Aston Martin bussa alla Fia ma serve concentrarsi sulla AMR21

Piergiuseppe Donadoni
23 Apr, 2021

Aston Martin bussa alla Fia ma serve concentrarsi sulla AMR21

Aston Martin è tornata in F1 subentrando alla Racing Point tramite il controllo del magnate Lawrence Stroll. Questa mossa, molto benefica per la F1, ha rimesso in sesto un team estremamente provato dalla gestione finanziaria a dir poco fantasiosa di VJ Mallya.

Se c’era una cosa in cui però il team diretto da Otmar Szafnauer e Andy Green ha sempre eccelso era la grande capacità di trovare soluzioni tecniche molto interessanti con un budget più che limitato. Interpretazioni regolamentari corrette allo stesso tempo originali e efficaci. Spesso negli ultimi anni li abbiamo visti partire lenti per poi trovare soluzioni e accelerare in una crescita piuttosto costante. Soprattutto quando i progetti uscivano dalle teste di Silverstone.

Il problema che si trovano ad affrontare oggi però è tutt’altro che di facile soluzione.

Dobbiamo riavvolgere il nastro e analizzare.

Meno di un anno fa il “Copygate”, archiviato con relativa fretta grazie alla rinuncia di Mclaren, Williams e Renault che lasciarono da sola la Ferrari, accese i riflettori su una questione che non ha avuto poi una soluzione a detta di molti equa. Nulla di sconvolgente, in F1 spesso si gioca utilizzando la politica, se c’è da fare un reset si fa, senza troppi complimenti. Ne sa qualcosa la “svizzera” (non come bandiera ma come comportamento) RedBull che si tenne alla larga dalla vicenda perché tornasse buona con Alpha Tauri.

Racing Point aveva su un piatto d’argento, nel 2020, il terzo posto costruttori possibilmente condito da alcuni podi e pure, chissà, qualche vittoria. La pandemia gli ha giocato un brutto scherzo, proprio nell’anno in cui la RP20, derivata dalla W10, aveva un ottimo potenziale, mentre la Ferrari praticamente non c’era. Ricordiamo Melbourne in cui con una certa probabilità la Racing Point avrebbe potuto essere addirittura forse seconda forza in campo, tant’è che era uno dei pochi che avrebbe comunque voluto scendere in pista (insieme a Red Bull e Alpha Tauri).

Nella prima parte di campionato il team rosa avrebbe potuto fare un marea di punti. L’ha sfruttato male. Per vari motivi, tecnici e sportivi (senza la penalizzazione nel Gp di Stiria, Racing Point sarebbe finita terza nel Costruttori). Un po’ anche per “sfortuna”, pensiamo alla sostituzione di Perez causa Covid nel gran premio di casa (Silverstone), tracciato su cui si puntava molto. Solo la bella vittoria rocambolesca di Checo più avanti in Bahrain ha in parte riequilibrato le cose.

Nella parte centrale e soprattutto finale del 2020 c’era da aspettarselo un recupero da parte degli altri team, McLaren e Ferrari soprattutto, con una RP20 invece un po’ più plafonata essendo una vettura molto simile alla Mercedes W10 (2019) e con quindi meno possibilità di sviluppo.

Al Mugello l’unico pacchetto di sviluppo aerodinamico per la vettura guidata lo scorso anno da Checo Perez e Lance Stroll, che comprendeva pance completamente rimodellate, nuovi condotti dei freni anteriori, una nuova piastra terminale dell’ala posteriore e piccole modifiche al profilo degli elementi dell’ala anteriore.

Il finale di stagione è stato comunque positivo: la macchina era stata ben compresa non solo dai piloti bensì anche dai tecnici.

Ne è valsa la pena quindi “copiare” la Mercedes del 2020, che annoverava innovazioni importantissime al posteriore (sospensione) e lavorava perfettamente grazie anche al DAS (per questa stagione bannato e gli effetti sono già evidenti), invece di basarsi su una più semplice evoluzione della già compresa RP20? Ovviamente si, dai dati in loro possesso, anche se è una domanda che a Silverstone si stanno facendo.

La RP20 era una monoposto non cosi facile da portare al limite in ogni Gp, perché la comprensione ha richiesto un certo periodo di adattamento rispetto ai progetti precedenti. E’ quello che sta succedendo alla prima Aston Martin dell’era moderna.

È comunque del tutto evidente che Stroll Senior non potesse aspettarsi tali difficoltà, seppur qualche campanello d’allarme il Direttore Tecnico del team inglese l’aveva lanciato lo scorso autunno. “Il cambio regolamentare per la prossima stagione non ci ha reso la vita facile”, ha affermato Green lo scorso novembre. “Abbiamo dovuto affrontare una grande sfida: recuperare la prestazione persa per via delle novità tecniche. A questo proposito, purtroppo non siamo esattamente dove vorremmo essere. Ma abbiamo creato delle solide basi su cui costruire”.

