Per scelte (anche) incomprensibili, una tempesta perfetta si è abbattuta sui piloti in Qatar

La situazione in Qatar è andata anche oltre i limiti tollerabile per i piloti, ma la FIA si è trovata contro una 'tempesta perfetta' di condizioni avverse che hanno reso l'appuntamento di Lusail così complicato. Anno prossimo il Gran Premio sarà verso Dicembre, con condizioni già molto diverse. Il pericolo principale è stato il rischio di un colpo di calore, ben più pericoloso della "semplice" disidratazione. La FIA studierà possibili soluzioni ed interventi nel caso si trovasse ad affrontare di nuovo condizioni simili.

Il fine settimana del GP del Qatar verrà ricordato, oltre che per la terza incoronazione di Max Verstappen, anche per la tempesta perfetta abbatutasi sui piloti, con importanti problemi fisici incontrati dai più durante e nel post gara. Rimarranno le immagini che mostrano i piloti scendere dalle loro auto completamente esausti, alcuni come Stroll che, barcollante, ha richiesto sin da subito delle cure mediche e che ha affermato di essere svenuto nell’abitacolo durante la gara, arrivando persino al ritiro di Logan Sargeant, impossibilitato a continuare per mancanze di forze, anche a causa di un indebolimento fisico causato da sintomi simil-influenzali all’inizio della settimana che portava al weekend qatariota.

Gli indici di calore indicano situazioni di importante pericolo ma in Qatar si è abbattuta sui piloti una tempesta perfetta senza precedenti

Il giorno successivo alla gara, la Federazione ha fatto sapere di aver rilevato “con preoccupazione” che i valori estremi di temperatura e l’umidità durante il Gran Premio del Qatar di Formula 1 FIA del 2023 hanno avuto un impatto sulla salute dei piloti. “Pur essendo atleti professionisti, non ci si dovrebbe aspettare che competano in condizioni che potrebbero mettere a repentaglio la loro salute o sicurezza” ha affermato la Federazione con un comunicato.

In Qatar si è abbattuta sui piloti una tempesta perfetta e probabilmente senza precedenti. La gara è stata estremamente calda, con temperature di 31-32°C durante la gara accoppiate ad una umidità del 75%. I vari indici di calore con quei livelli di temperatura e umidità indicavano situazioni di importante pericolo con possibili colpi di calore in seguito a prolungata esposizione al sole e/o attività fisica.” ci ha fatto sapere un importante medico sportivo che lavora nel mondo delle ruote coperte, affermando l’elevata improbabilità che nessun team fosse a conoscenza di possibili problemi di natura fisica ai propri piloti. Proprio il colpo di calore era il maggior problema durante la gara di domenica, un qualcosa di maggiormente pericoloso e meno gestibile della più classica disidratazione. “È stata molto più dura che a Singapore. Faceva troppo caldo nell’abitacolo. Eravamo al limite che qualcuno potesse prendersi un colpo di calore” ha fatto sapere Valtteri Bottas, pilota Alfa Romeo, a fine gara. Agli elevati indici di calore, che potevano già prevedere una gara molto complicata per i piloti, c’era da sommarci che, a differenza degli altri giorni, il vento era estremamente calato e solo leggero. “Nelle prove libere non è andata poi così male. Forse perché lì c’era più vento. Oggi sembra esserci una mancanza di ventilazione ed è diventato tutto estremo.” ha confermato Fernando Alonso.  

Se questi fattori erano puramente climatici e, in un certo modo, imprevedibili e immodificabili, una serie comunque unica di condizioni di gara imposte dalla FIA hanno costretto i piloti a gareggiare con molta più intensità del solito, su uno dei circuiti fisicamente più impegnativi del calendario e senza che ci fossero importanti interruzioni dovute a Safety Car o Virtual Safety Car per dare un attimo di respiro ai piloti. La questione cordoli, con conseguenti microtagli agli pneumatici che hanno richiesto l’intervento della FIA per limitare il numero di giri di ogni stint, e un degrado contenuto degli pneumatici, ha infatti obbligato i piloti a spingere a tutta per i 57 giri di gara, con un team che ha stimato in circa mezzo secondo al giro più veloce, il passo gara rispetto ad una gara a due soste, facendo divenire la condizioni ancor più critiche di quelle già presenti.

La Fia ha già imparato: il GP del Qatar si correrà a dicembre nel 2024 

Una serie quindi di fattori, che tutti insieme hanno generato delle condizioni di importante pericolosità per la salute dei piloti, i quali hanno dovuto sopportare anche 70°C all’interno dell’abitacolo. “Sembrava di essere in un forno” ha fatto sapere George Russell, un pilota che ha ammesso anche di allenarsi, a volte, all’interno di una sauna per preparare gli appuntamenti stagionali più caldi e umidi. Ma il Gran Premio del Qatar è andato oltre anche le peggiori condizioni immaginabili.

Chiaramente l’errore più importante è stato l’inserimento ai primi di ottobre di una gara critica in questo periodo dell’anno dal punto di vista termico. La Fia ha affermato la volontà inserire delle raccomandazioni per allineare il calendario a condizioni climatiche accettabili, tuttavia, per il 2024 non servirà visto che il GP del Qatar verrà corso all’inizio di dicembre, quando la temperatura media sarà ben 10°C inferiore, una differenza significativa. C’è poi la questione track limits e cordoli, posati il mese scorso, con i lavori di ristrutturazione al circuito terminati solo una settimana prima dell’arrivo in pista della F1. A causa di importanti richieste da parte della FIM, la Federazione Internazione del Motociclismo, non è stato possibile inserire delle vie di fuga in ghiaia, richieste invece dalla FIA, che avrebbero potuto eliminare gli ormai famosi cordoli piramidali. Non è obbligatorio che gli organizzatori o la Fia informino Pirelli delle modifiche apportate al circuito, tuttavia, non c’era nemmeno il tempo per condurre un’analisi approfondita delle soluzioni utilizzate per il costruttore italocinese. Lascia altrettanto perplesso come le squadre siano state anch’esse tenute all’oscuro delle soluzioni utilizzate fino a pochi giorni dal weekend del GP. Le foto del circuito ci sono arrivate solamente il martedì della settimana del GP e per questo non abbiamo potuto provare il ‘nuovo’ circuito al simulatore. Dalle immagini si notavano cordoli davvero aggressivi e tutti gli ingegneri erano preoccupati” ha fatto sapere Yuki Tsunoda, legandosi più a possibili problemi strutturali di alcuni componenti della vettura, come il fondo, piuttosto che agli pneumatici.

Nella prossima riunione della commissione medica a Parigi verranno poi discusse una serie di misure, come possibili linee guida per i piloti, la ricerca di possibili modifiche per un flusso d’aria maggiormente efficiente in arrivo all’interno dell’abitacolo, o anche possibili altre soluzioni come dei cooling break utilizzando la Virtual Safety Car in determinate fasi della gara. Per la Fia serve ancora imparare molto per il futuro, soprattutto per non presentarsi in questo inaccettabile modo su ‘nuovi’ o modificati circuiti, perchè prevedere quanto successo nella giornata di domenica era certamente molto difficile, dove si è abbattuta sui piloti una tempesta perfetta senza precedenti e dove fortunatamente non si sono verificati incidenti, che poi è ciò che maggiormente conta.

Autore: Piergiuseppe Donadoni