Verso Imola: Ferrari, obiettivo provare a essere terza forza

Giuliano Duchessa
06/04/2021

Verso Imola: Ferrari, obiettivo provare a essere terza forza

In questa settimana di mezzo tra il post Bahrain e l’avvicinamento al weekend di Imola tutti le Factory si concentreranno per migliorare il pacchetto a disposizione. Diversi team porteranno minor o major upgrades cioè piccoli o grandi aggiornamenti in grado di cominciare a incrementare la curva di performance delle monoposto, specialmente dopo aver avute alcune prime risposte sul campo in condizioni di gara.

Mentre il circuito di Sakhir è sempre rappresentativo in termini di potenza e trazione, quello del Santerno rappresenta un banco di prova piuttosto diverso.

Dalle informazioni raccolte, Ferrari porterà alcuni accorgimenti aerodinamici che verranno deliberati in settimana da Charles Leclerc, mentre Sainz ha lavorato maggiormente sul perfezionamento di quello che poteva essere migliorato in Bahrain a livello di setup ‘col senno di poi’ cioè in condizioni di gara avute nel primo gran premio.

Un lavoro continuo per i ragazzi di Maranello per ritrovarsi dati buoni a disposizione che torneranno utili in campionato quando si ritroveranno tratti simili a questo tipo layout che, come già detto, è fortemente rear limited.

Quanto è migliore la SF21, potenza a parte?

In effetti la SF21 ha mostrato innanzitutto che l’interpretazione dei punti di carico delle limitazioni regolamentari è stata buona. La perdita di carico è stata gestita bene e la vettura è migliorata molto nel comportamento riguadagnando inoltre maggiore stabilità in frenata.

L’interpretazione della vettura è divenuta di base prevedibile, quindi anche più semplice incidere da un lato nello sviluppo, dall’altro nella direzione della messa a punto prima del weekend che non fa più impazzire gli ingegneri.

Se analizziamo la qualifica nel deserto, vediamo la monoposto ‘673’ confermare nettamente quel recupero di potenza, anticipato su queste pagine, accompagnato solo in minima parte da maggior efficienza.

Se consideriamo che in Bahrain 10 CV valgono a 0”2s al giro, stiamo parlando di almeno 0”8s (40cv) solo di Power Unit. Il resto è dovuto al lavoro che spiegavano sopra, unito, in parte, anche alla perdita di prestazione soprattutto della W12 che non va trascurato. In effetti il punto di riferimento attuale è considerato RedBull ma dobbiamo senz’altro pensare che i valori in alto non siano ancora totalmente definiti.

Naturalmente non basta, anche perché è chiaro che gli avversari miglioreranno a loro volta.

Ma aver raddrizzato nettamente le carenze, dimezzando lo svantaggio, mostra capacità che sembravano smarrite e, cosa più importante per il futuro, idee chiare.

Nella edizione 2020, che ha segnato il ritorno in F1 del circuito Enzo e Dino Ferrari, la SF1000 prese 1”s in qualifica su 74”s.

A Maranello si attendono cautamente di essere messi molto meglio relativamente a quando visto finora dalle simulazioni confrontate con gli avversari.

Questo per la potenza ritrovata che consentirà ancora una volta un utilizzo più centrato della configurazione: l’anno scorso sulla SF1000 venne utilizzata la solita ala a cucchiaio che era una sorta di effetto placebo per le velocità con un effetto abbastanza disastroso sul compromesso generale perché non consentiva adeguato carico neanche all’anteriore.

Non solo, anche per le caratteristiche del tracciato che potrebbero penalizzare leggermente di più Mclaren e Alpha Tauri, le quali hanno optato per una maggiore efficienza a scapito dell’efficacia nelle curve a medio bassa velocità.

Allo stesso tempo andremo a valutare di nuovo chi tra RedBull e Mercedes si adatterà meglio ai cambi di direzione e di pendenze, con il team di Milton Keynes che le nostre fonti definiscono come ‘chiaro favorito’.

Mercedes dovrà continuare quel lavoro di interpretazione per estrarre tutto il possibile, non sarà facile perché il Bahrein ha mostrato difficoltà di stabilità della W12, parzialmente risolto in gara. È comunque un primo interessante esame, seppur lontano dall’essere decisivo. Certamente se c’è una cosa che da Brackley hanno insegnato a noi e agli avversari è che non bisogna mai sottovalutare le loro grandi capacità di recupero.

Ferrari nel primo gran premio di casa lavora per provare ad essere più vicina alla zona Mercedes e meno a quella del midfield. Scalando 1-2 posizioni nelle gerarchie, superando McLaren e provando a staccare Alpha Tauri. Difficile ma non impossibile.

A Imola conta un po’ meno la potenza rispetto alla prima gara, ci si aspetta di capire meglio quanto vale la SF21 nel guidato e se, come pare, i piloti potranno cominciare ad avere un atteggiamento più aggressivo anche su questo aspetto.

Autore: Giuliano Duchessa

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