Horner: “Verstappen ricorda lo Schumacher degli anni ’90”

Luca Manacorda
04/10/2024

La Red Bull è entrata in una crisi tecnica e di risultati praticamente impossibile da immaginare dopo i primi dominanti successi di inizio stagione. La parabola discendente della RB20 è iniziata con il weekend storto di Monte Carlo e si è via via sempre più acuita, tanto che l’ultimo successo risale al GP Spagna di giugno. La classifica Costruttori, dove la McLaren ha preso il largo, rispecchia bene questa situazione, mentre nel mondiale Piloti Max Verstappen sta incredibilmente riuscendo a limitare i danni e può ancora contare su un margine più che discreto su Lando Norris. Si tratta dell’ennesima dimostrazione della bravura del tre volte iridato, un aspetto su cui si è soffermato il suo team principal Chris Horner nella sua lunga chiacchierata con il podcast ufficiale del Circus, F1 Nation, durante il quale ha parlato anche di altri piloti dell’universo Red Bull.

Horner: “Verstappen ha una capacità senza precedenti di guidare attorno ai problemi”

I successi a ripetizione collezionati da Verstappen tra il 2023 e l’inizio del 2024 hanno in parte nascosto quelli che erano i problemi che stavano emergendo nello sviluppo delle monoposto del team austriaco. Paradossalmente, la scuderia avrebbe dovuto guardare di più alle difficoltà incontrate invece da Sergio Perez, poi confermate dal compagno di squadra solo nelle ultime gare disputate quest’anno.

A riguardo, Horner ha utilizzato un paragone importante per spiegare le qualità di Verstappen: “Penso che grazie alla sua capacità senza precedenti di guidare intorno ai problemi, Max sia stato in grado di affrontarli. Ricorda il modo in cui guidava Michael Schumacher negli anni ’90, sapeva gestire quella macchina meglio di chiunque altro, mentre altri avevano difficoltà. Max ha quella capacità di guidare intorno a quei problemi. Quindi penso che fossero già più o meno intrinsechi, ma solo a Monza ne abbiamo visto l’entità. Lì abbiamo visto fino a che punto si era rotto il contatto tra gli assi anteriore e posteriore. E le cifre che ci aspettavamo di vedere in pista erano a chilometri di distanza dalle nostre simulazioni“.

Le difficoltà di adattamento di Ricciardo: il fattore età

Una situazione opposta a quella di Verstappen è stata vissuta negli ultimi anni da Daniel Ricciardo. Come abbiamo analizzato in questo approfondimento sulla carriera dell’australiano, l’avvento delle nuove monoposto a effetto suolo avvenuto nel 2022 non è mai stato digerito dal 35enne di Perth, protagonista di una pessima stagione con la McLaren e poi di un ritorno in AlphaTauri/Racing Bulls decisamente sotto le aspettative.

Secondo Horner, proprio l’età di Ricciardo può aver giocato un ruolo importante nella sua scarsa capacità di adattamento, così come lo aveva favorito quando la sua carriera decollò con l’eccellente debutto al volante della Red Bull nel 2014, all’avvento dei motori ibridi: “Quando arrivi in ​​F1, ricevi un’enorme quantità di informazioni perché tutti analizzano quanto forte premi il freno, dove e quando freni, il tuo stile, l’energia che stai immettendo nella gomma… Ciò che tendi a trovare in un ragazzo giovane, e Daniel stesso lo era quando è saltato nella nostra macchina insieme a Vettel, è la capacità di adattarsi molto rapidamente. Forse perché non sono viziati da altri preconcetti su come dovrebbe essere un’auto, si adattano. Esattamente ciò che ha fatto Daniel nel 2014: eravamo passati dai V8 ai V6 e l’auto quell’anno aveva una caratteristica diversa. Lo scarico che soffiava non c’era più, il che rendeva l’auto un po’ più nervosa all’ingresso. Lui, molto rapidamente, ha preso il sopravvento su Seb quell’anno ed è stato in grado di gestirlo meglio“.

La conferma di questa teoria arriva anche dai sorprendenti debutti di due rookie visti quest’anno, Oliver Bearman e Franco Colapinto: “Penso che forse, man mano che avanzano nella loro carriera, sono meno accomodanti nel guidare auto non così eccezionali o auto che hanno dei vizi, perché le confrontano sempre con alcune delle auto migliori che hanno avuto. È difficile dirlo, ma i ragazzi giovani, ci entrano, sono affamati e ci danno dentro, ed è quello che stiamo vedendo con tutti questi junior che stanno arrivando in questo momento. Sono ben preparati, gareggiano bene, capiscono come conservare le gomme e così via. Bearman e Colapinto hanno fatto un lavoro fantastico“.

Racing Bulls Ricciardo

Per Ricciardo, invece, ciò che è mancato è stata la capacità di garantire una costanza di rendimento a un buon livello. Secondo Horner, il weekend del GP Miami è stato eloquente da questo punto di vista: “Penso che ad essere decisiva sia stata la mancanza di consistenza. Voglio dire, ha iniziato la stagione in modo approssimativo, e poi Miami è stato un weekend diviso in due. Il venerdì e il sabato mattina sono stati fantastici e sembrava il Daniel di una volta, difendendosi dalle Ferrari e guidando meglio della macchina. Ma poi il sabato pomeriggio e la domenica sono stati disastrosi“. In Florida, l’australiano stupì con il quarto tempo nelle qualifiche della Sprint poi confermato nella gara breve, ma crollò poi nella qualifica per il gran premio, dove ottenne solo il diciottesimo tempo, deludendo poi anche la domenica.

La grande occasione per Lawson: all’orizzonte c’è la Red Bull

Uscito di scena Ricciardo, sono Yuki Tsunoda e Liam Lawson i piloti ora sotto osservazione. La coppia della Racing Bulls deve sfruttare le ultime sei gare della stagione per mettersi in mostra e candidarsi a un’eventuale sostituzione di Perez alla Red Bull.

Parlando del ritorno del neozelandese, Horner non ha escluso la possibilità di altri avvicendamenti, anche se Perez ha già firmato un contratto valido per il 2025: “Abbiamo bisogno di risposte per il quadro generale in termini di piloti. Con sei gare rimanenti, è l’occasione perfetta per schierare Liam accanto a Yuki e vedere come si comporterà nei restanti sei Gran Premi. Questo va oltre la Racing Bulls, comprende la Red Bull Racing. Ovviamente abbiamo un contratto con Sergio per il prossimo anno, ma bisogna sempre tenere d’occhio cosa succederà dopo. Toccherà a Liam o doveremo guardarci attorno? Uno degli altri junior si farà avanti a tempo debito, che si tratti di Isack Hadjar o Arvid Lindblad“.

Rimettere Lawson accanto a Tsunoda permetterà non solo di avere un nuovo confronto diretto tra i due, ma anche di verificare come si comporterà il neozelandese nel confronto con i dati di Ricciardo: “L’anno scorso Liam è saltato dentro e ha battuto Yuki a Singapore e in Giappone ed è stato veloce fin dall’inizio. È un pilota duro, lo sappiamo. È molto adattabile. Certamente i test che ha fatto per noi sulla Red Bull quest’anno sono stati molto incoraggianti. Sappiamo che Yuki è un pilota molto veloce. Non è più un principiante. È il suo quarto anno in F1, ha molta esperienza alle spalle ora. Prendendolo come dato di partenza, abbiamo visto il confronto con Daniel. Sarà molto interessante vedere come si comporterà Liam nelle ultime sei gare rimanenti“.

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