Red Bull domina, Ferrari in ritardo e l’ibrido mette KO Leclerc

Paolo D’Alessandro
06/03/2023

Nella prima gara stagionale la Red Bull ha sfoderato una prestazione brillante, in linea con le più rosee previsioni. Dopo i test ci si aspettava una importante superiorità, nessuna auto è stata in grado di impensierire il dominio in gara di Verstappen che ha potuto comodamente gestire in ogni fase della gara. A completare il successo inaugurale il secondo posto di Perez. Nonostante il jolly usato da Leclerc al via – tramite le gomme soft nuove che Ferrari ha conservato nella giornata di sabato – concedere la posizione al messicano era solo una questione di tempo. Il ritmo delle auto del team campione in carica hanno semplicemente annichilito la concorrenza per via di un degrado inesistente sulle posteriori e un perfetto bilanciamento.

Red Bull in azione in Bahrain.

La Ferrari ha avuto il temuto degrado termico sulle posteriori, qualcosa peraltro atteso dai tecnici, i quali tramite le dichiarazioni di ogni membro del team di Maranello avevano messo le mani avanti già prima della gara. Tuttavia il passo della Ferrari è stato peggiore rispetto alle attese. La SF-23 ha guadagnato in efficienza e potenza ma da quel che si è visto in pista – almeno nella prima tappa – ha perso troppo carico. La prima uscita della vettura non ha rispettato le simulazioni, sono attesi importanti correttivi in termini di parti nuove ma anche comprensione.

Fondamentalmente, al contrario di quanto si vede sulla RB19 e sulla AMR23, la Rossa scivola troppo in appoggio laterale alle medie velocità. Il che costringe i piloti a forzare in altre fasi di utilizzo, scaldando le posteriori e producendo degrado termico. Le gomme soft, sia in qualifica che al via della gara, avevano mascherato grazie all’extra grip – almeno con Leclerc – tale deficit.

Affidabilità e consistenza un grande enigma dopo Sakhir

È presto per dare il campionato già compromesso, tuttavia se il gap con le Red Bull in qualifica è apparso accettabile, tale da poter suggerire una lotta concreta, in gara il discorso è stato molto diverso confermando le paure della vigilia. Leclerc ha accusato 6 decimi di distacco medio, ancora peggio Sainz con 9 decimi. Lo spagnolo ha lottato più con le Mercedes che con Alonso se valutiamo il ritmo di gara. Certamente le grandi deluse sono Ferrari e il team di Toto Wolff. Quest’ultimo alla luce della prestazione straordinaria dell’Aston Martin ha già dichiarato peraltro che il concetto della vettura dovrà essere rivisto. A parità di motore, sospensioni e altre parti significative fornite ai clienti hanno mostrato che la filosofa zeropods non può essere vincente.

Tornando alla Ferrari, che è certamente la grande sconfitta dell’esordio stagionale, Fred Vasseur ha parlato dopo la gara di avere “quadro più completo su dove bisogna intervenire per migliorare le prestazioni” e di “allarme affidabilità come priorità, perché non accada più”.

Ferrari in azione in Bahrain.

Contrariamente a quanto dichiarato a caldo nel sospettare l’ICE (motore endotermico) come causa del ritiro del monegasco, quando l’auto di Leclerc è stata smontata e verificata il guasto è stato riscontrato nel gruppo ERS-pacco batterie. Queste due unità non saranno recuperabili. Probabilmente la sostituzione della centralina e della ES (energy store) prima del via non ha prevenuto al 100% i problemi. In effetti un guasto che non si è verificato è stato anomalo, qualcosa che non avrebbe a che fare con i diversi episodi di cedimento del 2022.

Parlano di prestazione, la SF-23 ha eseguito un passo molto simile alla F1-75, non confermando le simulazioni che la vedevano a 4 decimi/giro dalla Red Bull. Troppo poco per impensierire Perez, per non parlare di Verstappen. C’è da analizzare in profondità e capire i motivi di una perdita di prestazione legata come detto a una mancanza significativa di carico, persino più visibile sulle gomme dure. La consistenza di Red Bull e in una importante misura anche della Aston con Alonso deve far pensare l’ufficio tecnico che sarà già costretto ad accelerare lo sviluppo per difendersi e reagire in maniera appropriata. È possibile incrementare il carico della vettura tramite nuove parti e maggiore comprensione, purché il potenziale della SF-23 sia a portata di mano.

Ferrari in azione in Bahrain.

Non ultimo, c’è da abbattere il saltellamento visto nei test e gestito nel primo weekend. Un problema ancora presente e che sta constringendo gli ingegneri a compromessi scomodi in termini di setup (più rigidi) e altezze da terra. I piloti non possono essere aggressivi con tale limitazione e che costa facilmente decimi pesanti specie in gara.

Jeddah è la prossima tappa; circuito dove l’efficienza ha un suo peso ma potrebbe fornire risposte solo relative al problema, aiutando però la Ferrari a rialzars. Per avere un quadro davvero completo sull’indirizzo della stagione e delle capacità della Ferrari di ribaltare la sua condizione tecnica di netto svantaggio bisognerà attendere 4 forse 5 gare. A patto però che l’affidabilità non resti ancora un tema irrisolto.

Autore: Giuliano Duchessa

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