Opinione: Ferrari cauta ma la SF21 è un ottimo passo in avanti

Piergiuseppe Donadoni
15 Mar, 2021

Opinione: Ferrari cauta e coraggiosa ma la SF21 è un ottimo passo in avanti

Più che invernali, test primaverili.

Con la convinzione che la lista dei tempi di test così corti (24 h sole, 3 giorni), i più corti non solo della carriera di Checo Perez ma della storia della F1, in questa occasione siano più che mai difficili da decifrare.

Come abbiamo spiegato ieri, dobbiamo tener presente che c’è un delta molto importante in relazione alle condizioni della pista di Sakhir in base all’orario dei vari run.

È vero, come ha riferito ai media Gunther Steiner, che gli Ing e grossomodo tutti i team siano stati contenti di averli effettuati in Bahrein, semplicemente perché a Marzo c’è una buona stabilità meteo e di temperature rispetto a Barcellona.

Il programma è stato molto intenso e condensato per chi ha potuto girare senza grossi problemi.

Queste tre giornate hanno portato a tecnici e osservatori meno risposte di quanto sperato; chiaramente non vanno sopravvalutate le difficoltà della Mercedes perché la potenza tecnica del team in black, soprattutto “a casa”, non ha bisogno di essere spiegata.

Detto questo però c’è da evidenziare un fatto nuovo che potrebbe avere il suo peso per lo meno all’inizio di stagione. Negli anni scorsi abbiamo visto in maniera metodica, maniacale, una loro progressione della performance giorno dopo giorno. Fino al punto di trovare il modo di ‘accendere’ la vettura, in qualche caso persino all’improvviso. Nella seconda settimana di test puntualmente in arrivo aggiornamenti sempre risolutivi che ne ribaltavano in positivo il comportamento.

L’altra caratteristica sono i km percorsi in cui il team di Brackley è sempre stato inavvicinabile. 

Stavolta no, abbiamo visto venir meno due pilastri. La causa potrebbe essere stata il poco tempo a disposizione di quest’anno, unito al problema al cambio costato una sessione piena a Bottas. È chiaro che non si possa ritenere una preparazione soddisfacente tenuto conto della decisa dimostrazione di forza di RedBull e Alpha Tauri. La sorellina di Faenza dimostra che Honda, seppur a fine ciclo prima di cedere le competenze a Milton Keynes, sembrerebbe aver fatto il suo e molto seriamente.

Hamilton nonostante l’inaspettato disagio, si è dichiarato fiducioso perché “meglio avere i problemi ora piuttosto che in stagione” ma che avrebbe preferito “ci fossero altre giornate di test”.

È vero, d’altra parte però sono frasi irrituali per il campione del mondo, preoccupazioni sembrerebbero esserci in relazione al comportamento così instabile della W12. Un’ipotesi al riguardo non può essere formulata in maniera del tutto attendibile ma gli ingegneri ne hanno denunciato tutt’altro che velatamente una sorta di ipersensibilità. Dobbiamo però tenere bene a mente che anche laddove alcune macro aree delle monoposto non siano cambiate, sono entrate in gioco variabili, alcune delle quali, come le gomme, non così gradite né da Lewis né dai tecnici.

Senza contare il divieto del DAS.

Da aggiungere a questo discorso Aston Martin, parente molto stretta, con cui Mercedes condivide componenti decisivi – come il cambio 2020 – per il buon funzionamento generale.

Entrambe le macchine hanno percorso solamente poco più di 300 giri ciascuna, una miseria che dovrà ora essere compensata in fabbrica.

Il problema è che, mentre per il dipartimento tecnico guidato da James Allison le risorse sono enormi (non tanto economiche quanto di forza lavoro e strumenti), per il green team di Silverstone la faccenda è più complicata. Non deve del tutto  ingannare il fatto che sebbene si somiglino per aspetto e filosofia ogni team va a interpretare le proprie soluzioni. L’esempio dell’ala anteriore, non cosi simile, che veicola diversamente i flussi tra la W12 e l’AMR21 ne è una prova.

Chi c’è dietro?

Il 2020, al netto di una Ferrari ingiudicabile, ha fatto vedere un quel gruppo di mezzo diventare strettissimo. Piccole alternanze in una forchetta di pochi centesimi. Mclaren, Ferrari, Renault ora Alpine e Alpha Tauri.

In questo range, i papaya di Woking sembrano poter disporre, almeno in una primissima fase, di una ottima vettura con alcune idee brillanti e un motore migliore. James Key si è detto soddisfatto di quanto raccolto e del supporto ricevuto da Brixton.

Alpine ci è apparsa leggermente più conservativa, non per questo potrebbe mostrarsi meno efficace con Alonso e Ocon.

La Ferrari SF21? “Ha tutta un’altra velocità” ci ha detto una fonte avversa a Maranello. Mentre in Ferrari al momento sono apparsi molto abbottonati e cauti, il che in qualche modo dimostra la ricerca di certezze che si ritengono a portata di mano ma ovviamente non ancora compiute. Binotto si è detto soddisfatto e sempre ottimista e ha aggiunto che “la velocità in rettilineo non è più uno svantaggio”.

Abbiamo visto la SF21 con una configurazione di ali molto più vicina alla SF90 che a quella più scarica e inquietante – per una pista come Sakhir – della SF1000 di tre mesi fa.

Secondo quanto raccolto da Formu1a.uno il guadagno di potenza sarebbe superiore ai 40 CV, affidabilità (che è ció che preoccupa maggiormente) permettendo. 

Sarebbe una notizia importante per le mire della Rossa, in qualche modo più ottimistiche di quanto dichiarato.

Buone notizie che si riflettono non in misura minore per i clienti.

Sia Alfa che Haas si sono dichiarati più che soddisfatti del recupero di performance proveniente dalla power Unit. Il team di Hinwill ha potuto svolgere un grande lavoro con la C41. Raikkonen e Giovinazzi non hanno nascosto una certa soddisfazione. 

Dichiarando con Kimi che “la vettura è migliore rispetto allo scorso anno”, nonostante le novità regolamentari. Con Antonio che ha confermato di essersi sentito davvero a proprio agio. Eccellente il chilometraggio percorso.

Per Haas invece un buon lavoro di chilometraggio (393 giri), ma tendendo presente che dovremo attendere le prime gare quando arrivano aggiornamenti concreti su una macchina che deriva ancora dalla SF90. Update per Mick Schumacher e Nikita Mazepin che riguarderanno: ala anteriore e posteriore, un nuovo fondo con i suoi deviatori e alcune soluzioni per incrementare il carico posteriore.

A proposito di questo possiamo dire con certezza che un po’ tutti i team, a partire da Mercedes (un po’ meno RedBull), hanno sofferto di un atteso quanto insistente sottosterzo legato però non solo alle specifiche Pirelli riviste di cui molto abbiamo parlato in inverno.

Si è stati costretti più in generale a un lavoro importante di prove di setup in tempi però largamente insufficienti per ottimizzarlo.

Appare al momento una situazione che chiamerei di transizione e che potrebbe durare due o tre gare.

Venerdì 26 marzo sempre in Bahrein si tornerà in pista con molte incertezze e solo due ore nette di tempo in pista per fugarne il più possibile.

Autore: Giuliano Duchessa

Co autore: Piergiuseppe Donadoni e Nicoletta Floris

 

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