Prestazioni deludenti a SPA: la Ferrari c’è ancora?

Giuliano Duchessa
29 Ago, 2022

A SPA non c’è stata storia, in Olanda certamente sapremo se la Ferrari c’è ancora – nel confronto con la Red Bull – in questa fase finale della stagione.

La Ferrari c’è ancora? 

“Spa-Francorchamps è una pista lunga che amplifica i problemi o i pregi, non siamo sufficientemente forti nella gestione del degrado gomma” Ha detto Binotto dopo la gara.

In effetti su tutti e tre i compound Pirelli, la F1-75 non si è mostrata all’altezza delle attese. A Maranello ci si attendeva un weekend tutto sommato difficile, o comunque una Red Bull messa meglio, considerando le caratteristiche della pista che in ogni epoca recente hanno sempre premiato l’efficienza aerodinamica. 

Tuttavia è ancora difficile spiegare – più che il risultato – il gap accusato, soprattutto nei confronti di Max Verstappen. L’olandese ha fatto vedere una guida fenomenale che non ha lasciato spiragli nemmeno al compagno di team. Verso il primo terzo di gara era già in zona podio, potendo mostrare un posso 8 decimi più forte di Perez e 1.5” secondi sugli altri inseguitori. 

È chiaro che con questi numeri la gara è diventata più o meno una passeggiata. Al campione del mondo bastava semplicemente uscire indenne da Les Combes al primo giro. Dopo alcuni passaggi a vuoto, sembra che lo sviluppo dei tecnici Red Bull abbia centrato il target, cioè soddisfare lo stile di guida di Max preoccupandosi molto meno delle esigenze del messicano. 

Sembra che il Verstappen delle Ardenne sia riuscito a fare in un colpo solo ciò che non gli riusciva a inizio stagione, ossia guidare con meno ala anteriore senza andare in sottosterzo. Inoltre il pacchetto circuitosetup-configurazione aerodinamica-preferenze del pilota è risultato totalmente aderente alle caratteristiche di Red Bull. 

Quello Ferrari – al contrario – piuttosto scarso. Fin troppo per non credere che in alcune scelte si sia andati un po’ fuori strada. Ferrari ha anche testato un’ala da bassissimo carico cercando di valutare se fosse una buona opzione, non solo per Monza. Sarebbe stato meglio? Peggio? Non lo sappiamo. Certamente una minore esposizione al saltellamento avrebbe potuto aiutare ad abbassare l’auto, oltre ad avere qualcosa in più in termini di velocità in rettilineo, in modo da essere un po’ meno rigidi in trazione e in uscita di curva. I dati delle seconde libere di venerdì non hanno però offerto segnali tali da preferire questa opzione. 

Alla fine, Red Bull e Ferrari hanno optato per la stessa configurazione aerodinamica di Baku il che elimina una variabile nell’analisi. In più, all’epoca era stata cancellata gran parte della differenza in termini di efficienza. Questo aspetto dimostra che il problema a Spa sia nato prevalentemente dall’asse anteriore per via del degrado, secondariamente anche dalla trazione. 

Il degrado visto può avere alcune risposte. Una è che l’auto non ha generato carico sufficiente alle medio-alte velocità, eppure in qualifica il più veloce a Pouhon è stato Leclerc. L’altra, più probabile è da ricercare nel setup meccanico abbinato alle pressioni utilizzate. Un assetto super rigido non supportato da elevata downforce può determinare maggiore scivolamento mentre l’auto via via scende di peso, il che di solito porta in over-heating le gomme con importante accelerazione del degrado.

Il passo a singhiozzo (alternando giri appena decenti ad altri sotto tono) dimostra che la finestra di utilizzo non è stata perfettamente centrata, praticamente in nessuna fase della gara. Il passo almeno discreto di Sainz a inizio gara, sembra avvalorare tale ipotesi. 

Sainz ha seriamente rischiato il podio

Come sperato dai tecnici di Brackley, Mercedes è sopravvissuta al disastro (relativamente meglio di Ferrari) grazie all’aumento delle temperature. Un passo simile alle Rosse in gara, per via di un più ragionevole degrado mostrato da Russell. Solo la consistenza della gomma Hard ha salvato il podio di Sainz dal ritorno dell’inglese. La W13 non entrerà nel museo Mercedes, anzi rimarrà un oggetto misterioso. 

Tuttavia quello che è certo è che la Ferrari non aveva una coperta sufficientemente adeguata per lottare al top. Capita, del resto era successo il contrario a Melbourne. Se è stato un caso o se a Maranello hanno sbagliato la rotta lo capiremo tra pochi giorni. Cosi come capiremo se la RB18 ha fatto davvero un salto di qualità puro.

“Zandvoort è una pista totalmente diversa, da più alto carico, sono fiducioso che torneremo a lottare per la vittoria. Monza invece è una pista da più basso carico ma ha un compromesso diverso da Spa. Lavoreremo per capire come utilizzare al meglio l’auto e le gomme” ha spiegato Mattia Binotto. 

Se la Ferrari c’è ancora, almeno per le vittorie di tappa, deve bussare un colpo, e deve farlo in Olanda perché – al contrario del Belgio – per quanto visto fino a Budapest non si può dire che sia un circuito ostico per la F1-75.

Autore: Giuliano Duchessa

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