La Ferrari di Sainz vince a Silverstone ma la Red Bull non piange

Giuliano Duchessa
4 Lug, 2022

Autore: Giuliano Duchessa

Dopo 150 Gran Premi, con la vittoria di Silverstone, Carlos Sainz ha pareggiato alcuni conti con la sfortuna. Lo spagnolo ha corso una gara onesta, nonostante l’errore sotto pressione nella prima fase e un passo gara buono ma non eccezionale. Spesso quest’anno non ha vinto il più veloce e ieri è stata la sua giornata. Una vittoria a un certo punto insperata ma certamente importante per la sua carriera. Con Sainz la Ferrari ha restituito quanto accusato ad Imola, tornando ad alzare il prestigioso trofeo in casa degli avversari dopo quattro anni. Soprattutto è tornata a concretizzare il potenziale della F1-75. 

La Ferrari vince ma la Red Bull sorride. 

Se la Ferrari torna al successo, Red Bull esce da Silverstone limitando i danni. L’inconveniente occorso a Max Verstappen aveva aperto la strada a una doppietta Ferrari. Poi, nell’ultima fase c’è stata una sorta di Sprint Race in cui “Checo” Perez, dopo un inizio gara tribolato, ha battuto le resistenze di Leclerc e Hamilton catturando la seconda posizione. Red Bull è passata dal perdere 27 punti a soli 13. “Max aveva un ottimo passo ma poi ha colpito un detrito ed ha perso forse metà del downforce. La situazione è peggiorata con le Hard e siamo finiti a lottare con le Aston Martin e le Haas. Con la Safety Car abbiamo montato le gomme Soft e lui ha lottato come un leone, difendendo con le unghie il settimo posto. Sergio ha recuperato su tutti e si è preso il podio. E’ frustrante non salire sul podio con la macchina che avevamo, con entrambi i piloti. Sergio ha allungato su Leclerc e Max ha perso solo 6 punti e nei costruttori noi solo 13 su Ferrari. Vista la giornata, direi che non è andata mala” Il commento a fine gara di Christian Horner conferma la ‘soddisfazione’, se tale può essere definita, di Red Bull al termine del Gran Premio.

La prestazione finale del messicano mostrano quanto fosse spacciato chi è rimasto in pista con le Hard e le debolezze della W13 sui compound più morbidi. Alla Mercedes di Hamilton va fatta una menzione speciale per aver condotto una gara molto consistente. Il campione inglese ha mostrato il livello più alto della W13. 

E’ altamente probabile che avrebbe avuto una lotta intensa con Sainz e importanti chance di prendere la seconda posizione continuando a mettere pressione, avendo tra l’altro gomme più fresche. Anche il ritmo e la gestione sulle medie del primo stint è stato estremamente buono, a un certo punto migliore di quello di Sainz. Da notare che Lewis ha effettuato il suo miglior giro nel finale di ogni stint.

La W13 aggiornata ha fatto un passo avanti, pur confermando nuovamente che il suo terreno ideale si trova con mescole dure man mano che il peso dell’auto scende, aiutata da poche sconnessioni della pista. “Se per assurdo le qualifiche in alcune piste si disputassero sulle hard sarebbero piuttosto vicini ai top”, il commento di un ingegnere avversarioSarà certamente interessante valutarla sul manto liscio del Paul Ricard. 

La Safety car apre una gara sprint

Leclerc avrebbe vinto senza particolari problemi. Nonostante l’ala anteriore mozzata della paratia destra a inizio gara, il ferrarista aveva un passo migliore di Sainz di circa 3 decimi sulla media e almeno 5 con la gomma dura. 

Ciononostante i tecnici del muretto rosso non hanno creduto che la soft potesse offrire un vantaggio duraturo. Tuttavia il box ha chiamato la F1-75 di Carlos, per tutelarsi da sorprese e – alternativamente – proporre una qualche copertura a Leclerc. Questa sottovalutazione ha si consegnato la vittoria a Sainz ma ha privato la Ferrari di una doppietta. Lo spagnolo ha fatto benissimo a passare deciso sul compagno di squadra semplicemente perché Silverstone non è una pista che ti consente grande margine per fare il tappo. “Non bisogna mai arrendersi e le cose arrivano. Oggi posso sorridere, ma dobbiamo capire dov’è finito il passo del Venerdì. Ero l’uomo più veloce in pista, oggi però non lo ero, ma alla fine ho vinto. Bisogna sfruttare le occasioni quando capitano.” Un sorriso e un sospiro di sollievo per il neo vincitore di un Gran Premio, Carlos Sainz.

