Autore: Piergiuseppe Donadoni
Sembrava uno di quei weekend perfetti per Max Verstappen, nella sua seconda casa (la prima è chiaramente il GP d’Olanda) e in quella soprattutto di Red Bull. Sceso in pista il venerdì, la sua RB18 ha risposto fin da subito come piaceva a lui. Pole position nel tardo pomeriggio e vittoria 24 h dopo nella Sprint Race. Tuttavia, la marea ‘orange’ ha potuto festeggiare solamente una seconda piazza nella Main Race domenicale dove a vincere è stata la Ferrari di Charles Leclerc con un Carlos Sainz ritirato a pochi giri dalla fine per un problema al suo motore. Lo spagnolo sembrava essere sulla buona strada per far conquistare alla squadra italiana una importantissima doppietta soprattutto per inseguire il sogno Costruttori, anche lui era chiaramente più veloce di un Max Verstappen invece piuttosto in difficoltà con la gestione di entrambi i compound utilizzati in gara.
I problemi di usura si erano già intravisti nella Sprint Race
Mattia Binotto, team principal Ferrari, è arrivato nella classica conferenza stampa post GP piuttosto felice. “Sono assolutamente felice perché abbiamo vinto due gare di fila e soprattutto entrambe a casa Red Bull, se consideriamo che la loro sede è a pochi km da Silverstone e il Main Sponsor è austriaco”, ha sorriso l’ingegnere italo svizzero, a capo della squadra italiana.
Le deludenti prestazioni della RB18 in termini di gestione gomma erano già state osservate dagli uomini in rosso durante la mini gara del sabato. Solo un incomprensione tra i due piloti e la squadra hanno messo al riparo Verstappen da un possibile attacco. La strategia pensata da Sainz durante la Sprint, ossia spingere per non far scappare subito Max, è stata utilizzata durante la gara domenicale. “La Sprint ci ha dato una mano: abbiamo avuto un indizio del potenziale che poteva avere Max, anche se chiaramente non potevamo sapere quanto stesse spingendo” ha fatto sapere Leclerc. Di un’idea diversa invece in casa Red Bull. “Secondo la nostra analisi, il nostro degrado nella gara Sprint è stato similare a quello della Ferrari“, ha detto Christian Horner, aggiungendo che quindi non se lo aspettavano cosi importante nella gara principale.
Ne è uscita una Red Bull più lenta della miglior Ferrari di 2 decimi ad inizio stint, gap che poi si allargava sempre più per via del degrado nettamente più importante sulla RB18 e tale da portare la squadra anglo austriaca su una strategia a 3 soste rispetto alle preventivate due fermate nel caso di usura maggiore del previsto, come si è poi verificata. Un squadra anglo austriaca che non ha riuscita ad andare incontro alla normale evoluzione della pista, con in più la variante della pioggia, comunque attesa, nella notte tra sabato e domenica.
Sottosterzo a serbatoi pieni, poi tanto sovrasterzo man mano gli pneumatici perdevano aderenza
Quella vista in pista nella giornata di domenica è stata una delle RB18 più brutte della stagione, seconda solo a quella che ha corso in Australia dove soffrì di un enorme graining anteriore che ne limitò in modo importante le prestazioni. Se all’Albert Park, il problema compromise il bilanciamento in una unica direzione (sottesterzo pesante all’anteriore) per tutta la gara, in Austria la RB18 ha sofferto si, dopo pochissimi giri e a serbatoio pieno, il sottosterzo in curve come la 4, la 9 e la 10, tuttavia, dopo alcuni giri di ogni stint il bilanciamento cambiava nettamente. Le posteriori andavano in “cliff”, ossia iniziavano a perder aderenza, e quindi dal sottosterzo si passava al sovrasterzo con una mancanza di trazione alle curve come la 1, la 3 e la 4.
