Problemi Ferrari, ecco perche la SF-23 ha sottoperformato in Bahrain

Paolo D’Alessandro
7 Mar, 2023

Conclusa la prima gara di ventitré, per il “campionato più lungo della storia” come lo ha definito Fred Vasseur (TP Ferrari), bisogna trarre i primi bilanci. Tra i top team, positivo l’inizio di stagione di Red Bull, e mettiamoci ora anche Aston Martin, mentre Ferrari e Mercedes hanno floppato. Dalla scuderia italiana ci si aspettava un inizio di stagione molto migliore. Anche a Maranello stessi, considerando gli ottimi numeri in uscita dal simulatore, che hanno spinto l’AD Benedetto Vigna a rilasciare una dichiarazione molto aggressiva il giorno della presentazione della SF-23. Non è un caso che all’interno della squadra italiana ora ci sia un certo spaesamento.

Ferrari SF-23: l’anteriore è limitato ma c’è un problema di quando si innesca il porpoising?

Una volta messa in pista, la SF-23 non ha confermato le buone impressioni mostrate nel mondo ‘virtuale’, tanto da migliorare solo 6 decimi di secondo in qualifica e praticamente nulla nei confronti dell’allora ottima F1-75 in assetto da gara. Red Bull ha migliorato invece di quasi un secondo, rispetto alla tanto sottosterzante RB18 (per motivi di sovrappeso).

Ferrari rear wings specifications.

La Ferrari SF-23 di Sakhir non ha avuto problemi sulle specifiche di alettoni, che erano quelli scelti per correre ed anche l’ala mono pilone posteriore non avrebbe fatto miracoli nella configurazione. Quanto in un anteriore poco solido e dei problemi inaspettati di eccessivo porpoising. Non che il saltellamento in casa Ferrari, ed anche altri team, non se l’aspettassero ma è il punto in cui si attiva ciò, che è fondamentale. Insomma, tutte le macchine avrebbero porpoising se corressero molto aggressive con l’assetto meccanico (basse altezze da terra e sospensioni morbide). Il problema è quanto una vettura perde nel trovare il compromesso per non averlo o renderlo problematico anche ai componenti interni della vettura. Più tardi si attiva, più puoi ammorbidire la macchina a parità di altezze da terra, un qualcosa su cui Ferrari ha lavorato molto durante i test, tanto che in alcuni run si è visto un saltellamento molto accentuato; è stato trovato un compromesso che le ha permesso di ridurre le altezze da terra, quindi trovando più carico aerodinamico (anteriore e posteriore) ma con una meccanica molto troppo rigida. Setup portato talmente al limite che a serbatoio vuoto, quindi con un posteriore più libero, si è visto tornare sulla SF-23 di Sainz. La SF-23 ha corso fuori dalla finestra ideale/virtuale in Bahrain, da qui il minor guadagno rispetto a quanto in uscita dagli strumenti di simulazione, ma non c’era ulteriore potenziale. Una meccanica molto rigida, accoppiato a livelli di carico comunque non adeguati, seppur ottimizzati per quanto concedeva la nuova vettura italiana, che hanno aperto un importante differenza di prestazione da Red Bull soprattutto nelle parti lente della pista di Sakhir e che l’extra grip della gomma in qualifica ha solamente attenuato. Poi in gara i limiti escono sempre chiaramente.

Ferrari è assolutamente convinta del concetto aerodinamico della SF-23 

Quello del saltellamento aerodinamico è un problema che sta attanagliando Ferrari dall’inizio della scorsa stagione e che non è mai veramente scomparso sulla F1-75. Sul finire della passata, Ferrari era il top team che ne aveva di più, seppur in maniera molto attenuata rispetto all’inizio di stagione, anche a causa della TD39.

Ferrari F1-75 (2022) & Ferrari SF-23 (2023)

Che il problema si ripresenti in modo così importante sulla SF-23, limitando gli assetti almeno in Bahrain, può far pensare che sia intrinseco nel concetto aerodinamico unico della Rossa. Come se post TD39, quel particolare concept sia plafonato e limitato in un certo senso dall’innesco del porpoising. Da Ferrari comunque smentiscono che sia una questione di concetto aerodinamico. Siamo assolutamente convinti del nostro concetto.” ha infatti fatto sapere nel post gara Fred Vasseur nella classica conferenza stampa a media selezionati. “Sono convinto che non dovremo muoverci in un’altra direzione”. La mancata correlazione nelle prestazioni deriverebbe da assetti virtuali che poi una volta in pista si sono mostrati inutilizzabili. Non è un caso che Vasseur abbia parlato di problemi di assetto e di alcune scelte che abbiamo fatto sulla macchina. nel post gara, associando il tutto al fatto che il Bahrain è un circuito un po ‘estremo e che tende ad amplificare le criticità.

Ferrari SF-23 in Bahrain: floor and rear wing.

Da questo punto di vista, il prossimo appuntamento, che si correrà sul tracciato di Jeddah, dovrebbe essere più favorevole alla SF-23. Asfalto più liscio, minor degrado gomma, con un compromesso di assetto quindi più facile. Potremmo quindi aspettarci un avvicinamento della SF-23 alla RB19. Tuttavia, secondo Vasseur il quadro visto in Bahrain non dovrebbe cambiare molto. “Se sarà necessario vedere due o tre piste diverse per avere un quadro più chiaro? No, quanto abbiamo visto in Bahrain è già il quadro generale che dobbiamo aspettarci. Resterà comunque molto interessante vedere come Ferrari scenderà in pista. Parole d’ordine, comprensione e sviluppi, per estrarre il massimo potenziale da un concetto che in Bahrain non ha funzionato come avrebbe dovuto. Tenendo sempre bene in mente che a breve partirà il progetto 2024 e se ci sono dei dubbi, vanno il più velocemente chiariti.

Autore: Piergiuseppe Donadoni

Co Autore: Giulano Duchessa

 

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