Ferrari: definito il programma per i primi giorni in Rosso di Hamilton

Luca Manacorda, Giuliano Duchessa
19/11/2024

La stagione 2024 di F1 si appresta a imboccare le ultime curve, con tre weekend di gara consecutivi che definiranno i verdetti di questo campionato rivelatosi molto più combattuto di quanto si potesse immaginare a marzo. Per i team il lavoro sulla monoposto 2025 è iniziato da tempo e anche la programmazione delle prime attività del nuovo anno è in fase avanzata. Questo vale in particolare per la Ferrari, la quale attende l’arrivo della superstar Lewis Hamilton.

Il sette volte iridato, fortemente voluto dal presidente John Elkann e annunciato ancora prima che iniziasse l’attuale stagione, dovrà però pazientare prima di iniziare a prendere contatto con la sua nuova squadra. A differenza di Carlos Sainz, che grazie al via libera ricevuto dalla Ferrari potrà già scendere in pista con la Williams nei test che si terranno sul circuito di Yas Marina l’indomani dell’ultimo gran premio dell’anno, Hamilton dovrà attendere la naturale scadenza del suo contratto con Mercedes, ossia il 31 dicembre. A scendere in pista per la scuderia di Maranello nella sessione in Medio Oriente sarà invece Antonio Fuoco, reduce dalla stagione nel WEC dove ha vinto la 24 Ore di Le Mans al volante della 499P.

Il primo approccio con Maranello: un programma già definito

A Maranello il programma per l’atteso arrivo di quello che è stato il rivale di tante battaglie è già stato stilato e definito. Stando a quanto abbiamo raccolto, lo sbarco di Hamilton in Emilia avverrà a gennaio inoltrato e la Ferrari preparerà un reportage sul suo primo giorno nella sede del Cavallino Rampante e sulla presa di contatto con la fabbrica e gli uomini dei vari reparti. Difficilmente in questo primo documento filmato troveranno spazio dichiarazioni del pilota, che vorrà prima approfondire la conoscenza dell’ambiente.

L’esordio al volante di una Rossa avverrà ovviamente sulla pista di casa a Fiorano: in quell’occasione, Hamilton si metterà al volante di una delle monoposto a effetto suolo viste in pista nelle scorse stagioni. Potrebbe essere la SF-23 del passato campionato, oppure la F1-75 del 2022. Il regolamento prevede la possibilità di utilizzarle entrambe, a decidere saranno gli ingegneri della Ferrari in base al tipo di allenamento studiato per il britannico.

L’ingaggio di Hamilton è anche una grande operazione di marketing per la Ferrari, che farà del sette volte iridato un suo uomo immagine. Il britannico verrà accompagnato da alcuni dei suoi munifici sponsor personali come ad esempio Monster, Puma e Tommy Hilfinger. Nelle scorse settimane è circolata l’ipotesi che lo stesso Hamilton possa diventare sponsor della Ferrari attraverso il suo brand di tequila analcolica Almave che ha tra gli investitori anche un gigante del settore come Pernod Ricard.

La coesistenza con Leclerc

Tra le perplessità avanzate dall’esterno riguardo l’ingaggio di Hamilton, in molti – tra cui recentemente anche Bernie Ecclestone – hanno sottolineato come la coesistenza con Leclerc potrebbe essere fonte di problemi per la scuderia ma anche per lo stesso ex pilota della Mercedes. A riguardo, ci è stato riferito che l’approccio del britannico al mondo Ferrari è stato molto intelligente: nonostante il palmares da record e i 7 titoli iridati, il prossimo quarantenne inizierà la nuova avventura con grande umiltà. I rapporti con Leclerc sono buoni da tempo, come testimoniano le loro chiacchierate riprese durante i weekend di gara e la Ferrari non cambierà il suo modo di gestire i piloti, garantendo di gestire la coppia con la massima equità possibile.

Un trattamento paritario dunque tra il detentore di un’infinità di record della storia della F1 (dai 7 titoli mondiali alle 105 vittorie, dalle 104 pole position ai 201 podi) e il talento cresciuto nel vivaio del Cavallino Rampante su cui tanto si è puntato che è anche un modo per ribadire come, ancora una volta, nessun pilota sia più grande e importante della Ferrari stessa. Un concetto che lo stesso Hamilton sembra aver già fatto suo, come dimostra questo approccio all’ultima – ma decisamente prestigiosa – sfida della sua leggendaria carriera.

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