La seconda vittoria in carriera a Monza ha consacrato (o incoronato?) Charles Leclerc, come pilota completo sotto tutti gli aspetti: nel 2019 il successo era arrivato grazie a una qualifica superlativa e una difesa sofferta, quest’anno la gestione della gara è stata fondamentale per risalire sul gradino più alto del podio sfruttando al massimo le caratteristiche migliori della SF-24 ossia la gestione gomme in gara. La monoposto si è comportata molto bene nelle curve a bassa velocità e ha beneficiato degli aggiornamenti anticipati e considerati dagli uomini di Maranello come cruciali per il successo. Negli anni in cui il monegasco è stato a Maranello non sono state realizzate vetture che gli hanno permesso di lottare per il Mondiale, ma Charles è cresciuto da tutti i punti di vista. Gli 86 punti di distacco da Max Verstappen e i (soli) 24 da Lando Norris testimoniano la stagione di primo livello del numero 16 nonostante diversi appuntamenti difficili corsi in estate.
La gestione gomma non è un nuovo asso nella manica, ma un punto di forza consolidato
Quando si parla di Charles Leclerc si pensa alle sue tante Pole Position e alla bravura del monegasco nel riuscire ad estrarre oltre il 100% della vettura sul giro secco. Quest’anno per lui è molto più difficile principalmente a causa di una vettura molto più in difficoltà sul giro secco e che non permette ai piloti di fare la differenza ma la velocità pura sul giro secco è stata fin da subito il suo marchio di fabbrica e le 25 Pole Position ne sono la prova. Tuttavia tra le difficoltà della Ferrari, negli ultimi anni Charles ha migliorato molto la gestione degli pneumatici e della gara. Se nei primi anni gare come il GP del 70esimo Anniversario e il GP del Portogallo nel 2020 o il GP di Turchia del 2021 erano delle eccezioni positive, negli ultimi due anni prestazioni di questo calibro non sono più una novità.
Con una vettura così problematica al sabato, raramente è stato possibile fare la differenza in qualifica rispetto a Carlos Sainz: i giri “alla Leclerc” che si sono visti quest’anno sono stati a Monaco e a Spa, in condizioni particolari in entrambi i casi. È stato il caso anche questo fine settimana, con soli 6 millesimi a separare i due piloti della Ferrari al termine delle Qualifiche. In gara la storia è stata diversa: Sainz ha disputato un’ottima prova, ma ha concluso il GP con 15 secondi di distacco dal compagno che è stato semplicemente perfetto. Dopo il sorpasso chirurgico su Norris, il DRS e la scia di Piastri – che davano un vantaggio di 3 decimi al giro – hanno tenuto Leclerc vicino al leader nel primo stint, prima che i suoi pneumatici C4 iniziassero a degradare a causa della guida per tanti giri in aria sporca.
Dopo il primo pit stop, il monegasco ha spinto subito sugli pneumatici: 1.24.2, 1.23.8, 1.24.2 sono stati i suoi primi giri sulla C3, senza gestire troppo (linizio del secondo stint è stato molto simile a quello di Piastri) e dando l’impressione di puntare su una strategia a due soste, provando a impensierire la seconda posizione di Norris. Da lì in avanti uno stint perfetto, anche grazie a una vettura che nelle curve di Lesmo e all’Alboreto gli permetteva di giocare con l’acceleratore a metà curva, caratteristica che si vede nella telemetria del numero 16 quando la monoposto gli da fiducia e funziona bene. Gli ultimi giri sono un’opera d’arte considerando il passo mantenuto lungo tutto lo stint: 1.23.5, 1.23.7, 1.23.268, tutta Monza in piedi ad accogliere ogni passaggio della Rossa del principe di Monaco. Nel 2019 aveva vinto da relativo sconosciuto, questo fine settimana è stato il protagonista indiscusso: ora le carte sono in regola, i passi in avanti sono stati fatti, manca ‘solo’ il primo titolo.