Ferrari: strategia di Sainz giusta e vincente con Leclerc

Paolo D’Alessandro
31 Mag, 2022

Autori: Paolo D’Alessandro e Piergiuseppe Donadoni

Capire ed analizzare quanto successo nel Gran Premio di Montecarlo non è un’operazione semplice. Il GP di Monaco infatti è di per sé una gara molto complicata che nasconde tante insidie, variabili che il muretto di una squadra di Formula 1 deve però saper prevedere ed anticipare per elaborare la giusta strategia. Certo, un esercizio molto più difficile a dirsi che a farsi. A rendere più complicato il tutto ci ha pensato la pioggia e una condizione variabile della pista. Un vero e proprio stress test per gli strateghi delle varie squadre.

Senza nascondersi o tergiversare, è facile e giusto dire che Ferrari questo test lo ha clamorosamente fallito. L’avverbio è giusto perché la Scuderia di Maranello e i piloti avevano fatto tutto perfettamente il sabato – con una prima fila Ferrari – il giorno statisticamente più importante del weekend di Monaco. Non nell’edizione 2022, tuttavia l’1-2 Ferrari delle qualifiche poteva rimanere tale anche a fine gara se fossero state fatte le scelte giuste. Chiaro che a posteriori è sempre facile parlare, ma è doveroso evidenziare quali siano stati gli errori commessi della squadra italiana.

Nonostante l’esca lanciata da Red Bull, con l’intelligente sosta anticipata di Checo Perez, la Ferrari aveva comunque in mano la vittoria. È mancata tuttavia la giusta esperienza del team a lottare per questi traguardi. Da questo punto di vista Red Bull era ed è ancora superiore, non solo a Ferrari, c’è da aggiungere, bensi a praticamente tutti i team. È la stessa squadra che ha messo in difficoltà il valido muretto Mercedes lo scorso anno. A Monaco, in casa Ferrari, non si sono fidati appieno delle loro potenzialità.

Carlos Sainz si è rifiutato di seguire la strategia della Ferrari?

Questo è il primo grande interrogativo che secondo molti ha scatenato l’effetto a catena che è costato, non solo la vittoria a Charles Leclerc ma anche l’1-2 alla Ferrari. La risposta è molto semplice e soprattutto negativa. Carlos Sainz non si è ribellato e non ha deciso di sua spontanea volontà di non rientrare ai box.

Inizialmente Ferrari voleva coprire la mossa Red Bull, richiamando ai box lo spagnolo che però ha voluto dire la sua a Riccardo Adami. “Non sono convinto sia la scelta giusta, tra pochi giri la pista sarà asciutta”. Di suo l’ingegnere di pista gli ha comunicato nettamente che lo scopo era coprire la strategia del messicano. Il numero 55 è ancora nella prima fase del giro, siamo tra il Mirabeau e il Tunnell e ribadisce che secondo lui nel giro di 5-6 giri si passerà alle slick. Siamo nel corso del giro 17 e Sergio Perez è appena uscito dai Box.

Charles Leclerc comanda la gara con un vantaggio di 5 secondi su Carlos Sainz, 9.9 su Max Verstappen. Sergio Perez era a poco più di 8 secondi dal monegasco prima di fermarsi ed uscirà dai Box a 26 secondi da Leclerc e circa 20 secondi da Carlos Sainz.

Arrivati alla zona del Tabaccaio, Adami conferma la sosta per lo spagnolo che preme il tasto ‘Pit Confirm’, accettando quindi la decisione della squadra. È lo stesso muretto a cambiare completamente idea una volta che lo spagnolo sta per affrontare la Rascasse, comunicandogli di rimanere fuori. Motivazione? Lo spagnolo chiuderà il suo giro con 18 secondi di vantaggio su Sergio Perez e Leclerc ne avrà già “soli” 26. Sergio Perez nel giro di uscita ha recuperato circa 2 secondi ad entrambi i ferraristi. Insomma, anche in caso di sosta immediata, Carlos Sainz difficilmente sarebbe rimasto davanti a Sergio Perez e quindi questo avrebbe voluto dire ritrovarsi con 1-4 dopo la prima sosta.

In questa fase, il messicano sarà poi molto fortunato poiché una volta arrivato a ridosso di Lando Norris, che non si era ancora fermato per il suo Pit, è stato subito richiamato lasciando strada libera a Perez che potrà così spingere senza ulteriore traffico.

Ferrari “cambia pilota” e richiama Leclerc

Il primo errore che rovina la gara di Charles Leclerc è quello di perseverare nella decisione di coprire Sergio Perez, che poteva essere fatto nel giro precedente ma non nel successivo.

Alla fine del 18imo giro, Ferrari  richiama la F1-75 numero 16 ai box per le Intermedie. Nel corso dei giri precedenti il pilota con il suo ingegnere ha parlato delle condizioni di pista e Leclerc stesso aveva ammesso che con le Intermedie sarebbero andati molto più veloci, anche perché la pista si stava asciugando e le Full Wet erano ormai usurate. Il monegasco effettua il suo Pit, uscendo alle spalle di un Checo Perez che stava volando su intermedie nuove. Si calcoli che il messicano aveva iniziato il giro a 24 secondi da Leclerc mentre lo chiuderà a meno di 20, recuperando sul monegasco circa 5 secondi. Il muretto Box Ferrari evidentemente non si aspettava un miglioramento così grande dei tempi e – la variabile ‘sfortunata’ – che Perez non solo vedesse Norris rientrare ai Pit al momento giusto, ma non trovasse nemmeno traffico per il resto del giro. Così ecco che mentre all’entrata del Pit comunicano a Leclerc “Sarai in lotta con Perez”, all’uscita gli verrà detto che il messicano è già 4 secondi davanti.

