Nel paddock del Brasile è iniziata a circolare un’altra voce che da seguito a quelle emerse e verificate sull’ala posteriore della McLaren dopo Baku e del T-Tray ‘regolabile’ della Red Bull di cui si è parlato la settimana successiva, ad Austin. Un botta e risposta di accuse e sospetti, che ha inasprito le ultime settimane di lotta tra il team di Woking e quello di Milton Keynes in quella che sembra essere una vera e propria guerra Red Bull-Mclaren.
La FIA è stata chiamata a verificare un altro possibile ‘trucco’ utilizzato sulla MCL38 e che riguarda gli pneumatici Pirelli visto che, secondo la Red Bull, alcuni team, tra cui proprio la Mclaren, avrebbero utilizzato nei GP passati un trucco per aumentare l’umidità all’interno degli pneumatici con lo scopo di raffreddarli. In che modo sarebbe possibile farlo? Iniettando acqua o un altro liquido non specificato negli pneumatici attraverso le valvole di gonfiaggio. Un qualcosa di insolito nella F1 moderna visto che le squadre hanno sempre cercato di abbassare il livello di umidità per cercare di non innalzare ulteriormente la pressione delle gomme. Tant’è che il regolamento sportivo, nell’articolo 10.8.4, afferma che “è vietato qualsiasi processo il cui scopo sia quello di ridurre la quantità di umidità nello pneumatico e/o nel suo gas di gonfiaggio” e non di aumentarlo perchè una pratica simile a quella esposta dalla Red Bull alla FIA è stata bannata anni fa dalla Federazione stessa.
Isola: “Impossibile verificare il passato, se la FIA vorrà faremo ulteriori controlli”
Ai microfoni di Sky Sport F1, Mario Isola ha dato una prima importante opinione a riguardo. “Noi forniamo, come da accordi, gli pneumatici con all’interno solamente aria secca. L’umidità all’interno rende più difficile il controllo delle pressione e le fa anche aumentare maggiormente“ ha spiegato l’italiano al microfono di Mara Sangiorgio, confermando che sono in atto discussioni con la Federazione e spiegando che però l’innalzamento dell’umidità comporterebbe anche un vantaggio. “L’acqua inserita in uno pneumatico, vaporizzando, permetterebbe un trasferimento di temperatura dalla gomma al cerchio, facendola degradare meno avendo temperatura più basse“. Il responsabile Pirelli è intervenuto in merito agli ultimi sospetti emersi riguardo l’utilizzo degli pneumatici sulla McLaren. A far sorgere chiaramente questi dubbi e chiedere chiarimenti è stata la Red Bull, in quella che ora è divenuta anche una vera e propria caccia alla streghe. L’accusa è quella di utilizzare una piccola quantità di acqua o altro liquido all’interno dello pneumatico per facilitarne la gestione in gara, migliorando il degrado.
Questa soluzione andrebbe ad alzare un po’ le pressioni, ma sarebbe un rischio calcolato ed accettato dalla squadra. “Si preferirebbe perdere infatti un po’ di prestazione per la pressione più alta, ma avere una gomma più stabile sul long run” ha infatti affermato il Direttore di Pirelli Motorsport. Terminata la spiegazione, Mario Isola ha precisato che al momento questo è tutto da verificare e provare “se la FIA ci chiederà di fare controlli, noi li faremo, collaborando insieme a loro”. Da quanto appreso da Formu1a.uno, sia FIA che la Pirelli sono già rimaste soddisfatte dai primi controlli effettuati nel post Sprint Race. E’ chiaro che se il costruttore italo cinese di pneumatici trovasse delle ireggolarità a riguardo, le segnalerebbe ai commissari di gara, che potrebbero arrivare ad una possibile e anche probabile squalifica della vettura con un livello di umidità elevato trovata all’interno della gomma. Sul come sia possibile controllare quanto è stato espresso dalla Red Bull, Isola ha infatti spiegato che “sarebbe possibile farlo, per esempio, tramite strumenti che controllano l’umidità all’interno degli pneumatici” ma che tornare indietro sulle gomme degli appuntamenti passati è invece praticamente impossibile visto che i controlli andrebbero effettuato al momento, appena possibile, come quelli effettuati in Brasile.