Una gara iniziata in prima e terza posizione si è conclusa con appena 18 punti al traguardo e ha probabilmente sancito la fine, a meno di grossi colpi di scena, della corsa per il mondiale Costruttori per la squadra di Maranello. Per il quarto anno (di fila) la fantastica Pole Position di Charles Leclerc al sabato non è stata mantenuta la domenica anche a causa di una strategia sbagliata non solo al muretto: la fase di accensione delle Hard è quella in cui Piastri ha portato a termine l’ottima manovra di sorpasso per la testa della corsa, e il pilota della Ferrari non è mai riuscito a controbattere. Dall’altra parte lo sfortunato incidente con Perez ha tolto un possibile podio a Carlos Sainz che, gestendo la prima parte del secondo stint, ha potuto dimostrare la superiorità del passo Ferrari rispetto a Red Bull e McLaren.
Ferrari era superiore nel passo con entrambe le mescole e con entrambi i piloti
La pole position di sabato ha permesso a Charles Leclerc di effettuare il primo stint con l’aria pulita davanti, mantenendo in vita gli pneumatici nonostante un’accensione molto più brusca rispetto a quella effettuata dal compagno di squadra: nei primi cinque giri c’è stata una differenza di oltre 6 decimi al giro tra i due piloti della Rossa, e questo spiega l’improvviso degrado sulla vettura numero 16 alla fine del primo stint. Sulle medie il vantaggio rispetto alla MCL38 di Oscar Piastri si è avvicinato ai quattro decimi al giro: il ‘secondo pilota’ della McLaren che ha sofferto l’aumento di passo da parte del leader a partire dall’ottava tornata e non aveva vita negli pneumatici per rispondere. Tuttavia i cinque secondi di vantaggio accumulati nel primo stint sono scomparsi al rientro in pista dopo la sosta al giro 16, un giro dopo quella del 81 papaya.
Per certificare il vantaggio della Rossa in termini di passo nella gara di ieri si può analizzare il secondo stint di Carlos Sainz: rientrando davanti a un Max Verstappen in estrema difficoltà, lo spagnolo ha potuto accendere la mescola C3 come da programma nei primi sei giri dello stint e il vantaggio medio rispetto alla MCL38 di Oscar Piastri è stato di due decimi al giro netti sulle gomme bianche. Leggendo i numeri è difficile immaginare come Ferrari sia riuscita a perdere la gara di ieri, ma la mancanza di una velocità di punta sufficiente e l’aria sporca ha impedito a Leclerc di effettuare il sorpasso sul vincitore, nonostante il vantaggio in termini di velocità. A questo si somma la gara perfetta di Piastri nella gestione totale dei 51 giri, manifesto di un futuro campione del mondo con enormi meriti.
La strategia: l’undercut McLaren era telefonato, con queste vetture l’aria pulita è un grande fattore
La fase dei pit stop è iniziata al giro 12 con la sosta di Max Verstappen in enorme difficoltà a causa di una RB20 fuori dalla finestra di funzionamento; al giro dopo Red Bull ha scelto di richiamare Perez per cercare un undercut su Piastri. Il messicano ha incontrato il traffico di Norris e Albon che sono costati diversi secondi: lo stesso Christian Horner ha dichiarato che senza tempo perso in quella fase Perez avrebbe potuto vincere. Al giro 15 McLaren aveva una scelta da fare: restare fuori aspettando una eventuale Safety Car e perdere la track position nei confronti della Red Bull, oppure rientrare mantenendo la track position e rischiare di perdere la posizione su Sainz a causa della Safety Car. Probabilmente la scelta del muretto di Woking era legata alla decisione di lasciare fuori Leclerc, ma così facendo Ferrari era certa di perdere il vantaggio accumulato e successivamente la track position nella gentile fase di riscaldamento ordinata a Leclerc.
L’immediata frustata data alle gomme da Piastri, non ascoltando le indicazioni dei suoi ingegneri, ha consegnato la track position all’australiano anche grazie allo stupendo sorpasso in curva 1: da lì in poi ha gestito in maniera perfetta il distacco su Leclerc, sfruttando anche un vantaggio a DRS chiuso che ha fatto discutere molto nel post gara, e non ha incontrato il ‘cliff’ delle gomme grazie all’aria pulita. Dall’altra parte Leclerc e Ferrari sono rimasti fermi all’obbligo di non spingere subito sulle gomme, trovandosi così alle spalle della McLaren e in piena aria sporca per moltissimi giri. La supponenza di avere la vettura migliore ha spinto ad accettare la perdita della posizione in pista, che con queste vetture è tornata un fattore fondamentale e da non trascurare: il crollo degli pneumatici del monegasco a fine gare lo testimonia.