Meteo, affidabilità, porpoising incognite per il ritorno della F1 in Canada

Le incognite che accompagnano il ritorno del Canada in F1 sono diverse. Il circuito è molto apprezzato dai piloti e per i team rappresenta sempre una sfida affascinante non tanto per le caratteristiche tecniche, ma per l'asfalto, le condizioni meteo e le variabili che possono nascere durante il weekend.

Autore: Paolo D’Alessandro

La F1 torna a respirare nuova aria di normalità con il ritorno del Canada nel calendario dello sport più veloce e tecnologico al mondo. Il circus sta affrontando una delle trasferte più dure della stagione – presa nel complesso del back to back – trasferendosi dall’europeo circuito di Baku a quello nord’Americano del Canada. Un impegno logistico molto duro che ha visto i Team compiere delle vere e proprie sfide contro il tempo. Alla vigilia del GP dell’Azerbaijan, Beat Zehnder, Direttore Sportivo dell’Alfa Romeo, aveva rivelato come i team, per essere sicuri di fare in tempo (“…servirà smontare tutto e inviare il materiale già entro la mezzanotte di Domenica”).

Imprevisti logistici possono capitare in qualsiasi momento. Un esempio è quello di Charles Leclerc che non sta vivendo un momento propriamente fortunato – 3 Pole Positition a cui sono corrisposti due ritiri e un quarto posto nel quale lui non ha mai commesso errori – il quale ha testimoniato sul suo profilo Instagram la mancata partenza per il Canada, avendo perso l’aereo. Nessun problema in vista del weekend, ma di certo intoppo possibile e plausibile per chiunque altro affronti questa lunga trasferta.

Analogie e differenza tra Baku e Canada, circuiti diversi ma non del tutto differenti

Questo back-to-back in qualche modo ricopia quelle che sono state le caratteristiche per quanto riguardo Spagna-Monaco, con caratteristiche tecniche non molto dissimili tra l’appuntamento azero e quello canadese. Il circuito di Montréal è situato su un isola artificiale ed il tracciato viene usato raramente al di fuori delle competizioni sportive, in particolare la Formula 1, che qui non corre dal 2019. I piloti dovranno quindi familiarizzare con un circuito a loro sì familiare, ma sul quale oramai non corrono da due stagioni. Inoltre, nel tempo, a cambiare non sono state solamente le vetture, ma anche le gomme Pirelli. Sarà quindi una sfida completamente nuove per piloti e ingegneri, che dovranno ricominciare lo studio quasi da zero, pur sfruttando i dati storici come ottima base di partenza.

E’ difficile aspettarsi scelte sconvolgenti dal punto di vista di assetto, anche se potremo vedere differenze tra il basso e il medio carico aerodinamico in base alle necessità delle varie vetture. Il Gran Premio del Canada rispetto all’ultimo appuntamento avrà in comune l’importanza della Power Unit, visti i tanti allunghi che dominano il tracciato e l’importanza fondamentale della trazione. Avere un buono spunto in uscita dalle tante esse permette di crearsi un vantaggio sostanziali sugli avversario. Rispetto a Baku però vedremo più curve di inserimento prolungato e meno ‘spigolate’, con anche diversi rapidi cambi di direzione – in Canda infatti molte curve dal senso opposto sono alternate. Per questo motivo anche il Direttore Tecnico dell’Alpine, Pat Fry, ha rivelato di aspettarsi un carico aerodinamico maggiore rispetto all’appuntamento di Baku.

Sentiremo ancora parlare di porpoising e, nuovamente, anche di bottoming, a causa di un asfalto che negli ultimi appuntamenti non aveva soddisfatto molto le squadre e i piloti. Il tema del rimbalzo sarà quindi ancora una volta cruciale, viste anche le alte velocità che si raggiungono. Il discorso è sempre più centrale nei pensieri e nelle dichiarazioni dei Team – sia per una questione fisica, ma anche per un motivo tecnico e di interessi personali – e sarà sicuramente un fattore che inciderà nella prestazione di alcune squadre.

