Se il mondiale 2024 era cominciato con premesse completamente diverse rispetto alla situazione attuale, in casa Ferrari traspariva comunque ottimismo per il progetto SF-24. La rossa di Maranello nelle prime gare si è imposta come seconda forza in campo, alle spalle di Red Bull, ma con un vantaggio nei confronti dei diretti avversari di casa McLaren e Mercedes. Con l’arrivo degli appuntamenti estivi la Ferrari si è però resa protagonista di una flessione sul fronte prestazionale, a discapito dei competitor che si sono messi in mostra per un netto cambio di passo.
Un’ottima Ferrari fino a Monaco, e poi?
Dopo le prime due gare in Bahrain e Arabia Saudita, il sentiment del paddock era quello di una stagione che sarebbe stata dominata da una Red Bull apparentemente inarrivabile. Eppure in casa Ferrari la fiducia non mancava alla luce delle buone sensazioni ricavate dal lavoro compiuto nell’inverno. Il problema di affidabilità che ha colpito la RB20 di Verstappen in Australia, ha infatti consegnato alla Ferrari il primo successo stagionale, nonché il terzo in carriera per Carlos Sainz. Una vittoria che ha dato misura di quanto la rossa avesse iniziato la stagione da seconda forza, candidandosi come l’inseguitrice numero uno dei detentori del titolo. Sebbene le gare successive abbiano riservato qualche momento di incertezza, nel complesso la Ferrari ha mantenuto questo ruolo, a livello di performance, fino alla gara di Miami, dove è arrivato il primo successo in F1 di Lando Norris. Una vittoria, quella della McLaren, che non ha però preoccupato la Ferrari alla luce delle sensazioni positive ottenute dal debutto della cosiddetta ‘SF-24-EVO’ in quel di Imola. Il primo pacchetto di sviluppi aveva infatti dato i riscontri auspicati dai tecnici di Maranello. Un lavoro celebrato nel migliore dei modi la settimana successiva a Monaco, con lo storico successo di Charles Leclerc che resterà impresso nel cuore dei tifosi Ferraristi e degli appassionati di motorsport.
Sull’onda dell’entusiasmo del successo casalingo del monegasco, il team principal Frédéric Vasseur aveva chiamato l’ambiente a mantenere i piedi per terra. Nessuno si sarebbe però aspettato ciò che è avvenuto nelle settimane successive alla gara del Principato. Nei mesi di giugno e luglio la Ferrari si è spesso rivelata la quarta forza in pista, rendendosi protagonista di un processo inverso rispetto a quanto compiuto da team come McLaren e Mercedes. Due team che avevano cominciato la loro stagione con tutt’altro brio. Se il doppio zero del Canada si pensava fosse un caso isolato di weekend nero, con l’introduzione degli sviluppi a Barcellona si sono rifatti vivi i fantasmi delle stagioni passate. La tripletta Spagna-Austria-Gran Bretagna non ha riservato soddisfazioni ad una Ferrari che si è ritrovata improvvisamente con freno a mano tirato, figlia di non poche difficoltà di interpretazione della monoposto. L’emblema di queste fatiche è stato il weekend di Silverstone, quando Leclerc e Sainz sono scesi in pista con due vetture dalla configurazione differente. Una scelta presa per poter effettuare comparazioni a livello di dati e sensazioni dei piloti, con l’obiettivo di capire quali fossero i limiti dei nuovi upgrade. Proprio al termine di quel fine settimana Vasseur aveva affermato: “non eravamo campioni a Monaco e non siamo stupidi oggi.” Una dichiarazione che alla luce dei valori attuali dà misura di quanto lavoro ci sia ancora da fare a Maranello, ma al tempo stesso non toglie quello che resta un grande rammarico. In una stagione in cui un team come la Red Bull, che vinceva incontrastato, è protagonista di una frenata importante, la Ferrari non si è fatta trovare pronta a sfruttare quella che poteva essere una ghiotta occasione. Un qualcosa di cui si sono rese protagoniste invece McLaren e Mercedes che, grazie ad un importante cambio di marcia, hanno fatto piazza pulita degli ultimi 4 GP.
Il futuro incerto non ha condizionato Carlos Sainz
Guardando alle ultime stagioni, mai come quest’anno quello dei piloti in casa Ferrari è stato un tema sotto i riflettori nel paddock. Ad accendere la miccia è stato senz’altro la notizia bomba, ancor prima che prendesse il via la stagione, del trasferimento di Lewis Hamilton a Maranello nel 2025. Sin dalla presentazione della SF-24, nelle sessioni dedicate alla stampa non sono quasi mai mancate domande a Carlos Sainz in merito al suo futuro. Lo spagnolo che ha sempre affermato di voler conoscere il suo futuro prima dell’avvio di un campionato, si è trovato improvvisamente sul mercato piloti. Una condizione tutt’altro che semplice per Sainz, che ha disputato tutte le gare fino alla pausa estiva con un ulteriore pallino in testa oltre alle faccende legate alla pista. L’annuncio post Spa del passaggio in Williams nel 2025 ha chiuso questo lungo capitolo, che però Sainz è ben riuscito a gestire. Lo spagnolo non si è mai lasciato condizionare dalle tematiche contrattuali, estraendo sempre il massimo del potenziale dalla SF-24, anche quando le condizioni non sono state proprio agevoli. Su questo fronte ha faticato leggermente di più Charles Leclerc, in quelle occasioni in cui la monoposto ha iniziato a manifestare dei deficit di performance. In questo scenario il monegasco ha trovato qualche difficoltà in più a livello di feeling con la vettura. Ciò si è riflettuto nella ricerca del limite, dove non è mancata qualche sbavatura. Con le gare in Ungheria e Belgio la Ferrari è tornata a manifestare note positive e, anche alla luce degli aggiornamenti previsti per Monza, le speranze di un ritorno di fiamma per la seconda parte di stagione non sono da spegnere.