Australia – Analisi prove libere: Ferrari davanti a tutti, RedBull insegue

Piergiuseppe Donadoni
8 Apr, 2022

Anche in Australia è sempre Ferrari contro Red Bull, cosi come in Bahrain e in Arabia Saudita. Per i team non era del tutto chiaro se il ‘nuovo’ Albert Park potesse essere diventato un tracciato da medio o medio/basso carico aerodinamico, cosi alcuni, come Mercedes e soprattutto Red Bul, sono scesi in pista con assetti più scarichi per poi caricare le loro vetture dentro o tra una sessione e l’altra.

Insomma, era una sfida interessante per i team, considerando il nuovo layout, la nuova generazione di auto accoppiate ai nuovi pneumatici da 18″ Pirelli e un asfalto appena posato, quindi trasudante di bitume e con, almeno inizialmente, poca aderenza. Non devono quindi sorprendere commenti come quello di Leclerc quando parlo di “uno dei venerdì più difficili” .

Ferrari con chiare idee ‘aerodinamiche’ e tanta raccolta dati in questo venerdì

I team hanno sfruttato questo venerdì per svolgere i canonici programmi, quindi simulazioni di qualifica nella prima parte delle seconde libere, per poi passare ai classici long run sul finire della sessione.

Molto attiva quest’oggi la Ferrari che ha provato con Charles Leclerc un nuovo fondo/diffusore e una nuova ala, come anticipato da Formu1a.uno e confermato poche ore da Mattia Binotto in persona a SkySports UK. La modifica più importante riguarda il diffusore, che presenta novità nella parte centrale, tuttavia, altre modifiche sono presenti (seppur non visibili ad uno occhio esterno) nella parte bassa del fondo. Sottoscocca utilizzato solo nelle FP1 da Charles Leclerc per una raccolta dati di fondamentale importanza in una stagione dagli aggiornamenti contingenati per via del budget cap. Come anticipato nelle scorse ore, era importante il suo utilizzo per convalidare i miglioramenti della soluzione visti in galleria del vento e al CFD. Dalle prime informazioni raccolte, in casa Ferrari non sembrano essere pienamente soddisfatti dell’aggiornamento.

Oltre a ciò, nelle due ore di libere sono state effettuate svariate prove con variazioni delle altezze da terra e regolazioni meccaniche, sempre con l’obiettivo di acquisizione dati, utili a Maranello per lo sviluppo della F1-75. Non deve quindi ‘preoccupare’ il tanto porpoising visto su entrambe le vetture italiane. “Penso che molto comunque dipenda dalla pista”, ha fatto sapere Leclerc, ricordando: “In Bahrain l’avevamo un pò, meno a Jeddah, qui un po’ di più. Ci stiamo comunque lavorando e di positivo c’è che non ci sta limitando molto in termini di tempi sul giro”.

Il team italiano ha effettuato prima di tutti il tentativo con le Soft, un qualcosa da non sottovalutare in una pista ancora più in evoluzione rispetto a quanto siamo già abituati a vedere nelle varie libere degli weekend. Charles Leclerc ha chiesto un giro extra per poter acquisire maggior fiducia e fare poi il giro che lo ha messo in vetta alla classifica – così poi da poter procedere con l’analisi del passo gara negli ultimi 20 minuti della sessione. “E’ stato difficile mettere insieme il giro. Loro [Red Bull] non lo hanno fatto poichè Max ha avuto un po’ di traffico nel suo giro veloce. Domani sarà una lotta serrata e dovremo estrarre il massimo della vettura per centrale la pole” ha fatto sapere il monegasco al termine della giornata.

Red Bull più ‘carica’ nelle seconde libere ma cosi si accentua il sottosterzo della RB18 

Red Bull è scesa in pista durante le prime libere con un assetto aerodinamico simile a quello portato in pista a Jeddah, cosi come Ferrari. Un assetto che al simulatore di Milton Keynes aveva dato dei buoni risultati, non confermati in pista. Per questo, mentre Ferrari confermava le sue scelte nel pomeriggio australiano, Red Bull ha caricato entrambe le RB18, passando a livelli molto più simili a quelli delle F1-75. Tuttavia, le vettura anglo austriache hanno sofferto di molto sottosterzo, nelle curve di media e medio alta velocità, un qualcosa che è legato all’eccessivo peso della RB18 e dalla non ottimizzarne il bilanciamento. Più viene caricato il posteriore, e c’è un limite per ora, maggiormente imprevedibile e sottosterzante diviene la RB18. Lavorando sul setup si riesce a mitigare, sempre considerando gli ormai soli 120 minuti di libere prima di entrare in parco chiuso.

Foto confronto @JunaidSamodien_

Come nei primi due appuntamenti della stagione, continuano a vedersi in pista le stesse macro caratteristiche tecniche delle due vetture: Red Bull più veloce negli ultimi due terzi dei rettilinei, Ferrari più brava in frenata, curva e trazione. Entrambe le F1-75, soprattutto nel terzo settore, potevano frenare dopo e accellerare prima, potendo comunque contare su una maggior velocità in curva. Ma non solo: a quanto capito da Formu1a.uno, “non è solo una questione di velocità, ma anche di metri percorsi” ci ha fatto sapere un ingegnere. Entrambe le F1-75 possono percorrere meno strada poichè “girano più strette”. Come preventivato, il nuovo e molto più veloce secondo settore va contro le caratteristiche della vettura italiana se pensiamo che Ferrari ci lascia 2 decimi di secondo e 8 km/h a Red Bull.

