Red Bull ha impressionato, Ferrari SF-23 è una diva capricciosa

Giuliano Duchessa
27 Feb, 2023

I team sono rimasti in Bahrain dopo la tre giorni di test, per recuperare energie e fiato in vista del primo a week end stagionale in cui si farà sul serio. I primi “risultati” parlando una RB19 già pronta, mentre la Ferrari SF-23 sembra un gradino indietro con i tecnici alla ricerca del giusto bilanciamento. Mercedes è invece al momento in ritardo, attendendo il primo pacchetto di aggiornamenti, mostrandosi ora più preoccupata di un attacco della Aston Martin che di impensierire Ferrari e, soprattutto, Red Bull.

Le nuove auto si sono dimostrate nel complesso più affidabili e docili da usare rispetto a un anno fa. Il che ha portato i piloti a spingere – a tratti – con più decisione, senza paura di rompere parti sensibili come il fondo. In fase di compressione laterale, o nei passaggi sui cordoli, l’altezza maggiorata di 15 mm dei bordi ha tolto un pò di pensieri agli ingegneri. “L’anno scorso eravamo terrorizzati di spaccare tutto, quest’anno – per vari motivi – molto meno, così piloti sembrano aver spinto di più anche per inquadrare le nuove gomme” ha raccontato un ingegnere al termine dei lavori. 

Le nuove Pirelli erano un oggetto semi-misterioso per ovvie ragioni. Nonostante i test dedicati con le vecchie auto e le tante simulazioni, battezzare le nuove vetture in pista può sempre rivelare cose diverse. Mario Isola si è detto soddisfatto del lavoro dei team, aggiungendo che la confidenza dei piloti è sembrata aumentare in maniera significativa col passare dei chilometri percorsi. Le nuove gomme sono ben 1.5 secondi più veloci in media delle vecchie coperture, il che porta a pensare che la pole 2023 andrà cercata intorno all’1’29”. Il target era la riduzione del sottosterzo tramite l’aumento di aderenza anteriore. La nuova struttura degli pneumatici ha già mantenuto la promessa di offrire prescrizioni nettamente più basse delle pressioni minime. Qualcosa che ovviamente piace ai piloti poiché si traduce in una maggior presa. Di contro, il bilanciamento da ottenere è cambiato radicalmente rispetto alle vecchie abitudini. 

La RB19 già pronta, Ferrari lavora per estrarre il potenziale della SF-23.

Nonostante il miglior tempo sia di Checo Perez, i test hanno assegnato la prima medaglia d’oro della stagione alla Red Bull di Max Verstappen. L’olandese ha impressionato per la facilità di ottenere il tempo e – ancor di più – il ritmo necessario per mostrare di essere al vertice delle classifiche di rendimento. La RB19 è semplicemente una RB18 migliorata nelle aree meno forti ed ha viaggiato perfettamente in tutte le condizioni. Del resto i progettisti di Milton Keynes sbagliano raramente e con quella base di lavoro non c’era da inventare o stravolgere concetti ben conosciuti e vincenti. Estremizzarli semmai, come si è visto nello scavo laterale delle pance e nella configurazione dell’ala anteriore sorprendentemente ancora più piatta, a bassissimo drag. 

L’ultima nata del team campione in carica ha impressionato, mentre la Ferrari SF-23 è stata una diva capricciosa, ma resta l’unica sfidante se funzioneranno tutte le correzioni. Costretta a inseguire la Mercedes, che appare ancora ereditare problemi irrisolti, obiettivi mancati già annunciati da Hamilton durante la presentazione, mentre l’Aston Martin potrebbe aver mantenuto le promesse di dati di simulazione promettenti e subentrare per il podio. Il pacchetto di mischia nel midfield resta invece piuttosto confuso nelle gerarchie e non permette previsioni.

Se Max Verstappen su tutti può considerarsi molto soddisfatto dell’alchimia creata velocemente con la sua RB19, gli sfidanti stanno combattendo per limitare il gap iniziale. Ferrari sembra l’unica macchina a poter impensierire il team campione del mondo, nonostante delle sessioni non prive di intoppi, specie con Leclerc. 

