Vasseur: “Lavorerò sulle motivazioni ma ci vorrà del tempo per plasmare a modo mio la squadra”

27 Gen, 2023

L’era Vasseur è iniziata solamente da due settimane, tuttavia, solo pochi giorni prima dell’inizio del fine settimana conclusivo della passata stagione erano iniziati a circolare i primi insistenti rumors relativi ad un possibile approdo del manager francese a Maranello. La chiamata da parte di Ferrari l’ho ricevuta mentre stavo prendendo un caffè a casa. E’ arrivata dopo che erano già usciti i rumors e, tra l’altro, è stata una sensazione molto strana dover affrontare questa situazione proprio poco prima di Abu Dhabi.” ha affermato il 54enne francese. Una chiamata che sanciva il perfezionamento di un pre accordo siglato a settembre, alla fine della scorsa estate.

L’artefice del cambio al timone del team italiano è John Elkann, mai veramente in sintonia con Mattia Binotto, anche se una importante spinta è arrivata anche da un Benedetto Vigna ben contento dell’arrivo di un nome poco blasonato, che gli avrebbe garantito di poter prendere in mano più direttamente la Gestione Sportiva. “John lo conosco molto bene poichè ho avuto la fortuna di averlo come title sponsor (Alfa Romeo) quando ero in Sauber.” – ha fatto sapere il manager francese – Quotidianamente mi sento con John e Benedetto per discutere della situazione interna al team, che è una parte importante del progetto Ferrari. E’ molto importante fare in modo che loro siano al corrente di quanto succede e che ci sia tutto il supporto possibile verso la squadra”.

Vasseur: “In queste prime settimane ho voluto incontrare il maggior numero possibile di persone perché ogni team è basato sulle relazioni umane”.

La sua avventura è iniziata solamente il 9 gennaio scorso ma è arrivata già la sua prima decisione da team principal della Ferrari: “Prendere lezioni di italiano”. Lo ha detto sorridendo chiaramente, ma questo è sicuramente uno dei primi obiettivi personali dal manager francese. “Sono state giornate intense, iniziate piuttosto presto la mattina e finite piuttosto tardi la sera. Ho voluto incontrare il maggior numero possibili di persone perché ogni team è basato sulle relazioni umane”. Vasseur è entrato in GES in punta di piedi e anche nella lunga chiacchierata lo ha voluto ribadire. Ho avuto tanti incontri, alcuni singolarmente, perchè voglio conoscere tutti i membri del team. Da fuori l’impressione è sempre quella di una grande macchina, ma molto è basato sulle relazioni umane e questo è positivo”.

Il manager francese, seppur sia di estrazione tecnica essendo ingegnere, è più un gestore di uomini, un motivatore, rispetto al suo predecessore. Ci ha tenuto a sottolineare l’importanza di ciò sin dalle sue prime parole. Ci sono delle questioni tecniche sul tavolo da risolvere come l’affidabilità del motore, anche a livello di penalità, che devono essere sotto controllo. Ma c’è anche lo spirito e le relazioni del team. Per me lo spirito del gruppo deve essere qualcosa di cruciale. Una delle sfide più grandi per ogni team di F1, non solo Ferrari, è avere una buona collaborazione tra tutte le persone che lavorano in azienda. Il mio lavoro inizialmente sarà quello di assicurare che tutti spingano nella stessa direzione”.

Vasseur: “Ci vorrà del tempo per plasmare a modo mio la squadra.”

“La parte più difficile del mio lavoro, non importa se sei in Ferrari o in Sauber, è analizzare cosa non è andato bene.” ha subito chiarito il manager francese. “Tuttavia, anche quando sei già all’interno nel team è difficile capire cos’è andato sorto. Ora, io non sono certo colui che arriva e in due settimane pretende di sapere e dire cos’è andato storto in Ferrari. Come in molti hanno visto, posso dire che l’affidabilità è stato un problema, così come le perfomance a fine anno se paragonate agli altri”. Ma non basta. Serve andare oltre, “capire il perché sia successo questo” ha fatto sapere Vasseur. “Questa è la mia sfida: passo dopo passo proverò ad avere un’idea migliore della situazione”.

La Formula 1 è chiaramente uno degli sport dove gli effetti dei cambiamenti sono visibili solo nel medio e lungo termine. Lo ha confermato anche il nuovo team principal del team italiano. “E’ vero che da fuori, per chi non se ne intende, la F1 sembra piuttosto agile, però non è così. C’è bisogno di tempo“. Il manager francese è arrivato in una squadra costruita ad immagine e somiglianza di Mattia Binotto e con una vettura, la 2023 dal codice di progetto interno 675. Quando ingaggi qualcuno, gli fa un contratto di due anni ma questo vuol dire che lui arriverà dopo qualche mese (considerando il gardening) e inizierà a lavorare sulla vettura dell’anno successivo. L’impatto nel breve termine di qualcuno che si unisce al team è abbastanza basso. Solo in termini di ‘team spirit’ e motivazioni i cambiamenti possono mostrarsi più velocemente e questo è certamente uno dei miei compiti. Motivare, supportare e mettere le persone al posto giusto”.

Autori: Paolo D’Alessandro e Piergiuseppe Donadoni

Co autori: Giuliano Duchessa e Andrea Vergani

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