“Ci siamo accorti abbastanza rapidamente che l’usura delle nostre gomme era molto peggiore di quella della Ferrari.” – ha fatto sapere Helmut Marko nel post gara – “Abbiamo quindi reagito puntando ad una strategia aggressiva con ben tre soste“. Questo ha certamente aiutato nella gestione della lunghezza dello stint ma non l’usura degli pneumatici che, messi sotto pressione fin dai primissimi giri, decadevano molto velocemente. “Stranamente alla fine della gara eravamo più veloci della Ferrari con la gomma media e l’usura era tornata quella di venerdì” ha continuato il consulente della squadra anglo austriaca che si è comunque dimenticato dell’importante problema avuto da Charles Leclerc, costato al monegasco fino a 6 decimi al giro. Certo, la pista più gommata accoppiata a serbatoi scarichi ha aiutato la RB18 a riprendere un pò di prestazione.
“È un po’ strano quello che è successo e dobbiamo esaminarlo. Deve essere successo qualcosa agli pneumatici in termini di temperatura o pressione” ha continuato Marko. Insomma, Red Bull non ha centrato la corretta finestra giusta d’utilizzo e per questo ha pagato una importante penalità in termini di usura. La pista austriaca è tra quelle indicate come rear limited ossia dove dovresti proprio proteggere, quindi favorire, le posteriori con un bilancio più spostato all’indietro. La squadra anglo austriaca con gli aggiornamenti portati in pista, sia quelli relativi al dimagrimento che quelli prattamente di miglioramento aerodinamico, ha spostato l’equilibrio sempre più sull’anteriore. Da qui un Checo Perez sempre più in difficoltà mentre, al contrario, Verstappen ne ha certamente beneficiato. In generale, poi entrano in gioco moltissimi altri fattori, ma la RB18 è una vettura che riesce a dare il meglio di sè sugli pneumatici in circuiti front limited, come il Paul Ricard sede del prossimo GP, mentre Ferrari trova più facilmente il bilancio in quelli limitati posteriormente.
Tra Baku, Silverstone e l’Austria sono stati introdotti degli aggiornamenti al fondo e ai deviatori di flusso posizionati all’ingresso dei canali Venturi, di chiara derivazione Ferrari, oltre ad un cofano motore ridisegnato nella parte alta che ha cambiato i flussi in arrivo nella parte alta del diffusore, sulla beam wing e al di sotto dell’ala posteriore. Sono da considerarsi aggiornamenti importanti poichè sono le prime evoluzioni che si discostano dalla filosofia iniziale della RB18 e che soprattutto dovevano dare un vantaggio prettamente aerodinamico rispetto a quelli derivanti anche dal dimagrimento della vettura anglo austriaca come nei pacchetti di Imola e Spagna.
In un weekend negativo, Verstappen ha comunque limitato i danni
“Abbiamo fatto il giro veloce, quindi Max ha fortunatamente limitato i danni” ha affermato giustamente Helmut Marko. Il campione del mondo ha perso cosi solo 5 punti nei confronti di Charles Leclerc nel weekend austriaco, se si considera il punto guadagnato per il giro veloce e quello nella Sprint Race del sabato. Silverstone e Austria, due weekend certamente non positivi per diversi aspetti ma dove il campione del mondo ha massimizzato il risultato in modo impeccabile. Si vincono anche cosi i mondiali. Anche dal punto di vista del mondiale Costruttori, Red Bull può certamente sorridere visto che il ritiro di Checo Perez poteva pesare molto di più in termini di punta, tuttavia, con il KO al motore di Carlos Sainz, i ritiri tra le due squadre sono state pareggiate.
Red Bull è comunque piuttosto arrabbiata con il proprio secondo pilota poichè un eventuale sorpasso all’esterno di curva 4 era stato discusso nel briefing pre gara. “Glielo avevamo già detto prima della partenza: non tentare il sorpasso all’esterno in curva 4 perchè non è possibile”, ha affermato un Helmut Marko che avrebbe preferito una maggior pazienza per il pilota messicano. Dopo l’incidente, l’auto era troppo danneggiata e non aveva senso continuare a rimanere in pista con la possibilità di incorrere in problemi all’endotermico visto che il contatto con la W13 aveva leggermente danneggiato anche un radiatore. La domanda è cosa avrebbe potuto fare Perez nella battaglia con la Ferrari. Secondo Horner, al massimo un podio. “La Ferrari aveva la macchina più veloce ed erano migliori di noi in termini di usura delle gomme, ma Checo sarebbe salito sul podio se non si fosse ritirato” ha detto l’inglese.