Partire bene in uno sport è sempre importante, tanto quanto poi proseguire in modo positivo. In Formula 1 è fondamentale presentarsi pronti alla prima gara della stagione, tanto quanto sviluppare bene la propria vettura. Stiamo vedendo situazioni molto diverse tra i vari team. Ferrari si è presentata con performance più solide e consistenti ma ha perso prestazione con gli sviluppi; Mercedes non era affatto competitiva ad inizio stagione ed ora invece è in lotta costante per podi o vittorie seppur accusi un deficit dai migliori; Red Bull ha iniziato la stagione con due doppiette dominanti ma il programma di aggiornamenti non ha dato i risultati sperati. Infine c’è la McLaren, divenuta ora punto di riferimento in griglia. Tecnicamente parlando I numeri dicono già da diverso tempo che il team di Stella è il nemico numero di Verstappen che controlla lì in vetta, tuttavia con una migliore massimizzazione dei risultati ed un inizio più rapido, avrebbe già sorpassato la Red Bull mentre solo all’ultima gara ha potuto rubare alla Ferrari la seconda posizione nel mondiale Costruttori.
Lo sviluppo insufficiente della RB20 e le difficoltà di Perez permettono a McLaren di sperare nel mondiale costruttori.
Le recenti difficoltà che si è trovata ad affrontare la Red Bull vengono da lontano, precisamente da un progetto estremo che però non ha dato i frutti sperati, come ha recentemente ammesso il Direttore Tecnico di Milton Keynes, Pierre Wachè: “La RB20 non è veloce come ci aspettavamo. In alcune aree abbiamo raggiunto i target voluti, ma non siamo migliorati come speravamo nelle curve veloci e sui cordoli”. Proprio questi target di sviluppi non raggiunti hanno poi in qualche modo inficiato il programma di aggiornamenti, che non ha dato i progressi che si vedevano in galleria, in pista. “Dobbiamo capire se la direzione è quella giusta” ha ammesso Helmut Marko dopo la gara di SPA, accendendo dunque il campanello d’allarme in casa Red Bull, o meglio, esponendosi pubblicamente. Nemmeno il grosso pacchetto di novità dell’Ungheria ha funzionato secondo le aspettative, e Max Verstappen non ha esitato a palesare il proprio nervosismo “Qualcuno all’interno del team si deve dare una svegliata” e questo perché i rivali arrivano, anzi, nel caso di McLaren soprattutto, sono già davanti.
Abbiamo recentemente analizzato come ci sia stato anche un momento preciso nel quale la situazione è sembrata degenerare, ossia con gli sviluppi di Imola. A dare la livella è il distacco Verstappen – Perez, che dalla tappa in Emilia Romagna in poi si è ampliato in modo drammatico, con il messicano che ha una media da sesto posto in griglia per i risultati conseguiti fino a questo momento, nella stagione 2024. Un qualcosa di impensabile se torniamo alle prime due gare, con due doppietta Red Bull, e un Sergio Perez sembrato abbastanza competitivo ad inizio anno, seppur mai a livello di Verstappen. “La competitività e il talento di Max a volte nascondono i problemi, che scopriamo solo in un secondo momento” ha detto recentemente Waché. Forse questo è successo troppo tardi? Il campione del mondo ha detto più di una volta che lui il suo grido d’allarme lo aveva lanciato. A Milton Keynes convivono però anche con problemi extra pista “La nostra galleria del vento è un po’ vecchia ed abbiamo meno tempo di altri per sviluppare” ha detto il DT francese. In questo caso, anche meno tempo per capire e risolvere problemi, quando la speranza era di rivolgere lo sviluppo sulla vettura 2025 anzitempo, e focalizzarsi sul 2026 a partire da Gennaio.
McLaren tiene la Red Bull nel mirino, tenuta a galla dalle doppiette di inizio stagione
338 – 321 ( 296 – 240 ). Non sono numeri casuali o troppo misteriosi. Australia 2024, Carlos Sainz vince il Gran Premio di Melbourne, Charles Leclerc sul podio con lui e dietro di loro la McLaren. La Red Bull? Max Verstappen si è ritirato e Sergio Perez ha avuto problemi con la sua RB20 con anche dei tear off che si sono incastrati sotto il fondo limitandone il carico aerodinamico e dunque il potenziale in gara. I primi due numeri indicano i punti guadagnati da McLaren e da Red Bull da quel Gran Premio in poi (Ferrari vs Mercedes invece i numeri tra parentesi). Il Team di Woking è dunque avanti di +17 su quello di Milton Keynes, testimoniando che Miami è stato certamente un Gran Premio di svolta, ma che la rincorsa McLaren viene da lontano. Infatti, al successo di Norris in Florida, non esitò a sottolinearlo Frederic Vasseur “Non sono sorpreso, loro erano già competitivi ad inizio stagione. In Australia hanno lottato per la vittoria con noi” disse il TP della Ferrari. Analizzando velocemente gli altri due numeri: evidente come Mercedes paghi una partenza a rilento, con i progressi che stanno dando risultati incoraggianti solo nelle ultime gare. Ferrari invece nonostante il periodo di crisi, che ha creato il gap dalle altre due, paga però il doppio zero di Canada, non legato agli aggiornamenti di Spagna, ma a problemi di gestione delle pressioni delle gomme e di affidabilità in gara. Segno che la stagione può regalare soddisfazioni e che non è ancora tutto da buttare
Tornando ai due top team, McLaren è prima in classifica in un campionato di 12 gare, e all’appello ne mancano ancora 10. Sufficienti per poter pensare di completare la rimonta. Red Bull è tenuta ancora a galla dalla doppia doppietta di inizio stagione, ma non ha più il Perez di quel periodo a difendere la posizione, e in questo momento nemmeno la macchina. Tutto quel vantaggio è andato perso, la MCL38 ha fatto un balzo avanti ed è ora il riferimento tecnico in pista, la Mercedes è diventata insidiosa e Ferrari dopo un inizio mondiale in cui ha insidiato la RB20 qualche volta, si è persa, ma conta di riunirsi al lotto dopo la sosta (non a Zandvoort, circuito più ostico ma da Monza in poi, anche grazie a nuovi sviluppi). E pensare che abbiamo passato le ultime settimane a dire che McLaren non concretizza il proprio potenziale, ma come ha ribadito Zak Brown “sono d’accordo con quanto detto da Toto Wolff, i nostri errori sono parte del percorso di crescita e ci aiuteranno a vincere in futuro”. A livello tecnico la squadra di Andrea Stella è stata la più costante ed è ora la migliore, serve mettere tutto insieme e quel sogno chiamato ‘Mondiale Costruttori’ potrebbe non essere più così fantasioso, anzi. In fondo, +17 punti in 12 gare, c’è ancora spazio e tempo per recuperare, e Red Bull sente il fiato sul collo e tra tempo in galleria, budget cap ridotto dai vari incidenti e alcuni problemi non ancora risolti, la posizione non è così comoda per gli uomini di Horner.