Mercedes non ha mai pensato di lasciare fuori Hamilton, nonostante il suo passo fosse fortissimo.

Ad onor del vero anche Hamilton è apparso scettico in proposito: durante i colloqui, Lewis ribadiva al suo ingegnere Bonnington che “le Hard sono molto buone”. Tuttavia avendo 22 secondi su Perez il box Mercedes non ha avuto alcun dubbio a fare lo switch anche rinunciando ad una track position sulla Ferrari. La stessa cosa ha fatto Alpine con Alonso e McLaren con Norris, nonostante i due avessero pochi giri sulla Hard e avessero possibilità di guadagnare posizioni.

Durante la safety car tutti i primi otto, tranne Leclerc, hanno quindi montato gomme morbide. La decisione è stata corretta poiché si era visto in maniera piuttosto chiara che il degrado era nettamente inferiore delle attese. La C3 era la miglior gomma da scegliere in quel momento.

Leclerc ha provato a lottare, sperando che le Hard tornassero migliori. 

Via radio l’ingegnere di pista gli ha comunicato che le sue gomme sarebbero tornate le migliori dopo due o tre giri. Non è stato il caso e il monegasco è arrivato vicino a perdere la posizione perfino contro l’Alpine di Alonso. Questo aspetto mostra di nuovo una certezza insicurezza nella visione generale di gara, in particolare quando si verificano episodi improvvisi in cui serve valutare in fretta. 

Doppio pit si, doppio pit no.

il leader della gara aveva 4.6 secondi di vantaggio, chiaramente molto stretti per tentare la doppia sosta. Più probabilmente però, credendo più alla consistenza delle gomme dure, si è temuto un opposite di Hamilton, l’unico che avrebbe potuto superare le Ferrari. Da qui la scelta, sacrificando uno dei due, che avrebbe garantito la vittoria al 100%.

Ferrari poteva guadagnare molti punti approfittando dei problemi sulla RB18 di Verstappen.

Max Verstappen ha avuto un pomeriggio difficile, come spesso in questo 2022 la sua auto era certamente la più veloce assieme a quella di Leclerc. Dopo il sorpasso agevolato dall’errore di Sainz, l’olandese ha raccolto un detrito che ha danneggiato l’efficienza del fondo. Dopo il pit per Max è stato un incubo, i dati mostrano che la  monoposto ha perso circa il 20% di downforce cioè tra 1.7 e 2.3 secondi (in base al compound) rispetto al suo vero potenziale. Senza la Safety car avrebbe rischiato di finire fuori dalla zona punti. Montando la soft ha resistito agli attacchi della Haas di Mick Schumacher, il quale non si è fatto prendere dalla foga e ha portato a casa finalmente i suoi primi punti mondiali. 

Più grave la scelta delle gomme o non aver lasciato andare Leclerc?

E’ chiaro che il tempo perso da Leclerc dietro Sainz è figlio dell’errore in qualifica, tuttavia i dati dimostrano che con uno switch anticipato il monegasco avrebbe potuto accumulare oltre 9 secondi, il tempo necessario per avere la safety car window aperta, ossia il tempo utile a fare un pit stop gratuito, senza preoccuparsi di perdere la posizione.

Ferrari ha pensato alla tappa, non al mondiale 

Al netto dell’affidabilità la Ferrari sta lottando per la vittoria in ogni gara. Avrebbe potuto vincere 7 gare, ne ha raccolte 3. Alla decima tappa – se qualcuno ancora ne aveva – non ci sono più dubbi che l’auto prodotta a Maranello abbia le qualità necessarie a vincere in ogni condizione, non solo per fare le Pole position. A Silverstone, la F1-75 leggermente rastremata – proseguendo il lavoro di sviluppo dell’efficienza aerodinamicanelle pance e cofano non ha avuto alcun deficit di velocità massima contro la RB18.

Non va quindi dimenticato che l’obiettivo era tornare competitivi, tornare sulla strada giusta per parlare della Scuderia in termini diversi dagli ultimi deludenti anni. 

Detto questo, alcuni episodi e valutazioni chiave in alcuni di questi dieci weekend fanno capire come ci sia un pezzo di strada da fare, se si vuole puntare al mondiale, e stavolta non si tratta di una questione puramente tecnica.

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