Non è un mistero che la Formula 1 stia discutendo da mesi il suo futuro. Il Patto della Concordia regola gli accordi commerciali tra team, F1, e Fia da cui vengono stabilita la ripartizione degli introiti finanziari. Normalmente l’accordo quadro definisce norme di governance tramite un documento condiviso, i cui aspetti restano per lo più riservati. Attualmente è ancora in vigore il settimo patto della Concordia siglato nel 2020, durante la drammatica epoca Covid. In quella occasione si stabilì rapidamente il tetto di spesa che doveva limitare il pericolo di fallimento dei piccoli team. Liberty Media, allora guidata da Chase Carey, mise in campo una straordinaria forza economica per la sopravvivenza del mondiale di F1, in collaborazione con team e Fia seppero trasformare un momento molto pericoloso
in una interessante opportunità. Nei decenni abbiamo visto via vai tra i costruttori ad eccezione della Ferrari, quando competere nella massima categoria del motorsport si trasformava in un buco nero finanziario, come insegnano Toyota e BMW.
Audi ha scelto di entrare completando l’acquisizione di conoscenze, facilities e personale ingegneristico tramite la storica Sauber. Il colosso tedesco ha già varato un impegno graduale e massiccio verso il 2026 e ha ingaggiato il pilota tedesco Hulkenberg in attesa di completare la line up dopo Monaco – se possibile – con Carlos Sainz. Red Bull ha preferito legarsi a Ford per rimanere padrona del suo destino e non cedere potere decisionale mentre sono in gioco gli accordi verso il 2030.
Tuttavia, mentre i colloqui sono in corso da tempo è chiaro che il prolungato botta e risposta tra Andretti – F1 non ha lasciato il mare calmo.
Mario Andretti alla NBC ha dichiarato che durante il weekend di Miami la questione sembra essere caduta in una faida addirittura personale con Greg Maffei, Ceo di Liberty Media. Colpa verosimilmente dell’audizione al congresso USA. Liberty e FOM non hanno commentato l’episodio ma certamente siamo lontani da segnali distensivi. D’altra parte siamo di fronte ad una contrapposizione tra americani molto difficile da spiegare all’opinione pubblica. Quel che è assodato è che nessuno digli attori vuole ridurre la propria fetta di torta. Comprensibile, ma i team sanno anche che Andretti porta un suo valore commerciale alle giuste condizioni, quindi non é una questione di essere contrari a prescindere all’ingresso di un’altra squadra, quanto stabilire il nuovo dazio, il cui ammontare futuro si dice possa aggirarsi non meno di 600/700 Milioni di dollari.
Andretti-Cadillac a sorpresa hanno appena ufficializzato che Pat Symonds si unirà al team americano con base a Silverstone nel 2025. Questa mossa cambia di nuovo la pressione sul circus, poiché in una possibile potenziale azione legale sarebbe ancora più difficile dimostrare che nel 2026 una vettura concepita con la super consulenza di chi conosce profondamente la F1 e i sui regolamenti risulti inadeguata. Quella di Andretti é stata una mossa estremamente audace, probabilmente preparata da tempo sia a livello politico che tattico. Potrebbe indurre il tavolo delle trattative a stringere il nuovo Patto più velocemente o a ritardarlo ancora? Di certo Pat Symonds è stata la figura tecnica più autorevole in seno alla FOM dopo Ross Brawn, potrebbe essere solo la prima di alcune mosse in programma che forse potrebbe aver colto di sorpresa tutti, anche i vertici di F1.