F1 Group: dopo l’incubo la performance è tornata positiva

Piergiuseppe Donadoni
8 Ago, 2021

F1 Group: dopo l’incubo la performance è tornata positiva

Dopo un 2020 da incubo nel 2021 il calendario di F1 è partito in maniera decente nonostante la cancellazione della gara inaugurale a Melbourne. Le entrate sono tornate regolari tuttavia i ricavi restano ancora lontani dal 2019.

Liberty Media, che controlla F1 Group, ieri ha diffuso i dati della 2′ trimestrale 2021 ovvero il periodo che va da aprile a giugno, dove si sono svolte 7 gare. E’ chiaro che la crescita esponenziale rispetto al 2020 è un fattore determinante ma non fa testo. L’anno scorso il campionato partì il 2 luglio, il bilancio di F1 Group era fermo a 0 gare.

Basti pensare che per lo stesso periodo, un anno fa, i ricavi furono appena 24 milioni $ contro i 501 milioni di questa stagione.

Più interessante fare un primo confronto con il 2019 tuttavia alcune azioni strategiche – come nuovi accordi di sponsorizzazione e quelli già pronti con alcuni organizzatori – dovranno concretizzarsi nei numeri. Succederà più avanti.

Va rilevato che a parità di gare anche se diverse (Imola e Portimao certamente avranno pagato una tassa irrisoria rispetto ai circa 20 Milioni $ del Canada e gli oltre 40 della Cina) sono stati inferiori di 119 milioni $.

Una cifra considerevole pensando che il target 2019 era stato in linea con le attese ma non era ancora vicino a soddisfare gli investitori, i quali nel 2016 avevano indicato obiettivi più importanti. Se questo fosse il risultato in un trimestre normale sarebbe molto deludente, in questo caso sembra più una ripartenza ben gestita. Ovviamente la pandemia ha limitato gli introiti derivanti da alcuni servizi come il paddock club che sono stati in parte compensati con l’aumento di licenze F1TV acquistate da nuovi utenti. Da evidenziare che quest’ultima voce è ora inserita nei ricavi primari.

La pandemia ha resettato tali attese e si è trasformata in opportunità.

Non va dimenticato che nel 2020 sono state intraprese azioni propedeutiche alla sopravvivenza dell’asset della categoria, ovvero dei team.

Liberty Media aveva molta liquidità, abbastanza per far fronte a un anno senza gare, questo aspetto gli ha permesso di non andare in sofferenza nelle trattative. Una parte fu utilizzata per continuare a garantire ai piccoli team di uscire dal baratro dei mancati guadagni degli eventi. Nel 2020 sono stati pagati il 100% dei premi fissi spettanti.

Qualunque team di F1 che non si chiami Ferrari, Mercedes o RedBull, senza gare sarebbe destinato a fallire. Dai conti di F1 Group emergono anche altri particolari. Nel 2019, quando ancora vigeva il vecchio patto della concordia, i team percepivano 48 milioni di $ fissi a Gran Premio contro i 44 milioni dal nuovo patto formulato nel 2020.

Va detto che l’introduzione del budget cap ha fatto si che i top team risparmiassero somme considerevoli, presumibilmente a vantaggio di una crescita relativa dei team minori, anche a livello di bonus. Lateralmente Liberty Media ora risparmia 4 milioni di $ a gara in pagamenti ai team, per un totale di 92 milioni su 23 gare, non sono pochi. Nel solo secondo trimestre il risparmio è stato quindi di 28 milioni.

La performance del bilancio appare ancora nettamente deficitaria rispetto al 2019 (-53% di utili dal core business) ma le basi poste nel 2020 sembrano buone. Costi sembrano poter rimanere % inferiori, spingendo sui ricavi quando la situazione internazionale si sarà completamente normalizzata.

E’ molto chiaro che lo sviluppo della Formula 1 post crisi, sta assumendo i caratteri di una vera e propria ristrutturazione silenziosa.

E’ stato chiamato Stefano Domenicali.

