Sainz era in grado di provare a sfidare Gasly per la quarta posizione

Piergiuseppe Donadoni
9 Nov, 2021

Sainz era in grado di provare a sfidare Gasly per la quarta posizione.

La Ferrari ha agganciato il terzo posto nel costruttori con un discreto margine di punti sulla Mclaren, qualcosa che sembrava potesse essere piuttosto difficile dopo la doppietta McLaren a Monza.

In senso stretto a livello di prestazione – e non degli episodi – tra alti e bassi, la SF21 ha mostrato una continuità complessivamente maggiore.

Mclaren di contro ha saputo sfruttare quasi tutte le grandi occasioni avute a disposizione. Qualcosa che ha compensato il rendimento di Ricciardo. 

A quattro gare dal termine della stagione, Ferrari ha quindi raggiunto l’obiettivo che sin da inizio anno aveva dichiarato, ed è certamente nelle sue mani difenderlo. Ha le armi per riuscirci ma deve centrare meglio la prestazione rispetto a quanto visto in Messico. 

“Siamo avanti di 13.5 punti, ma ci sono ancora quattro gare. Quindi rimane una lotta serrata”, ha chiarito Mattia Binotto. “Ora voliamo in Brasile, speriamo di poter aumentare il vantaggio come lo abbiamo fatto qui in Messico”, ha continuato il tecnico del team italiano. Binotto.

Sull’atipico circuito di Città del Messico, la SF21 ha certamente sotto-performato. Non tanto a livello di punti quanto per un rendimento complessivo che ha deluso gli stessi tecnici di Maranello. 

“Speravamo in una prestazione migliore questo fine settimana, ma per noi come squadra è stato un buon risultato”, ha infatti affermato a fine gara il team principal Mattia Binotto.

“Ci sono mancati 5 decimi rispetto a quanto ci aspettavamo; dobbiamo ancora capirne il motivo, ma il Messico è sempre particolare. Tuttavia, pur non avendo tempo di fare grosse valutazioni, pensiamo di essere messi in una posizione più positiva per Interlagos…” ci ha confidato una fonte. 

Fondamentalmente, sarebbe ingeneroso chiamare “vuota” la gara Ferrari tuttavia, per quello che abbiamo analizzato, la SF21 si è comportata in maniera ‘troppo leggera’ sugli pneumatici. 

Senza contare l’ormai cronico problema degli avvii di gara. Una costante di tutto l’anno la mancanza di performance nelle prime fasi con una vettura che soffre molto l’aria sporca del traffico di inizio gara col pieno carico di carburante che ne limita la percorrenza soprattutto delle curve medio-veloci. La SF21 si è rivelata una vettura più sensibile ai valori di carico e di peso.

L’anteriore è tornato ad essere particolarmente limitante. A pagarne le maggiori conseguenze Leclerc, ricordandoci che il pilota monegasco gestisce molto meglio il sovrasterzo del sottosterzo, per una questione di stile di guida.

Le curve a Charles piace più percorrerle ‘a V’, minimizzando il tempo percorso in curva. Per far ciò gli serve una macchina più sbilanciata sull’avantreno, un qualcosa che ha spesso trovato in altre situazioni, in Messico no.

Non è un caso che Sainz sia stato molto più convincente di Leclerc nell’arco del weekend. Lo spagnolo gestisce con meno problemi una vettura che spinge di meno all’avantreno e di più al posteriore, sollecitando quindi meno la trazione.

Tornando indietro c’era probabilmente da provare scelte di bilancio più aggressive, anche se per la natura dell’asfalto del Messico, particolarmente sporco e green, è sempre complicato migliorare notevolmente il setup con il passare delle sessioni.

Il passo di Sainz potenzialmente era nettamente migliore, secondo quanto raccolto di ben 3 decimi al giro rispetto a quello del compagno di squadra.

Lo avrebbe certamente dimostrato se fosse rimasto davanti, prima della Safety car procurata dal contatto di Ricciardo su Bottas. 

Il distacco di ben 81 secondi rifilato da Verstappen a Leclerc non riflette quindi il potenziale della SF21 ‘messicana’ che comunque è stato insufficiente se consideriamo che a Maranello si aspettavano di prendersi un distacco medio di 0.55 secondi per giro (40 secondi totali) ed hanno invece chiuso con Leclerc ad un distacco doppio (1.15 secondi/giro).

Sainz avrebbe abbassato a 0.85 secondi/giro, un minuto a fine gara, ma comunque sempre lontano da quanto preventivato, seppur in linea con quanto mostrato da Pierre Gasly.

La vettura n.55 era infatti la sola vettura in grado di provare a sfidare il pilota francese dell’Alpha Tauri, il quale ha concretizzato e gestito una gara esemplare.

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Si può dire certamente che Ferrari si è trovata in questa ottica col pilota sbagliato a inseguire il team con sede a Faenza.

Lo scambio di posizioni è stato giustamente eseguito, ma troppo tardi. Certamente una scusante il fatto che è sempre complicato fare uno ‘swap’ di posizioni, soprattutto non concordato, durante il primo stint di gara. 

Autori: Giuliano Duchessa e Piergiuseppe Donadoni

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