Mario Almondo esclusivo: “Brembo è come Ferrari”

Paolo D’Alessandro, Piergiuseppe Donadoni
15/10/2024

La Formula 1 non è formata solamente dai dieci team che si schierano in griglia, perché insieme a loro sono presenti tutti i loro fornitori. Tra queste c’è sicuramente la Pirelli, il fornitore di pneumatici, ma anche un’altra azienda totalmente italiana, che è parte fondamentale delle prestazioni e della F1 in generale, ossia Brembo. L’azienda bergamasca è cresciuta sempre di più dal suo arrivo in F1, arrivando a ‘conquistare’ la fiducia della totalità della griglia di F1 mentre da quest’anno anche Max Verstappen e la famiglia Red Bull, Racing Bulls compresa, sono passati ai dischi freni Brembo. Nella recente chiacchierata con Formu1a.uno, Mario Almondo, il Chief Operating Officer di Brembo Performance, ha parlato della storia e degli obiettivi di Brembo.

Almondo: “La parola Monopolio non mi piace, ad ogni Gran Premio dobbiamo guadagnarci la fiducia di team e piloti. Brembo è come Ferrari e gareggiare al limite è il banco di prova più importante”

La Formula 1 è la categoria al vertice del Motorsport a quattro ruote non solo da un punto di vista dello spettacolo ma anche economico e soprattutto tecnologico. Particolarmente rilevante è lo sviluppo di ogni singolo componente e la ricerca del limite tra prestazione e affidabilità. “Portare al limite ciò che pensi e fai, significa imparare sempre cose nuove sui materiali, sulle simulazioni, sul design e tutto ciò che riguarda i processi di lavorazione e ingegneria che ci sono dietro” ha infatti affermato Almondo a Formu1a.uno. La storia di Brembo è molto simile a quella di un altro storico marchio italiano che gareggia attivamente in F1 dalla sua fondazione, ossia la Ferrari. “Con loro c’è una collaborazione che va avanti dal 1975 ed è un binomio ricco di tanti alti e qualche basso. Tuttavia, come Brembo, forniamo tutti i team e lo sviluppo è parte del nostro DNA da racer. Gareggiare al limite è il banco di prova più probante e stressante che esista”. Un esempio è il livello raggiunto dalle simulazioni, che si avvicina ora a quello dei team di F1, dotati di tecnologie molto avanzate. Lo sviluppo di queste metodologie e la loro applicazione è stata molto utile nel 2022, dopo il cambio regolamentare. “Siamo andati in pista fornendo tutti i team con impianti frenanti completamente nuovi, basandoci solamente sulle simulazioni e sui test ai banchi. E’ stato un successo perché non abbiamo avuto problemi” ha affermato l’ingegnere italiano.

La ‘popolarità’ e la qualità dei prodotti Brembo è aumentata in modo importante negli ultimi anni, andando anche oltre quelle che erano le legittime aspettative iniziali. Il nostro obiettivo non può che essere altro che arrivare a fornire tutta la tecnologia e i componenti della funzione frenante a tutti i team, come già facciamo in MotoGP, anche se non è affatto semplice ed è una grande responsabilità. Però siamo sulla buona strada” ha spiegato Almondo, anche sorridendo. Per arrivarci c’è un continuo lavoro di miglioramento delle strutture per la produzione e sviluppo di ogni componente. “Ad esempio, solo da alcuni anni, noi sviluppiamo e produciamo tutto il carbonio in sede, in una zona dove fino a poco tempo fa c’era solamente un ‘green field’. Ci poniamo sempre il target di migliorare costantemente. Per il carbonio ad esempio al momento forniamo cinque team, quindi abbiamo ancora margini di miglioramento”. Resta comunque inteso che le prestazioni insieme alla sicurezza restano gli obiettivi cardine di ogni fornitura Brembo. “Qui c’è gente che va a 350 km/h e tutti noi vogliamo dormire sonni tranquilli la sera. Tutto dev’essere perfetto!”. Anche nella stagione 2024, Brembo fornisce le pinze a tutte le squadre, tuttavia, Almondo non vuole sentire parlare di monopolio: “Non mi piace, sa di preconfezionato. Noi non abbiamo nessun contratto con Liberty Media o la FIA. Se un team domani volesse lasciarci, non potremmo dire nulla. Per questo dobbiamo guadagnarci la fiducia dei team in ogni Gran Premio. Sarebbe facile per noi “sedersi”, invece in questo modo noi dobbiamo costantemente migliorarci per essere i più bravi, ogni settimana, ogni stint, ogni giro, ogni singola frenata”

Brembo ed AP due aziende della stessa famiglia. Un occhio anche al futuro con i progetti 2025 già avviati.

Brembo fornisce le pinze a tutte le squadre, tuttavia, la Mclaren utilizza soluzioni firmate AP Racing, un’azienda inglese che però è parte integrante della famiglia Brembo. “E’ un’azienda al 100% di Brembo, con una storia diversa ed una sua storica identità. Brembo ed AP condividono alcuni processi base, poi AP ha la sua ingegneria. Per quanto mi riguarda, dire AP è come dire Brembo. AP è un marchio addirittura più longevo di Brembo, anche se forse meno vincente, ma il nostro obiettivo è valorizzare ed alimentare entrambi i marchi. E’ una scelta dei team. E’ giusto che AP sia in F1 e questa è stata una scelta McLaren” ha voluto precisato Almondo, parlando così anche del secondo marchio riguardante gli impianti frenanti, presente in F1. Come ogni squadra, si punta al meglio e questo implica anche provare, come detto prima, ad avere più squadre possibili sulla griglia. “Puntiamo al 100% ma è giusto e sfidante che ci sia anche della competizione” – ha affermato il Chief Operating Officer di Brembo Performance – “Brembo fornisce pinze e frizioni a tutta la griglia. Diamo anche brake-by-wire e pompe, tranne a quei team che possono permettersi di produrli in casa, ed è giusto che lo facciano se questa è la loro scelta”.

 

In questo 2024 stiamo assistendo ad un mondiale molto combattuto tra 4 squadre che hanno raggiunto un livello tale da poter – in diverse fasi della stagione – contendersi la vittoria. Lo sviluippo al limite di queste monoposto impatta direttamente anche su Brembo e i suoi materiali, con richieste dei team volte a cercare di affinare ogni minimo dettaglio delle F1. Si sente sempre parlare di freni in un Gran Premio. A dire il vero però, come per gli pneumatici, dobbiamo ricordare che i freni vincono e perdono assieme alle vetture su cui sono montati. Infatti  “Contrariamente a quanto si pensa, gli ingegneri hanno molta fantasia. Se in un team di 1000-1500 persone ci sono 600 ingegneri, pur con tutte le restrizioni del caso al regolamento tecnico, state sicuri che qualcosa verrà sempre fuori e in questo mondo ogni dettaglio può fare la differenza”. Per quanto riguarda infine il prossimo anno, non ci saranno differenze clamorose, con molte squadre attese da un importante “carry over”,anche se novità ce ne saranno comunque (come nel caso della Ferrari), nonostante un regolamento tecnico giunto al termine del suo ciclo. “E’ vero che c’è il budget cap, ma in F1 non ci si accontenta mai” ha concluso l’ex direttore tecnico Ferrari

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