Lo sviluppo della Red Bull RB19 è andato verso lo stile di guida di Verstappen

Paolo D’Alessandro
26 Set, 2023

L’occasione di poter battere la Red Bull è durata una sola gara, quella di Singapore, con Verstappen che ha voluto, sin dal suo primo giro del fine settimana giapponese, lanciare un fortissimo segnale. “Mercoledì ho giocato a paddle con Max ed era davvero entusiasta. Mi ha detto che avrebbe voluto vincere la gara di Suzuka con 20 secondi di vantaggio”, ha affermato Christian Horner nel post gara. “E in tutta onestà, è arrivato solamente a 7 decimi da quell’obiettivo”. Ne è quindi uscito un weekend più ‘normale’, in linea con quanto visto sino a Singapore, quindi più veritiero e dove il campione del mondo olandese si è fortemente avvicinato al suo terzo titolo iridato, dominando qualifiche e gara, mentre Sergio Perez ha confermato ancora una volta le sue grosse difficoltà a guidare soprattutto nel veloce l’ultima creatura di Adrian Newey.

Suzuka circuito ideale per esaltare l’equilibrio della RB19, Verstappen ha lanciato un segnale!

Il bel circuito giapponese richiede una vettura piuttosto completa, quindi molto efficiente per via dei diversi allunghi, soprattutto a DRS chiuso, ma che riesca a generare anche tanto carico aerodinamico per poter affrontare le curve ad alta velocità che dominano soprattutto il primo settore, senza dimenticare poi le curve lente e di media velocità presenti nella seconda e ultima parte di pista. Il giusto grip aeromeccanico era poi fondamentale in gara per poter gestire al meglio il degrado delle Pirelli 2023 che si è rivelato molto importante, nonostante il costruttore italo cinese abbia portato in Giappone mescole di pneumatici piuttosto dure (C1-C2-C3). La strategia del team campione del mondo Costruttori, insieme a Ferrari, non era la più veloce, con due set di Media ed uno solo di Hard, ma la superiorità della RB19 ha permesso di gestire al meglio gli stint con la mescola centrale delle tre, contenendo il degrado e controllando il ritmo, occupandosi solo di tenere le due McLaren a distanza di sicurezza per eventuali undercut.

Red Bull

Tutto il team, ed in particolare Max Verstappen, sono arrivati a Suzuka per lanciare un forte messaggio alla concorrenza e a chi aveva affermato che il KO di Singapore fosse dipeso dalle nuove direttive introdotte proprio nel paese asiatico e che, come accaduto un anno fa alla Ferrari F1-75, avrebbero azzoppato la RB19. I dubbi delle altre scuderie, dopo quanto successo a Singapore erano certamente leciti, ma come disse subito Toto Wolff “anche noi abbiamo avuto problemi con vetture dominanti, e non abbiamo ancora capito perché. Scommetto che nemmeno loro lo sanno”, aspettandosi un ritorno della Red Bull nell’immediato. Mentre il team di Milton Keynes ha attribuito quel disastro ad un insieme di tanti piccoli fattori, era parso subito strano e tecnicamente molto improbabile che le due direttive tecniche avessero fatto perdere oltre un secondo ad una vettura, fin lì, praticamente perfetta. Alcuni addetti ai lavori, sbilanciandosi sul quanto potesse valere cronometricamente parlando la TD018, avevano indicato una perdita stimata di 1 decimo, massimo 1 decimo e mezzo. Un valore certamente trascurabile per il vantaggio che ha avuto in pista mediamente il binomio RB19 – Verstappen, anche se mai totalmente mostrato. C’erano meno certezze per quanto riguardava invece la TD039 fortificata, anche se un tecnico che avevamo interpellato a riguardo ci aveva sin da subito smorzato le attese.

Il fondo della Red Bull RB19 del Monaco GP

Verstappen ha voluto fare il cannibale, non solo vincendo ma dominando l’intero weekend e, secondo i competitors, rivelando anche il vero potenziale della RB19 per cancellare qualsiasi dubbio riguardante possibili perdite dovute alle direttive. Mclaren è stata cosi staccata di 20 secondi, addirittura tra i 40 e i 50 secondi per Ferrari e Mercedes. Da un punto di vista tecnico, rimangono comunque le voci che vogliono una Red Bull limitata dalle due nuove DT, ma in maniera trascurabile rispetto al vantaggio accumulato in questa prima stagione e mezza di nuovi regolamenti, tuttavia, Mercedes e Aston Martin sarebbero state maggiormente colpite.

