Dopo il Belgio, ecco l’Olanda per quello che è trittico veramente impegnativo dopo la canonica pausa estiva. Zandvoort, dove il padrone di casa, Max Verstappen, sarà accolto da una bolgia speranzosa di vederlo allungare ulteriormente in classifica. Chiamata invece ad una risposta importante sarà la Ferrari, uscita delusa e ammaccata dal Belgio. Il circuito si sposa meglio con le caratteristiche della F1-75, ma i tecnici di Maranello dovranno lavorare per trovare le risposte all’ultima deludente prestazione.
Alle loro spalle la Mercedes è ancora in un limbo, sia prestazionale che tecnico, nemmeno loro consapevoli di quale siano i limiti, pregi e difetti della W13. SPA ha fornito inoltre un immagine distorta del midfield, con una McLaren irriconoscibile, un’AlphaTauri in ripresa, una Haas che ha annaspato sul fondo della griglia. Si sono però confermati i migliori di Williams e Aston Martin, specialmente sul passo gara. Zandvoort sarà dunque un banco di prova interessanti per molti.
Da Spa a Zandvoort due circuiti (quasi) agli opposti: cambieranno anche i valori in pista?
La pista del Gran Premio d’Olanda è molto diversa da quella belga. Nell’ultimo appuntamento la caratteristica fondamentale era godere di un’ottima efficienza aerodinamica, capace poi di supportare il veicolo nel tortuoso S2 con buon carico. Qui invece è il carico aerodinamico totale delle macchine ad essere esaltato. Per questo motivo Zandvoort sarà una pista molto importante per Ferrari, che in un terreno più adatto alla propria macchina dovrà dare risposte convincenti. Sarà interessante anche rivedere la RB18 con un setup da alto carico, dopo le buone impressioni viste in Ungheria, dove per Binotto la vettura di Verstappen era la più veloce, seppur di poco. Tutti i team saranno inoltre chiamati ad un ulteriore prove di possibili effetti della DT39/22.
Il circuito di Zandvoort è formato da 14 curve, prevalentemente da media velocità, con alcuni punti più lenti e alle curve 3 e 14, note per il banking positivo e la loro particolare conformazione. Una novità di quest’anno riguarderà proprio l’ultima curva che, almeno durante le FP1, sarà possibile affrontare a DRS aperto. La Federazione infatti condurrà dei test per verificare se l’anticipazione nell’apertura dell’ala mobile, oltre a non minare la sicurezza, agevolerà i sorpassi in gara. Il circuito richiede carico e trazione come punti di forza con un asfalto che, come visto anno scorso, offre abbastanza grip senza essere troppo severo sugli pneumatici.
Le zone DRS rimangono 2, negli unici due allunghi importanti, e per questo motivo è difficile vedere scuderie adottare scelte di compromesso. Affrontare Zandvoort con carico medio-alto o alto è la scelta migliore. Il tempo si otterrà prevalentemente in curva e la gestione degli pneumatici, a causa dell’elevate energia che viene prodotta nell’arco del giro, è un qualcosa a cui badare.
Il meteo non offre ancora certezze, tra caldo e pioggia
Le previsioni sembrano ripercorre il copione che si è visto in Belgio. Ancora oggi ci sono diverse indicazioni che portano ad una gara con temperature dell’aria superiori ai 20°, fino alla possibilità di assistere a delle precipitazione proprio durante il Gran Premio.
Questa incertezza meteorologica causerà ancora una volta un impegno extra da parte delle squadre. Da qui a giovedì avremo sicuramente delle idee più chiare e di conseguenza i team, che dovranno poi impostare l’assetto base del weekend anche in ottica di ciò che troveranno domenica. Il venerdì sembra – al momento – il giorno più tranquillo, con temperature miti e sole a scaldare l’asfalto. Sabato e Domenica rimangono invece delle incognite che scopriremo avvicinandosi all’appuntamento di Zandvoort.