La SF23 ha ancora un importante potenziale da esprimere, specie perché è stata molto veloce a livello di pura prestazione. Ovviamente solo i tecnici sanno il piano di lavoro e quanto margine avranno per sistemare il long run, non sempre convincente. La nuova ala posteriore montata sull’auto di Leclerc nell’ultimo giorno di test è una chiara evoluzione della specifica ereditata e ha mostrato la necessità di usare un carico leggermente diverso tramite il main plane. L’inconveniente ha fatto storcere il naso ai tecnici che contavano di avere l’opportunità di accumulare molti dati per le simulazioni. D’altra parte, averla anticipata ha consentito di far emergere quello che sarebbe stato un problema nel week end di gara e quindi di avere più tempo poter reagire, irrobustendo l’attuatore. 

SF-23: il problema del bilanciamento è legato al livello di carico e all’altezza da terra, in arrivo correzioni aerodinamiche.

I tecnici in pista a Shakir in questi tre giorni di test hanno svolto dei test piuttosto estremi a livello di rigidità delle sospensioni, altezze da terra ecc… . Il così detto ‘scan’ ha iniziato a dare poi i suoi frutti, suggerendo quali siano le opzioni migliori per un buon setup di base per usare al meglio la nuova Ferrari SF-23. Una fonte ci ha confermato che la Ferrari SF-23 ha girato più alta per limitare il bouncing nocivo. Non ideale, tuttavia piuttosto conservativo l’approccio che ci si aspetta sarà ben più aggressivo dalle prove libere. L’auto può essere certamente molto più veloce della F1-75, ciononostante sembra più complicata da portare al limite per via di una limitazione aerodinamica sull’anteriore scoperta dai tecnici. La vettura ha sofferto di sottosterzo, in particolare con meno grip per via delle temperature di pista più elevate. Qualcosa di inatteso che ha messo in difficoltà Leclerc più di Sainz. Una limitazione da correggere per gli aerodinamici; la lunga chiacchierata tra il monegasco e David Sanchez ha riguardato questo disagio. 

La Ferrari SF-23 è una evoluzione della F1-75 nei concetti aerodinamici ma con una meccanica pesantemente rivista – Illustrazione Rosario Giuliana

Il fattore più positivo ha invece a che fare con il guadagno di efficienza che è stato significativo. Secondo un ingegnere avversario il gps della Ferrari SF-23 ha mostrato che è potenzialmente più veloce della F1-75 di 10 km/h a parità di carico. Contrariamente al 2022 è quindi possibile che vedremo la SF-23 maggiormente in forma a Jeddah che in Bahrain. Nel frattempo, la nuova ala posteriore – con più downforce – sarà disponibile per il weekend di gara, quella anteriore aggiornata nel disegno degli elementi dovrebbe arrivare entro Melbourne. 

Red Bull ha impressionato e ha mostrato un chiaro vantaggio nei long run. Resta da vedere cosa succederà quando tutti alzeranno le modalità di power unit, lì la Rossa potrebbe disporre di un vantaggio di potenza di 2/3 decimi, tuttavia, almeno sulla carta, potrebbe non essere sufficiente per lottare da subito. Le prestazioni della Ferrari generano sempre isterismi, ma serve equilibrio. Se il potenziale c’è, verrà fuori.

Aston Martin possibile minaccia concreta per Mercedes (e Ferrari).

Se alla Scuderia di Maranello è mancata la perfetta consistenza, in Aston Martin possono ritenersi molto soddisfatti. La AMR23 di Alonso sembra un vettura che merita di puntare a grandi traguardi. Se guardiamo al 2022 parrebbe il progetto che ha prodotto il miglioramento prestazionale più importante, oltre 1.5 secondi nonostante le limitazioni aerodinamiche. Il long run dello spagnolo è stato solido e potrebbe impensierire i top team, specie se Ferrari o ancor di più Mercedes dovessero essere attaccabili. Fermo restando che il team verde potrebbe essersi nascosto un pò meno dei big, simulando nei test i limiti più vicini a una vera gara. Non è un caso che dal quartier generale di Silverstone continuino a predicare una importante calma

Da notare infine come il concept simile tra Alfa, Aston e RedBull sembri coincidere positivamente in tema di utilizzo gomme e di porpoising. Non può essere un caso che il disegno aerodinamico abbia fornito efficienza, stabilità e un livello di deportanza complessiva facile da bilanciare. I test di questi team hanno curiosamente mostrato come denominatore comune altezze da terra consone e un controllo del degrado gomma molto buono, specie con la mescola più morbida.

Sempre tenendo bene a mente che il Bahrain potrebbe riservare sorprese e non sarebbe la prima volta. Il campionato 2023 sarà lunghissimo e Sakhir non è il circuito migliore per estrarre giudizi definitivi. 

Autore: Giuliano Duchessa
Co-Autore:
Piergiuseppe Donadoni

 

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