La RB19 di Verstappen e Perez è la stessa, ma Red Bull l’ha sviluppata per lo stile di guida del campione del mondo

Ciò che continua a sorprendere è il distacco che Max Verstappen rifila costantemente al compagno di squadra Sergio Perez. Un pilota messicano che ha vissuto un nuovo fine settimana di difficoltà e di prestazioni imbarazzanti se confrontate con quelle dell’olandese. Senza dimenticare alcuni episodi negativi, come il contatto in partenza dopo essere stato sopravanzato da chi è partito vicino a lui, finendo chiuso in una morsa tra Ferrari e Mercedes, che ha provocato la rottura dell’ala anteriore e un pit anticipato, al quale si è aggiunta una infrazione delle regole, superando piloti in regime di Safety Car dopo l’uscita dai box. Ma è il passo gara che ha lasciato fortemente perplessi, mai a livello non solo di Max, ma anche di McLaren, Ferrari e nemmeno Mercedes. A tutto ciò si è aggiunto un secondo contatto in pista, con Magnussen, che ha portato ad un nuovo danneggiamento dell’ala anteriore e ad una ulteriore penalità. E’ stato poi rimesso in pista, verso fine gara, dopo l’iniziale ritiro, per scontare la penalità e costando a Lando Norris più di 5 secondi. Alla ripartenza della Virtual Safety Car, il pilota McLaren si è ritrovato la RB19 del messicano in traiettoria, e nel dubbio che potesse prendere penalità, Mclaren ha chiesto alla FIA se potesse procedere al sorpasso, ma questo gli ha fatto perdere molto terreno (5 secondi) dall’ormai tre volte campione del mondo.

L’ultima evoluzione del fondo Red Bull introdotto a Singapore e utilizzato a Suzuka – illustrazione di Rosario Giuliana

La Red Bull non ha comunque aiutato il pilota messicano con lo sviluppo della RB19. Senza chiaramente mettere in dubbio la qualità del materiale a disposizione di Perez, per la gran parte delle gare della stessa specifica di Verstappen, la differenza sta nel pilota e nel suo team. E’ risaputo che Red Bull prediliga una gestione della squadra a singola punta. Max Verstappen ha quindi certamente a disposizione il miglior team, anche inteso come qualità delle figure che lo compongono, e soprattutto gli viene tenuto un certo riguardo per quanto riguarda lo sviluppo dell’auto. In modo similare a quanto accade in Ferrari con Leclerc e Sainz, il messicano predilige una vettura maggiormente sottosterzante, mentre Verstappen vuole un anteriore preciso come Leclerc. La RB19 è nata con un posteriore più forte dell’anteriore, e ad inizio stagione l’olandese se ne lamentava ‘molto’. Come nella passata stagione, Adrian Newey e i suoi uomini sono intervenuti grazie allo sviluppo programmato, prediligendo lo stile di guida del loro pilota di punta. La RB19 glielo concedeva, al contrario della Ferrari SF-23 che ha limiti ancora troppo importanti.

Red Bull

La Red Bull RB19 nella pitlane di Suzuka

Durante la stagione, le modifiche a livello aerodinamico hanno spostato più in avanti il centro di pressione, rendendo più solido l’anteriore. Non è un caso che con il passare delle gare abbiamo visto una RB19 caricarsi con le ali sempre più al posteriore rispetto all’inizio di stagione. Un qualcosa che non è successo invece a Suzuka, essendo quest’ultimo un circuito limitato anteriormente e dove era più importante proteggere l’asse anteriore che quello posteriore e dove, anche grazie allo sviluppo in-season, Max Verstappen è riuscito a creare ancor di più il vuoto, non solo rispetto alla concorrenza ma anche e soprattutto rispetto al proprio compagno di squadra. Gap incredibile soprattutto nelle parti veloci della pista di Suzuka, come praticamente tutte le curve che compongono il primo settore, dove Verstappen, per il suo stile di guida, è riuscito perfettamente ad adattarsi ad una RB19 maggiormente ‘sovrasterzante’ a causa della direzione di sviluppo intrapresa e per le caratteristiche tecniche del circuito giapponese.

Autori: Piergiuseppe Donadoni & Paolo D’Alessandro

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