Una tematica importante nello studio dell’assetto per le varie vetture sarà quella dei cordoli. In Canada sarà necessario avere una macchina che permette di aggredire i cordoli senza scomporsi troppo, o senza perdere il carico aerodinamico prodotto dal sottoscocca, che potrebbe portare a perdite di aderenza del posteriore, una situazione non nuova a queste vetture. Rispetto all’ultimo appuntamento inoltre, qui saranno molto più importanti le frenate. I dati Mercedes infatti mostrano come in Canada ci siano 3 punti dove si producono forze da 4G, per più di 4 secondi.

Tre su tre: Pirelli conferma la gamma di mescole morbide.

Dopo aver visto in Spagna l’uso degli pneumatici più duri della gamma, a causa dell’importante abrasione dell’asfalto, con il Canada saranno tre appuntamenti consecutivi che Pirelli conferma la scelta di usare le gomme più morbide del lotto. Saranno dunque ancora C3-C4-C5 ad essere a disposizione di team. La mescola più morbida in questi ultimi appuntamenti è sembrata aiutare in qualche circostanza la Red Bull mentre la Ferrari – confermandosi come i rivali sempre competitiva in tutte le circostanze – riusciva a sfruttare il maggior carico complessivo anche con le mescole più ‘dure’. Sarà quindi interessante studiare se queste caratteristiche si confermeranno, non solo qui, ma anche negli appuntamenti a venire, con mescole diverse.

“Il Gran Premio del Canada avrà molte variabili da tenere in conto. Il meteo è una, un’altra è che i dati a disposizione sono vecchi di tre anni ed anche gli pneumatici sono completamente diversi da quelli in fatto di struttura. I piloti dovrebbero essere in grado di spingere di più senza preoccuparsi del surriscaldamento. Le mescole dovrebbero risultare più stabili e con finestre di utilizzo più ampie” Questa la spiegazione di Mario Isola in ottica del Gran Premio del Canada, dove il focus potrebbe essere anche rivolto alla strategia, per una particolarità di questo circuito.

“Un aspetto interessante del Canada e che potrebbe influenzare le strategia è la corsia box. Un pilota può entrare ed uscire in meno di 20 secondi, uno dei tempi più bassi in calendario” ha fatto notare il Direttore Motosport Pirelli.

A livello di caratteristiche il Canada, come detto, non differenzia molto da Baku a livello di evoluzione della pista (classificazione 5) con valori massimi anche nelle voci trazione e frenata (risultando un po’ più impegnativa di Baku), mentre per ciò che riguarda lo stress delle gomme, abrasione e grip dell’asfalto siamo su livelli molto bassi.

Le temperature si abbassano con incognita pioggia.

Veniamo da dei Gran Premi molto impegnativi dal punto di vista delle temperature, una questione che invece potrebbe rappresentare un problema di minore importanza in quel di Montreal. Al momento infatti, oltre a prevedere forti temporali al giovedì, giorno dove non c’è ancora attività in pista, è prevista anche della pioggia al venerdì. Le possibilità di un weekend bagnato non sono da escludere, anche se per ora si va verso qualifiche e gara su asciutto, seppur con temperature piuttosto basse.

Si prevede infatti una ‘partenza’ alle prime libere sui 21° e si andrà man mano a scendere, con previsioni che parlano di un range di temperature in questi tre giorni dai 13° ai 18°, ma tutto è in divenire e in Canada nulla è certo fino all’ultimo secondo.

Certamente questa sarà un’altra importante variabili che i team terranno in mente: un weekend asciutto ma più fresco dei precedenti o un weekend bagnato? Un occhio al cielo in più del solito servirà darlo.

A Maranello si lavora: in Canada Ferrari punta ad una reazione d’orgoglio

Impossibile chiedere alla Scuderia italiana una reazione dal punto di vista ‘tecnico’. Come annunciato dalla stessa Ferrari, il motore è arrivato in fabbrica nella giornata di mercoledì ed è subito iniziata l’analisi per capire cosa è successo alla Power Unit di Charles Leclerc in quel di Baku, dove il motore 2 è andato in fumo divenendo inutilizzabile. Identificare e intervenire sul problema in meno di sette giorni è un qualcosa che in F1 semplicemente non è possibile. La Scuderia di Mattia Binotto andrà quindi in Canada con un piano ‘B’ che servirà ad evitare problemi, guardando però con un po’ di ottimismo a questo appuntamento. “Non sono preoccupato perché utilizzeremo una Power Unit nuova e a basso kilometraggio non dovremmo avere problemi” ha affermato lo stesso Team Principal italo-svizzero.

