Super Red Bull RB19: si è aperto un ciclo?

La gara di Jeddah ha confermato la schiacciante superiorità tecnica della Red Bull RB19. La previsione di Lewis Hamilton di qualche mese fa, su un possibile periodo di dominio in stile Mercedes, da parte del team di Milton Keynes, si sta per ora avverando. La vettura disegnata da Adrian Newey non presenta punti deboli e il distacco inferto in gara solo al primo degli inseguitori si attesta intorno al secondo. Difficile immaginare un ribaltamento di forze imminente.

Quello andato in scena sul circuito cittadino di Jeddah è stato un dominio in lungo e in largo da parte di una Red Bull troppo superiore a tutti. La seconda doppietta consecutiva in questo inizio di stagione 2023 da qualche risposta in più all’interrogativo che vorrebbe, con tutta probabilità, un campionato a senso unico. Una RB19 che ha messo in essere un dominio incontrastato, con un Max Verstappen già secondo a metà gara partito dalla quindicesima posizione. Intervistato a Sky UK, Christian Horner ha esaltato la gara di Perez, ma al contempo non ha trattenuto le lodi verso il lavoro svolto su questa RB19: “Checo ha fatto una gara perfetta, una delle migliori in carriera. Devo però fare i complimenti a tutto il team per il lavoro svolto. Questa macchina è incredibile“.

Red Bull Perez

Il numero uno al muretto Red Bull ha voluto anche stemperare la tensione riguardo un possibile polemica fra i due piloti, con Max Verstappen autore del giro veloce all’ultimo giro nonostante Lambiase gli avesse detto più volte di gestire. Tuttavia, anche Perez ci stava provando, salvo poi arrendersi dopo poche curve. Il punto aggiuntivo vale a Max il mantenimento della leadership sul mondiale e Horner ha affermato che i piloti saranno liberi di correre in una stagione che vede per adesso Perez unico capace di poter avvicinare il compagno Verstappen. Insomma, una F1 che sembra essere tornata al 2014, con un unico team là davanti a contendersi i primi due posti in solitaria.

In gara non c’è storia: Red Bull fa gara a sé la domenica

In linea generale, la Red Bull ha avuto un passo gara inarrivabile. Rispetto al Bahrain, dove, nella parte finale di gara, le due RB19 sono andate in gestione, in Arabia abbiamo apprezzato il vero potenziale nel ritmo di gara. La battaglia a suon di giri veloci fra i due alfieri del team anglo-austriaco ha infatti messo in mostra la vera performance della vettura anglo austriaca, oltre un secondo più veloce in media nel ritmo gara rispetto al primo degli inseguitori, in questo momento la sorprendente Aston Martin AMR23. Mentre Mercedes e Ferrari sono a 1.3 secondi. 

Red Bull RB19 Perez

La prima delle inseguitrici – la AMR23 di Alonso – ha tagliato il traguardo a 20 secondi di distacco in una gara in cui è entrata la Safety Car. Ferrari notte fonda, a oltre 35 secondi. Il campionato 2023 pare sia indirizzato ad essere una questione privata fra i due piloti Red Bull, anche se l’ago della bilancia pende per gran parte verso il campione del mondo Max Verstappen, mentre Perez dovrà dimostrare di ripetere le prestazioni dell’Arabia per tutte le gare in calendario. Difficile, considerando che spesso le vittorie del messicano sono venute in weekend ‘sfortunati’ pe rMax.

Efficienza e carico: in Arabia la Red Bull è tornata a dominare nella parti finali dei rettilinei

Sono più veloci di noi, non solo in curva ma anche nei rettilinei.” questo il commento di Charles Leclerc al termine della gara in merito alle prestazioni della Red Bull. Con estrema franchezza il monegasco ha evidenziato come il team di Milton Keyens quest’anno abbia portato in pista una vettura che ha ereditato le le doti dello scorso anno, rafforzandone i punti deboli. Sul veloce circuito cittadino dell’Arabia Saudita la vettura di Verstappen e Perez è tornata ad essere la più veloce nella parte finale dei rettilinei. Questa è la prima sentenza arrivata da Jeddah. La RB19 della prima gara in Bahrain non aveva mostrato un potenziale degno della vecchia RB18 in rettilineo, poiché era stato proposto un compromesso aerodinamico più in direzione del carico nelle curve – soprattutto in relazione a Ferrari, che non aveva corso con un assetto aerodinamico ideale, e da una veloce Mercedes che ha invece gareggiato con l’ala di nuova filosofia (più scarica).

