UFFICIALE: Respinta la protesta Aston Martin contro Sainz

Paolo D’Alessandro
20 Apr, 2024

Subito dopo le Qualifiche, la FIA ha diramato una nota in cui si annunciava che Aston Martin aveva fatto protesta contro il risultato della sessione facendo riferimento all’articolo 39.6 del regolamento sportivo 2024. L’articolo in questione riferisce che “Qualsiasi pilota la cui vettura si fermi in pista durante una sessione di qualifica non avrà il permesso di proseguire oltre nella sessione”. Chiaro dunque il riferimento alla situazione che ha visto coinvolto Carlos Sainz durante la Q2 quando lo spagnolo ha perso il controllo della sua Ferrari SF-24 all’uscita dell’ultima curva, impattando contro le barriere. I commissari hanno sentito le motivazione dell’Aston Martin ed anche quelle della Ferrari, convocata per un’udienza, ai quali hanno presenziato anche rappresentati di altri team e Nikolas Tombazis.

La FIA prende come esempio discussioni ed esempio del passato. Il regolamento verrà aggiornato

Nel documento emanato dalla FIA si specifica i fatti oggettivi e il ragionamento che ha portato poi alla respinta della protesta presentata dal team di Mike Krack nei confronto della Scuderia di Maranello. Indubbiamente la vettura numero 55 ha perso il controllo ed ha impattato contro le barriere sul rettilineo principale. La Ferrari SF-24 dello spagnolo è rimasta ferma in pista con il messaggio della Race Control “Car 55(SAI) stopped on start/finish straight” visionato anche dai team. La bandiera rossa è stata emanata in conseguenza a quanto successo, ma Sainz è riuscito a ripartire senza nessuna assistenza esterna e gli è stato poi permesso di continuare la sessione. La protesta dell’Aston Martin verteva sulla questione che la vettura numero 55 si sia effettivamente fermata in pista, ma la FIA ha replicato con regolamenti ed esempi alla mano.

Appurato che nel regolamento viene riportato che una vettura ferma in pista non possa essere riammessa alla sessione, è altresì chiaro, prendendo esempi del passato, che quanto successo oggi non è una situazione rappresentativa in cui utilizzare questa regola. La FIA ha spiegato che finché una vettura è capace, senza aiuti, e in un lasso ragionevole di tempo di riprendere parte alla sessione, questa potrà essere riammessa alla Qualifica. Il problema verte dunque su cosa viene considerato come ‘tempo ragionevole’ ma è una questione che nemmeno in passato ha visto i team trovare una decisione che mettesse tutti d’accordo. Per la FIA la questione cruciale è relativa all’assenza di assistenza nel ritorno in pista del pilota. La FIA ha preso come riferimento un avvenimento successo con Alexander Albon, in Canada, nel 2022 che dopo essere rimasto fermo per circa 40 secondi è riuscito a ripartire ed ha preso regolarmente parte al resto della sessione. In quel caso nessun team ha protestato quanto successo.

Aston Martin ha preso visione di questi esempi e ascoltato la spiegazione della FIA ed ha accettato quanto è stato spiegato dalla Direzione Gara, nonostante ritenessero il tempo di 1 minuto e 17 secondi impiegato da Sainz per ripartire, eccessivo. La FIA però ritiene che, non trovando gli stessi team un accordo su quale lasso di tempo si accettabile o meno, non fosse sufficiente come motivazione a procedere con una penalizzazione, dando priorità ad altri aspetti di quella regola. In un altro esempio mostrato dai commissari è stata fatta visionare una F1 Commission Meeting di SPA 2023 dove si è discusso dell’articolo 39.6 con le persone responsabili presenti che avevano convenuto di aggiungere la dicitura ‘assistenza esterna’ all’articolo. Questo però non è stato più aggiunto al regolamento corrente, nonostante si fosse raggiunto una sorta di accordo nel corso di quella discussione che era in linea con l’atteggiamento tenuto dalla Race Control nelle situazioni di questo tipo. Giudicando così anche cosa successo in passato e le decisioni prese in situazioni simili, la FIA ha sancito che non sussistono le basi per penalizzare quanto successo con Carlos Sainz e la Scuderia Ferrari durante la Qualifica, respingendo dunque la protesta dell’Aston Martin.

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