“Nelle prime prove libere e nella prima metà delle seconde, il bilanciamento non era ottimo” ha fatto sapere Max Verstappen – Siamo un po’ indietro rispetto alla Ferrari, ma penso che possiamo avvicinarci ancora un po.” ha concluso. Importante, secondo il pilota olandese, il feedback della macchina sui long run che “ci ha indicato che nelle seconde libere abbiamo preso una buona direzione in termini di setup“.

Con i suoi due alfieri, Ferrari ha avuto un passo medio nei pochi giri di long run (compound medio) attorno al 24 basso sia con Charles Leclerc che con Carlos Sainz. Max Verstappen ha chiuso il suo stint con una media di 1:23.425 mentre Sergio Perez è un po’ più attardati in 1:23.809. La lotta sembra sarà ancora qui, tra queste due squadre, sarà molto importante per entrambi le squadre valutare bene l’evoluzione della pista e del degrado, un qualcosa di deficitario per Ferrari in Arabia.

Mercedes con gomme fredde, ma le temperature saliranno

In questo venerdì dell’Australia, il gap tra i top team (Ferrari e Red Bull) e quello che ormai siamo abituati a chiamare, all’inglese, midfield, è ancor più evidente. A sorprendere Alpine, che sembra aver iniziato al meglio terzo weekend stagionale e si candida come prima competitor di Mercedes.

Mercedes invece ‘preccupa’. Non ci si aspettavano miracoli dalla squadra anglo tedesca, nemmeno dai piccoli accorgimenti trovati nelle due settimane tra l’Arabia e Melbourne, tuttavia, se essere nella terra di nessuno poteva essere un vantaggio che gli permetteva di esplorare e sperimentare, questa non sembra essere la situazione dell’Australia. Alcune altre squadre, come McLaren e Alpine progrediscono, la W13 no. Nelle simulazioni di qualifica hanno chiuso fuori dalla Top 10 e anche i loro passi gara – George Russell con una media di 1:25,764 mentre Lewis Hamilton ha fatto peggio in 1:26,164, entrambi su Medium – non hanno posto il team campione del mondo lontano dai pericoli.

Alla base dei loro problemi le più basse temperature ambientali delle seconde prove libere che non hanno permesso ad entrambe le W13 di portare in temperatura gli pneumatici anteriori. Meno invece il porpoising. “Siamo stati molto più competitivi nella prima sessione rispetto alle condizioni più fresche della sera ei dati che stiamo vedendo dalla macchina confermano il fatto che non portavamo correttamente in temperatura gli pneumatici, ha detto Shovlin. Effettivamente la pista è calata di 8°C tra le due sessioni. Incontro al team otto volte iridato verranno le temperature ambientali che andranno a crescere con il passare del weekend.

Resta comunque il fatto che la W13 è una vettura lenta e anche piuttosto ‘capricciosa’. “Le modifiche che apportiamo non ci fanno mai fare la differenza. Siamo ottimisti, facciamo questa modifica che potrebbe portarci dei vantaggi, ma invece non migliora niente” ha detto una sconsolato Lewis Hamilton.

Alpine e Bottas positivi ma la vera sorpresa è Mclaren?

Come abbiamo detto in precedenza, positivi i riscontri per Alpine che, con Alonso è riuscita a girare con una media di 24.4 nei long run (compound Medium), soprattutto con una importante costanza dei tempi, mentre Ocon ha girato in 25.1 con gomma Hard. “Il ritmo sui long run sembra costante e competitivo. E penso che anche sul singolo giro andiamo bene”. L’obiettivo per il team francese è quello di portare entrambe le vetture in Q3 su un nuovo layout di Melbourne che “si adatta un po’ meglio alla nostra vettura” ha fatto sapere il TP della squadra francese.

Intenzionati a iscriversi a questa lotta per il Q3, facendo da guastafeste per i due inglesi della Mercedes e il duo Alpine, possono essere anche i McLaren – con Lando Norris che ha disputato un long run con una media di 24,9 a parità di gomma, mentre Daniel Ricciardo con la Medium era di poco più lento (25.1).Più giri facciamo, più capiamo la macchina. Abbiamo avuto questa partenza difficile in Bahrain perché abbiamo perso molto tempo durante i test”, ha affermato il TP del team inglese, Seidl. “Capiamo meglio la macchina e, inoltre, questa pista si adatta meglio alla nostra macchina rispetto alle precedenti”, ha detto Seidl.

Anche l’Alfa Romeo sarà della partita per il Q3 con Valtteri Bottas, in una pista che sembra poter essere piuttosto congeniale per le caratteristiche della C42 e – seppur con meno giri di altri (solamente 3) – la sua simulazione di long run ha fatto registrare un interessante 24,6 su Medium. Il pilota finlandese si è poi meritato i complimenti dal proprio Direttore Sportivo. “È un ragazzo che motiva sempre il team, anche quando abbiamo problemi, come in Bahrain. Abbiamo avuto altri piloti che sarebbero andati fuori di testa mentre Valtteri infonde sempre fiducia nella squadra”.

Più attardate le Haas – che con la Hard (a parità di Ocon) girava circa 3 decimi più lento – ma anche l’Alpha Tauri con Gasly che sulla Soft ha pagato un gap di circa mezzo secondo su Ricciardo, mentre Tsunoda con la Hard ha avuto dei riscontri migliori. La Aston Martin e Williams, come spesso è successo in questo inizio di stagione 2022, a chiudere una griglia che è da considersi a tutti gli effetti ‘virtuale’. C’è una notte di analisi dati e scelte definitive per le varie squadra che domani, all’inizio delle FP3, entreranno definitivamente in parco chiuso.

Autore: Piergiuseppe Donadoni e Paolo D’Alessandro

Co Autore: Giuliano Duchessa

Privacy Policy Cookie Policy