In Arabia è stato impressionante vedere come la RB19 aprisse la forbice nella parte finale dei rettilinei – soprattutto in quello prima dell’ultima curva, ovvero il più lungo. Nell’ultimo tratto Red Bull ha dato paga a una Ferrari con una maggior tendenza al clipping, mentre l’ibrido del Power Unit Honda sembra garantire quello step in più come eravamo abituati a vedere nel 2022. D’altronde la squadra italiana ha lavorato soprattutto per sistemare i problemi di affidabilità lato endotermico (compreso il turbo) mentre Honda ha sviluppato, per quanto possibile, la parte elettrica.

RB19 vs SF-23 Jeddah

Come avevamo già visto in Bahrain, la Red Bull ha approcciato questa stagione con dei rapporti molti lunghi, tale che persino in una pista come quella di Jeddah – che ha lunghi tratti a farfalla aperta e con assetto da basso carico – si vede un utilizzo dell’ottava marcia solo nella parte finale. Una caratteristica che contraddistingue la RB19 da tutte le altre squadre. Paragonata ad Aston Martin invece, la RB19 offre più performance in rettilineo per un motivo prettamente aerodinamico, con una Aston Martin che ha confermato la tendenza della prima gara, ovvero quello di gareggiare con ali più cariche per sfruttare al massimo la performance in curva. Questo maggior carico permette alla AMR23 di essere più forte in staccata, frenando più tardi e portando velocità in ingresso curva.

RB19 AMR23
confronto ali posteriori della Red Bull e della decisamente più carica Aston Martin

Red Bull può aprire un ciclo stile Mercedes fino al 2025: l’affidabilità è l’unica preoccupazione al momento

Lewis Hamilton durante la passata stagione aveva affermato che la Red Bull avesse le carte in regola, qualora il vantaggio tecnico del 2022 sarebbe stato mantenuto, di aprire un ciclo di vittorie simile a quello che ha costruito Mercedes gli anni passati. In questo inizio di stagione 2023 il divario tecnico da Red Bull si è addirittura ampliato.  La RB19 ha staccato i competitor, con una Ferrari che non ha mantenuto le promesse e con la stessa Mercedes che paga ancora le scelte sbagliate fatte con il progetto ’22.

Red Bull RB19

La continuità tecnica che ci sarà fino al cambio di regole – soprattutto lato Power Unit – si protrarrà per i prossimi tre anni, nei quali la Red Bull può davvero puntare al filotto di vittorie con la supremazia tecnica attuale. Non c’è un singolo motivo che spieghi la prestazione super, o un segreto particolare. Semplicemente il progetto in sé è centrato appieno. La RB18 non ha mai sofferto il saltellamento, e questo ha portato con sé dei vantaggi importanti in termini di assetto e sviluppo. Il sovrappeso non è più un problema sulla RB19, ed è in parte merito dello step che abbiamo visto fra la vetture 2022 e 2023. Tuttavia, Red Bull crede di poter perdere una buona parte del vantaggio a causa della limitazione nello sviluppo in galleria del vento e CFD. Che gli altri team quantificavano in 2 decimi, una inezia rispetto al vantaggio di un secondo sul passo gara che ha la RB19 sui diretti competitors.

L’unico dubbio sorto in questa gara dell’Arabia Saudita per Red Bull è sul fronte dell’affidabilità, che è l’unico fattore nel quale i competitor si potranno aggrappare nella speranza di vincere una gara. Il problema sorto a Verstappen in qualifica non ha riguardato il Power Unit, bensì il semiasse destro. Un problema che ha destato preoccupazione anche a gara in corso, ma che, fortunatamente per il team anglo austriaco, non ha portato ad un ritiro per il campione del mondo. “Dobbiamo fare meglio come squadra, non possiamo avere questi problemi.” ha fatto sapere uno scocciato Max Verstappen. “Sarebbe stata una gara completamente diversa per me. Alla fine abbiamo limitato un po’ i danni. Ma qui avrei dovuto vincere, ha poi continuato. “Nel team sono tutti contenti, ma io non sono qui per finire secondo”.

Red Bull RB19

In casa Red Bull si sta già indagando, con il problema che sembrerebbe di natura prettamente strutturale e che potrebbe portare i tecnici a valutarne i rischi in caso di piste altamente sollecitanti sulle sospensioni, come ad esempio l’Austria. Tuttavia la pausa di un mese permetterà al team di Milton Keynes di correggere eventualmente il tiro.

Autore: Rosario Giuliana
Co-Autore: Andrea Vergani