Come su Full Wet però, anche su Intermedie il ritmo di Charles è fin da subito molto buono e così inizia a riprendere il messicano, già dal giro di OutLap, salvo poi incontrare al giro dopo, Alexander Albon, appena uscito dai box, che per un giro intero lo tiene bloccato dietro di sé, nonostante le bandiere blu, causando l’importante frustrazione del pilota monegasco. In quel giro Leclerc si sente subito veloce, con delle gomme che sono entrate subito in temperatura, recuperando tuttavia solo meno di mezzo secondo su Perez. Quando alla tornata successiva la Williams andrà lunga alla Santa Devota, il numero 16 recupererà più di 2 secondo in un giro dal messicano, confermando un passo nettamente migliore.

Sainz aveva azzeccato la strategia ma Latifi gli nega la vittoria

E’ qui l’errore originale della Ferrari. Al giro 22 va KO la gara di Leclerc. Carlos Sainz rientra ai box, richiamato dal muretto, per montare le gomme dure, passando così direttamente dalle Full Wet alle Slick, la strategia che lui stesso aveva consigliato al team. Tuttavia qui la Scuderia proverà un doppio incredibile Pit Stop, chiamando anche Leclerc e non permettondogli di sfruttare il potenziale della sua Intermedia nuova, nettamente più veloce dello spagnolo con le Extreme Wet oramai totalmente consumate.

Sainz infatti aveva iniziato il giro 21 con un vantaggio di 7.4 su Leclerc, ma al termine del giro il distacco si era ridotto a poco più di 3 secondi, tra l’altro pure al limite per fare una doppia sosta senza un leggero intoppo. In Ferrari su questo punto se la sono comunque cavata abbastanza bene, facendosi trovare pronti e non danneggiando troppo Leclerc – che comunque ha perso dei secondi preziosi anche in quel contesto.

All’uscita dei box, Carlos Sainz con gomma Hard si trovava a circa 18/20 secondi da Sergio Perez su Intermedia, ma purtroppo succede ciò che nessuno poteva totalmente prevedere. Una Williams, questa volta quella di Nicholas Latifi, si mette davanti alla F1-75 dello spagnolo che usciva dalla Pit Lane e nonostante le bandiere blu, rimane davanti a lui fino all’ingresso del Tunnel. Un danno inferiore rispetto a quanto subito da Leclerc, ma sempre un danno, che risulterà da li a pochi secondi decisivo.

Red Bull risponde subito a Ferrari. Il Team di Christian Horner effettua a sua volta un doppio Pit Stop per montare ad entrambi i piloti la gomma Hard e questo andrà a formare poi le posizioni finali che abbiamo visto in gara, nonostante la successiva bandiera rossa per l’incidente occorso a Mick Schumacher.

Perché Ferrari poteva avere potenzialmente la vittoria in pugno?

Qui si arriva al mix di sfortuna ed errori che non ha permesso alla Scuderia di Maranello di vincere con almeno una delle vetture.

Charles Leclerc: Il numero 16 poteva vincere serenamente la gara se in Ferrari avessero creduto fino in fondo alla strategia ‘ispirata’ da Carlos Sainz – scelte fatte e ragionate insieme prima della gara, come ha confermato poi lo stesso Mattia Binotto. Al momento del Pit Stop per le Intermedie infatti, Charles Leclerc aveva un vantaggio di circa 5 secondi sul compagno di squadra. Non vedendo motivi per cui il ritmo del monegasco dovesse crollare rispetto a quello dello spagnolo, è plausibile pensare che il distacco sarebbe stato più o meno lo stesso fino al momento della sosta per le Hard. Dopo la risposta e contro-risposta tra RedBull e Ferrari, Carlos Sainz è arrivato molto vicino a Sergio Perez al momento dell’uscita dei Box con entrambi su gomma slick, quindi è plausibile pensare che in quel caso, Leclerc sarebbe stato comodamente davanti al messicano visto il vantaggio che aveva sullo spagnolo prima del Pit Stop su Intermedia.

Carlos Sainz: Lo spagnolo invece deve solamente incolpare la sfortuna e la Williams di Nicholas Latifi. Se consideriamo che lo spagnolo infatti non è riuscito ad attaccare Sergio Perez che usciva dalla pitlane per una manciata di decimi, poco più di un secondo (tanto da avere l’opportunità di provarci il giro dopo con quell’incredibile salvataggio sul rettilineo), troviamo questo tempo perso proprio dietro Nicholas Latifi serenamente.

Le conclusioni sono molteplici. Vista la differenza tra Full Wet e Intermedia, Sainz non ha mai avuto il tempo di fermarsi per coprire Sergio Perez. In casa Ferrari comunque avevano in mano la strategia vincente cioè quella applicata e suggerita da Carlos Sainz, studiata con gli ingegneri nei vari briefing.

L’ansia di voler rispondere a Red Bull, temendo una sconfitta, ha tratto in inganno la Ferrari che non si è fidata delle proprie idee e del proprio potenziale, servendo sul piatto d’argento a Red Bull una vittoria che nemmeno loro pensavano di raggiungere prima della gara.

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