vista del bilanciamento ma, insomma, è lì da oltre 10 anni ormai.

C’è qualcos’altro e non a caso Lewis ha parlato di “duro lavoro da fare in entrambe le fabbriche”.

Naturalmente questa è solo la prima gara, potrebbe non essere così rappresentativa ma è evidentemente è scattato un segnale di allarme per Brackley e a Brixworth, anche lato power unit circa alcune complicazioni rilevate nell’utilizzo.

Lewis ha avuto una buonissimo passo, riuscendo a spremere la W12 assecondando una strategia molto aggressiva, un pò alla Red Bull, favorita dalla strana mancanza di reattività del muretto del team anglo austriaco che ha subito due undercut troppo pesanti.

Hamilton vince per il grande merito di non aver mollato, andandosi a creare l’episodio controverso in curva 4.

Su questo resto dell’idea che il sorpasso di Max poteva essere ritenuto regolare dai commissari. 

Michael Masi ha dichiarato di aver consigliato al muretto di Horner, nei secondi successivi alla manovra, di cedere la posizione. In quel momento l’episodio era stato ‘notato’.

A mio parere però il vantaggio non c’è stato, anzi Verstappen era davanti già prima della frenata, ha allungato lasciando molto spazio interno in inserimento a Lewis andando a correggere per poter rientrare. Non essendo più affiancati ha semplicemente allargato come l’inglese fino ad allora.

Non ha tagliato per passarlo, accorciare o per tenerlo dietro in maniera antisportiva. In più proprio in quella particolare curva – dove sui track limits Masi dice di non aver cambiato idea in corsa –  la Mercedes n. 44 appunto, ha allargato quasi 30 volte traendo un effettivo vantaggio in termini di prestazione globale.

Insomma c’erano molti margini per trattare la questione. È quindi evidente che dal pit wall RedBull si è ritenuto di non rischiare certi di riguadagnare la testa il giro successivo.

Così non è stato per diversi fattori interessanti: l’olandese rientrava con molta forza da dietro ciononostante non è privo di colpe. L’aver ceduto il passo in quel punto spostandosi lui anziché lasciarsi passare gli è costata la vittoria (foto in alto). Nel post gara ha ammesso che le gomme hanno smesso di funzionare per un paio di giri. Riguardando l’onboard della n.33 vi accorgerete immediatamente che nel settore 3 del giro incriminato l’auto accusa un pesante sottosterzo all’anteriore che diventa sovrasterzo in uscita. La causa è stata il surriscaldamento unito allo sporco raccolto fuori traiettoria incollato sul battistrada che ha compromesso di colpo gli pneumatici rendendo subito la RB16B scivolosa specie in C13 con conseguente overheating nel tentativo di mantenere la scia di Lewis per riprovarci.

Ferrari ha mantenuto la promessa.

Il lavoro sanguinoso h24 deciso da Binotto è stato un investimento, semplicemente perché è stato molto rigoroso e impermeabile, di costruzione, mentre molti l’anno scorso guardavano al risultato immediato non capendo che fosse comunque fuori portata avvicinarsi alla W11.

Potenza e non solo. Decisivo aver utilizzato bene il fine stagione 2020. 

Va riconosciuto il fatto di aver finalmente (quasi del tutto) risolto il grave problema decennale della correlazione dati, in attesa del nuovo simulatore. Poter avanzare nella prestazione senza stravolgere sempre il mezzo dal venerdì al sabato deve essere la normalità.

Altro risultato poco visibile al momento è che i tecnici a Maranello non hanno più paura di sbagliare, di proporre idee avendo garanzie di continuità. Quindi abolite le porte girevoli, sembra che i tecnici sappiano anche disegnare buone soluzioni se c’è un metodo.

A proposito di questo sono attesi aggiornamenti a Imola per migliorare l’efficienza aerodinamica di cui parleremo più avanti.

C’è da implementare le prestazioni di una SF21 ancora un po’ ‘grezza’ ma che promette bene e dovrebbe dare – a detta di Binotto – “soddisfazioni maggiori rispetto a ieri”. 

Sakhir è stata certamente la peggior pista per la SF1000. Vedremo se lo sarà stata anche per la SF21, il che sarebbe una buona notizia.

Autore: Giuliano Duchessa

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