Pirelli va sul sicuro e apre alla possibilità delle due soste.
La gara dell’anno scorso non è stata certamente la più emozionante della stagione. Il circuito olandese ha carreggiate piuttosto strette, offrendo possibilità concrete di sorpasso quasi esclusivamente sul rettilineo di partenza. Altrove è possibile crearsi qualche opportunità, ma non senza del rischio. Secondo Mario Isola però, proprio la nuova generazione di vetture potrebbe aiutare ad avere maggiore spettacolo. “L’anno scorso era difficile superare, ma queste nuove macchine potrebbero aiutare. Nel 2021 molti optarono per una sosta per conservare così la track position, ma quest’anno i team potrebbero concentrarsi di più sul compound morbido che porteremo qui, il che potrebbe voler dire anche più di una sosta”.
La gamma di pneumatici scelta da Pirelli è la più dura, C1-C2-C3, questo a causa dello stress che il circuito, e le sue 14 curve, impongono agli pneumatici. Le pressione saranno leggermente più basse di quanto visto a SPA, con 23.5 psi all’anteriore e 21.5 al posteriore. “Le parti più sfidanti della pista sono le curve 3 e 14 con banking. Queste, unite anche alle caratteristiche del resto della pista, ci hanno spinto a scegliere la gamma più dura come visto in Bahrain. Spagna e Gran Bretagna”.
Ferrari punta la Red Bull, Mercedes vuole capire ancora la misteriosa W13
La lotta per il campionato si sta facendo sempre più ardua, ma al di là di questo, a Maranello c’è voglia di sfidare nuovamente gli avversari di Milton Keynes. L’obiettivo è quello di provare che SPA è stato solamente un incidente di percorso e che, nonostante gli scetticismi, la F1-75 sia ancora competitiva. Per la prima parte di stagione la vettura nata dal gruppo di Enrico Cardile si è dimostrata spesso la migliore del lotto, pur senza raccogliere quanto meritato. A Zandvoort la Ferrari punta a ben figurare e tornare a lottare per la vittoria, anche grazie a caratteristiche più congeniali alla propria vettura. Sarà possibile? Non è cosi scontato.
Quanto la DT abbia influito sulle sue prestazioni sarà uno dei temi del weekend e qui c’è occasione per confermare o smentire tale sospetto. La RB18 dal canto suo ha dimostrato di essere migliorata molto ultimamente – pur senza nessun telaio alleggerito – anche quando il circuito richiede maggiore downforce. Mattia Binotto nel post SPA ha parlato di futuro, precisando come per Ferrari sia comunque importante continuare a investire su questa stagione. Comprendere i problemi di oggi, aiuterà anche il futuro della Scuderia.
Un approccio, obbligato, che seguirà anche Toto Wolff per queste prossime gare. “Non ci siamo ancora concentrati sulla vettura di anno prossimo. Ci sono discussioni interne su concetti aerodinamici, telaio, sospensione e tanto altro. Alcuni verranno scelti e quindi altri concetti saranno scartati. Settembre, massimo ottobre, sarà il limite per queste scelte.” queste le parole del TP della casa tedesca. La W13 rimane un oggetto misterioso per gli stessi tecnici di Brackley, che vanno quindi in cerco di ulteriori risposte, in vista anche del 2023.
Rimangono ben altre sette scuderie, che dopo SPA vedono equilibri drasticamente cambiati, da confermare. La Alpine sembra aver preso un distacco sul resto del gruppo, ma Zandvoort non sembra sposarsi bene con le sue caratteristiche. Andare bene anche in questa pista vorrebbe dire molto per il proseguo del campionato. McLaren è andata in grossa difficoltà nonostante la buona Qualifica e qui cercherà il riscatto. Lampi positivi in gara per Aston Martin e AlphaTauri, mentre i motorizzati Ferrari – Alfa Romeo e Haas – vanno alla caccia di punti per smuovere le loro classifiche.
Autore: Paolo D’Alessandro