L’ex team principal della Ferrari il 1 gennaio ha preso il posto di Chase Carey con il compito di accompagnare F1 nella nuova era, implementare le sponsorizzazioni, gestire i contratti con nuovi e vecchi paesi ospitanti, nel lungo periodo coinvolgere nuovi costruttori rivedendo anzi semplificando i regolamenti sulle prossime Power Unit. Dopo l’uscita di Honda, che lascerà il know how sul motore 2022 alla stessa Redbull Powertrains, non sono un mistero i colloqui con Porsche e Audi per il 2025.

L’eventuale ingresso di altri costruttori sarebbe un’ottima notizia.

Domenicali sa che questo è l’aspetto indispensabile per vendere al meglio il prodotto, una categoria con 5 o 6 motoristi sarebbe un target interessante. Se questo succedesse porterebbe senza dubbio un maggiore interesse commerciale. Ma perché nessuno si stanchi di restare bisognerà sperare in una convergenza delle prestazioni in grado di offrire chance di ben figurare.

Alcune scelte di carattere sportivo-regolamentare stanno facendo discutere.

Nella dichiarazione della trimestrale così il Ceo di F1 Domenicali:

Formula 1 sta vivendo una stagione incredibile e il dramma in pista sta risuonando tra i fan di tutto il mondo. La battaglia per il campionato è intensa e molto serrata, evocando ricordi di alcune delle più grandi rivalità del passato di questo sport. Stiamo vedendo un numero crescente di fans seguire da casa ed è bello vedere il pubblico tornare alle gare, con una folla tutto esaurito a Silverstone di 356.000 durante il fine settimana che segna uno dei più grandi eventi per i fan al mondo dopo il COVID. Siamo rimasti molto soddisfatti del primo evento Sprint Race e non vediamo l’ora che arrivi il prossimo a Monza, e continuiamo a dimostrare, nonostante le sfide presentate dalla pandemia, che possiamo adattarci e trovare soluzioni per il resto della stagione”

Ovviamente una voce essenziale dei ricavi deriva dal numero di eventi possibili. La cosa che ci sembra positiva è aver abbandonato, almeno per ora, un aumento dei GP.

Si era parlato di 25 gare, per fortuna non sarà cosi.

Di contro si è sviluppata l’idea di inserire le Sprint Race. La gara sprint ha un vantaggio enorme a livello economico, si effettua nello stesso weekend di calendario. Banalmente rappresenta una ottimizzazione di costi e della logistica non indifferente. Allo stesso tempo un prodotto in più che migliora l’appeal dell’offerta.

Qualcosa che si sta sperimentando quest’anno con tre eventi. Si può essere entusiasti o critici, certamente il formato presenta alcuni lati negativi difficili da risolvere con aggiustamenti. Riprovandolo si potrà capire se terrà, quando non sarà più semplicemente la novità del momento.

E’ giusto pensare a dei correttivi purché l’evento principale rimanga il GP con una efficace valorizzazione del venerdì.

La sprint race è un chiaro tentativo di incrementare il valore dei diritti di uno show, proporre la F1 a chi non conosce o non è fortemente legato alle tradizioni, certamente parliamo di un potenziale grande pubblico a cui rivolgersi, che esiste. Musica per le orecchie degli azionisti.

F1 è stata acquistata da Liberty Media per 8 miliardi di $.

La legge del profitto è uguale per tutti, gli investitori vogliono raggiungere gli obiettivi che un tale acquisto impone. Se la Formula 1 è sopravvissuta dopo 70 anni al disastro 2020 è stato sì per la solidità garantita da Liberty Media ai team, ma allo stesso modo anche per la profonda tradizione di chi la segue o di chi ha lasciato in eredità la propria passione che non va dimenticata alla esclusiva ricerca di maggiori ricavi.

E’ difficile trovare una una realtà che abbia la capacità di generare introiti come la F1. Forse si potrebbero attendere le nuove monoposto 2022 in pista e i piloti, sulla carta, messi maggiormente al centro dalla semplificazione tecnica, piuttosto che aggredire un pubblico diverso, non fidelizzato, il quale potrebbe amare le novità ma che non si sa quanto possa amare le corse.

autore: Giuliano Duchessa

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