Max Verstappen vince il Gp d’Ungheria, la dodicesima vittoria di fila per la Red Bull – mai successo nella storia della Formula 1 – e la settima consecutiva per il pilota olandese: sul podio lo raggiungono Lando Norris e Sergio Perez, partito nono dopo una qualifica difficile. McLaden si conferma seconda forza dopo le ottime prestazioni di Spielberg e Silverstone, con Mercedes qualche decimo più lenta delle MCL60. Ferrari sprofonda ancora dopo Silverstone, terminando in settima e ottava posizione da quarta forza, complice anche un pit stop lento per Charles Leclerc – davanti al compagno dopo l’undercut per restituirgli la posizione sul compagno, nonostante un errore di ‘speeding’ all’ingresso. Disastro Alfa Romeo dopo la superlativa qualifica di ieri: in partenza Guanyu Zhou non è partito bene, compromettendo anche la gara del compagno di scuderia.
GP Ungheria: McLaren e poi Mercedes dietro a Red Bull, Hamilton paga la partenza e i problemi di raffreddamento
In partenza Verstappen è scattato meglio di Lewis Hamilton, sorpassando il rivale in curva uno con una manovra aggressiva che ha poi fatto perdere altre due posizioni al pilota della Mercedes. Oscar Piastri ha guadagnato due posizioni al primo giro, una su Hamilton e l’altra sul suo compagno di scuderia grazie a un’ottima partenza dell’australiano – non una novità per il numero 87. Dopo una gran qualifica nella giornata di ieri, Guanyu Zhou ha sbagliato completamente la partenza perdendo diverse posizioni prima di curva uno, per poi frenare troppo tardi tamponando Ricciardo, causando un incidente tra le due Alpine e costringendo la scuderia francese al terzo doppio ritiro della stagione.
Max Verstappen ha iniziato a dettare il passo davanti alla coppia della McLaren: inizialmente il vantaggio del due volte campione del mondo su Piastri si aggira intorno ai 3/4 decimi al giro, con un passo piuttosto lento da parte di tutti a causa di alcune preoccupazioni sul raffreddamento delle vetture, con Norris, Hamilton e Leclerc piuttosto vicini. Dopo una decina di giri Sainz ha iniziato a pagare il degrado maggiore sulla mescole soft su cui è partito, ma la strategia è stata positiva e ha permesso allo spagnolo di guadagnare cinque posizioni. Il primo stint della Ferrari numero 55 è durato 16 giri, prima di montare gomma bianca.
Dal sedicesimo giro è iniziato il primo giro di soste: tutti i piloti hanno scelto la mescola C3, e immediatamente Hamilton si è lamentato del comportamento della W14 sulla gomma bianca, dall’altra parte Norris ha sorpassato il compagno grazie all’undercut, mentre un pit stop lento a causa di una pistola difettosa sulla vettura di Leclerc ha relegato il monegasco alle spalle di Sainz e Sergio Perez. La gara di Aston Martin è stata piuttosto solitaria, dietro il gruppo di McLaren, Mercedes e Ferrari ma molto davanti agli altri nel ‘midfield’, come Alfa Romeo.
Il secondo stint della gara ha visto Verstappen e Perez dettare un passo insostenibile per il resto della griglia: dietro di loro le McLaren e le Mercedes hanno mostrato un passo simile, con Hamilton che ha iniziato a chiudere il distacco da Oscar Piastri dopo alcuni problemi di raffreddamento alla Power Unit, mentre le Ferrari hanno perso molto tempo nei primi giri dello stint per poi adattarsi al passo delle vetture davanti. La seconda sosta per tutti è arrivata intorno al giro 44, prima di tutto per Piastri, Perez e Leclerc, seguiti da Sainz e Norris: pochi giri dopo Perez si è preso la posizione su Piastri nonostante la feroce difesa del debuttante australiano, che ha poi perso la posizione su Hamilton dovendo gestire il degrado sulla gomma media che si era molto ben comportata nella prima parte di gara sulla MCL60. Un grande ultimo stint da parte di George Russell ha permesso al pilota inglese di passare con facilità Carlos Sainz, e poi scendere sotto i 5 secondi da Charles Leclerc – in penalità per l’errore all’ingresso della pit lane in occasione della seconda sosta.
In coda alla griglia si confermano Williams, Alfa Romeo, Alpha Tauri e Haas, diverse spanne dietro al gruppone che si contende le posizioni dalla seconda alla 12esima posizione: le vetture di questi team hanno molto meno carico aerodinamico dei rivali e specialmente su una pista come quella ungherese fanno fatica a mantenere il passo degli altri.
Autore: Andrea Vergani