Le prestazioni di Vettel e Lance – che va un po’ meglio per ora – sono molto deboli rispetto al 2020. L’obiettivo di iniziare la stagione come era stata terminata la scorsa non è nemmeno vicino e realistico ad oggi.

Aston è infatti il team che ha accusato globalmente le maggiori perdite, con in più il problema di adattamento di Vettel che, come Alonso, Perez Ricciardo e Sainz, non ha goduto di sufficienti test. Patendo in aggiunta una serie di carenze sul fronte dell’affidabilità nei primi chilometri dei pochi test a disposizione.

McLaren, Ferrari e Alpha Tauri hanno macchine più veloci. Le nuove pance (prima immagine dell’articolo), che hanno debuttato a Imola in una versione più simile al 2020, non hanno portato esattamente i vantaggi che si aspettavano i tecnici del team inglese. La AMR01 è la sesta vettura del lotto. Sul circuito del Santerno solo un giro non perfetto di Carlos Sainz ha permesso a Lance Stroll di entrare in Q3.

La consolazione è sapere che si tratta di un anno transitorio, ciononostante la partenza è stata molto deprimente con solo 5 punti all’attivo.

A Silverstone la pressione è già salita. Lawrence Stroll vuole che l’AMR21 migliori rapidamente, per una questione soprattutto di marketing. Non si aspettava un inizio cosi difficoltoso. Ma in Formula 1 non esistono miracoli. In casa Ferrari ne sanno qualcosa. Più pressione metti, più confusione si crea.

La stessa pressione che ha portato Otmar ad alzare i toni sulla questione del taglio regolamentare non raccogliendo molto per la verità. Dopo la travagliata annata 2020, considerare un’azione legale nei confronti della Fia è fuori luogo e non corretto nemmeno nei confronti di quest’ultima.

Tuttavia come ha detto Toto Wolff, “è legittimo per Aston Martin chiedere quale fosse la motivazione alla base del cambiamento delle regole”. Ne hanno parlato cosi i vari DT nel weekend di Imola. Ed è per questo che la posizione del team inglese si è ora notevolmente ammorbidita. “Ad oggi è stato sufficientemente chiarito che i passi necessari sono stati seguiti correttamente”, ha affermato poche ore fa il team boss Otmar Szafnauer.

I team sapevano che il congelamento delle vetture e la riduzione delle loro prestazioni era una soluzione piuttosto obbligata. Va considerato a scanso di equivoci quello che Mario Isola ha correttamente ricordato, cioè che le limitazioni non sono state partorite per dare svantaggi, semplicemente non c’era il tempo né le risorse per progettare e poi testare pneumatici completamente nuovi per un solo anno a fronte dell’aumento di performance atteso (di solito 1.5 secondo/anno ndr). La riduzione del 10% di carico è stata la scelta più logica in una condizione di emergenza.

I nuovi regolamenti sono stati approvati solo con una maggioranza del 70% come afferma Aston? Non cosi vero poiché un vero e proprio voto non c’è stato. La FIA ha deciso di confermare i nuovi regolamenti “per motivi di sicurezza”.

Aston Martin, come Mercedes, si vede svantaggiata perché il concetto aerodinamico della AMR21 (basso rake) è stato più influenzato di quello della concorrenza. Ma se i campioni del mondo hanno naturalmente strumenti migliori per rintracciare i deficit della W12, il team di Silverstone avrà sicuramente bisogno di più tempo per riuscire ad estrarre tutto il potenziale della AMR21.

McLaren non è comunque d’accordo con il parere dei tecnici Aston: “Il concetto aerodinamico ha avuto solo una piccola influenza su un maggiore o minore peggioramento delle prestazioni. Ciò che conta maggiormente è come i vari team hanno evoluto le loro vetture tra settembre 2020 e inizio 2021”.

“Non possiamo convertire questa macchina in un altro concetto, dobbiamo prenderla così com’è. Ma c’è un piano chiaro su come possiamo migliorare”, fanno sapere intanto da Aston. Ricordando che il BoP aerodinamico (ecco come funziona) è in vigore, con il team inglese (97.5%) svantaggiato nel primo semestre in confronto al 102.5% di Ferrari ma leggermente avvantaggiata su Mclaren, la quale dispone del 95%.

E’ proprio sul come ottenere il massimo dalla AMR21 che dovrebbe concentrarsi il team di Silverstone e non sul “minacciare” la Fia, tra l’altro piuttosto benevola nel Copygate di ormai un anno fa.

Testo: Giuliano Duchessa e Piergiuseppe Donadoni

Illustrazioni: Rosario Giuliana

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