Sulla vettura di Carlos Sainz invece il problema è stato di natura idraulica e per questo motivo il suo motore non ha subito importanti danni, con Ferrari che quindi confermerà su di lui la seconda unità, portando quindi avanti un lavoro di analisi nella speranza che lo spagnolo sia anche più fortunato delle ultime gare e riesca a percorrere quei kilometri necessari a raccogliere dati. Un occhio di riguardo, per evitare inconvenienti, sarà certamente dato all’erogazione della potenza scelta per il Canada.

La F1-75 si sta confermando altamente performante, tanto da aver avuto il potenziale di dominare in Spagna, fare doppietta a Montecarlo e vincere il quel di Baku. Molte circostanze hanno portato però ad uscire sconfitto in modo brutale da queste tre trasferte e quindi il team, mentre a Maranello si procederà per risolvere questi inconvenienti che colpiscono anche i team clienti, proverà a reagire anche con l’orgoglio e portare a casa il risultato migliore possibile.

Red Bull proverà ad allungare, Mercedes dovrà (ri)alzarsi?

Il team di Max Verstappen e Sergio Perez in questo momento sembra essere quasi inscalfibile. Tutto sta andando per il verso giusto a Christian Horner e i suoi uomini, tra colpi di fortuna, scelte strategiche azzeccate ed una affidabilità ritrovata dopo un inizio di campionato zoppicante. Nessuno abbassa la guardia in quel team, ma è normale anche essere gratificati dopo questa rincorsa – ampiamente favorita dai problemi Ferrari – che ha portato al sorpasso e l’allungo sui diretti rivali in campionato.

Il tracciato sembra favorire le loro caratteristiche, più di quanto si potesse dire di Baku nonostante il lunghissimo rettilineo, soprattutto per via degli allunghi in cui si raggiungeranno velocità maggiori rispetto a quelli di Baku (escluso il lungo rettilineo di 2.2km azero), dove quindi avere una migliore efficienza permetterà di avare quel vantaggio di km/h che la RB18 sviluppa da inizio stagione (anche se Ferrari ha diminuito il Gap). Anche per loro le variabili potrebbero comunque costituire incognite da tenere sotto controllo. Meno invece potrà gioire la Mercedes, che quasi certamente sarà costretta ad un altro weekend in difesa.

Lunghi rettilinei, staccate importanti e curve lente, la ricetta perfetta per esaltare i difetti della Mercedes, unite ad un asfalto non impeccabile e delle temperature meno calde, che non faciliteranno il warm-up degli pneumatici, un problema cronico di questo progetto che anche a Montecarlo ha dato molti grattacapi.

Le condizioni di Lewis Hamilton hanno destato più di qualche preoccupazione alla fine della gara di Baku, ma lo stesso pilota inglese ha rassicurato i tifosi tramite i suoi profili Social “Non mi perderei il Canada per niente al mondo” . La FIA studia delle possibili soluzioni al porpoising, anche se il dibattito tra piloti-squadre-federazione è aperto e di difficile ‘soluzione unanime’. Come agirà Mercedes? Il porpoising sarà ancora una volta così dannoso per i suoi piloti? Se si, continueranno con questa ricerca della massima prestazione o arriveranno ad alzare la macchina, pagando il prezzo con il cronometro?

Il weekend del Canada si presenta con molti interrogativi interessanti, senza aver bisogno di citare ulteriormente il gruppo di mezzo dove le gerarchie cambiano costantemente: l’AlphaTauri è in risalita, l’Alfa Romeo deve ritrovare se stessa, Alpine e McLaren puntano a mettersi in cima al midfield e la Aston Martin sembra iniziare una lenta, ma incoraggiante, risalita dal fondo.