Malumori Ferrari: l’attuale struttura è molto fragile

Piergiuseppe Donadoni
13 Mar, 2023

La Ferrari è la Scuderia di Formula 1 per eccellenza, quindi anche quella che deve subire le maggiori pressioni, che esse provengano direttamente dall’interno o da ambienti esterni. Qualsiasi risultato che non sia la vittoria viene sempre accolto con insoddisfazione. Questa è la sua storia. Non è un caso che l’avvio insoddisfacente del mondiale 2023, con un ritiro e un quarto posto a anni luce da entrambe le Red Bull, hanno acceso le critiche nei confronti della squadra di Maranello. D’altronde il nuovo Team Principal, Frédéric Vasseur, aveva posto per questa stagione degli obiettivi molto importanti ossia “vincere entrambi i titoli”. Lo aveva dichiarato alla presentazione della SF-23. Chiaro che fosse una frase scontata, un qualcosa di normale dopo una stagione di tante pole position e dove si è arrivati secondi nel Costruttori. Tuttavia, la pista è poi trasparente e attira subito critiche se quanto dichiarato non corrisponde alla realtà. Lo sa bene Vigna dopo quell’ormai famosa frase “La SF-23 sarà la macchina che non avrà precedenti in termini di velocità“, dopo aver saputo dai propri tecnici delle eccellenti doti velocistiche mostrate al Simulatore della vettura 2023. Tuttavia, difficile aspettarsi una Ferrari campione del mondo quest’anno, dopo una prima gara corsa con un ritmo più lento di quasi un secondo al giro rispetto alla RB19. Soprattutto perché a Maranello stanno emergendo dei problemi, in parte attesi, altri certamente inaspettati.

Ferrari: ad aprile Sanchez avrebbe dovuto indicare ai vari reparti le linee guida della Ferrari 2024

L’inizio di stagione è stato molto deludente, anche se Vasseur ha provato a trovare anche aspetti positivi. “Adesso abbiamo una visione più chiara della situazione. Sappiamo dove intervenire”. Per provare a tenere unita la squadra, il manager francese ha organizzato una giornata a Maranello con i piloti e tutto il team, come ben testimoniato (non a caso) dalle foto pubblicate sui social dalla Ferrari. Un’occasione anche per salutare David Sanchez, ormai ex Head of Vehicle Concept, che da poco ha dato le sue dimissioni e sta trattando i dettagli di uscita con la Scuderia, per poi firmare con Mclaren. Una mossa dal riscontro roboante ma che non deve sorprendere granchè, viste le tante richieste in mano all’aerodinamico franco spagnolo. Dopo l’addio di Binotto, c’erano concrete possibilità che alcune figure tecniche chiave della sua gestione potessero lasciare. Sanchez era uno di questi, uno dei suoi uomini di fiducia. Perdere l’Head of Vehicle Concept significa perdere la persona che decideva in che direzione tecnica andare con lo sviluppo di una determinata vettura. Insomma quella figura che tra circa un mese, avrebbe dovuto indicare ai vari reparti le linee guida della Ferrari 2024. Un addio che non è un siluramento, tanto che Ferrari non sembrerebbe avere un sostituto (esterno) pronto.

Un ‘rimpasto’ tecnico più a immagine e somiglianza di Vasseur era atteso. Tuttavia, il passaggio di consegne tra Mattia Binotto e Frédéric Vasseur, per volontà del francese, è stato molto soft, volendo contare anche sugli uomini scelti da Binotto. I due sono stati visti chiacchierare vicino ai cancelli della GeS nei giorni della presentazione della SF-23. L’ingegnere italo-svizzero aveva degli impegni personali con l’azienda per cui ha lavorato oltre 20 anni, ma non si è rifiutato di scambiare quattro parole con chi ora siede al suo posto. I contatti tra i due però non si sono fermati lì, anzi. Vasseur e Binotto si sentono più spesso di quanto si potesse pensare, con l’ex Alfa Romeo che beneficia della disponibilità dell’ex TP per un parere e una visione più approfondita di quelli che sono i suoi piani in vista di questa riorganizzazione che proprio lo stesso Binotto ha costruito dal suo insediamento, dal 2019, fino all’ultima gara di Abu Dhabi nel 2022. 

Ferrari: ecco perchè Mekies vorrebbe andarsene 

Gli addii però non dobbiamo aspettarci che si fermino alla perdita di Sanchez, visto che anche Laurent Mekies avrebbe almeno manifestato la volontà di lasciare la Scuderia. Per ora, non arrivano queste conferme per quanto riguarda Cardile, seppur a breve andrà in scadenza, e anche per il reparto motori, che sembrerebbe essere quello più tranquillo. Il francese, ex Fia, avrebbe offerte da Alpine, Liberty Media e Fia stessa, ma il contratto con Ferrari sarebbe piuttosto complicato da rompere, se non pagando un’importante penale. Con Vasseur che vorrebbe tenerlo, i malumori di Mekies nascono dalla presenza di Vigna, divenuta ora molto ingombrante rispetto alla precedente gestione. Che la scelta di Vasseur andasse a genio soprattutto all’attuale AD Ferrari, lo abbiamo già scritto nei mesi scorsi. Elkann non era convinto (avrebbe voluto un personaggio di più spicco), Vigna si e lo ha convinto. Il manager italiano si è preso così facilmente in mano la GES, grazie ad una figura poco scomoda come Vasseur, lasciandogli realmente solo lo spazio da direttore sportivo. Tuttavia, i piani non erano esattamente questi. Decisioni che si ripercuotono anche su Mekies e le altre figure di primo livello del team, con il tecnico francese che vorrebbe a che fare con Vasseur e non con Vigna, similmente a quando c’era Binotto. Tuttavia, i ‘poteri’ di gestione della GES sono stati presi in mano dal manager italiano e non è un caso che quest’ultimo abbia spinto molto per l’addio del motorista italo svizzero, con cui Vasseur si sente spesso, un qualcosa di non pienamente apprezzato dall’attuale AD. Ma se non vorrà arrivare a comandarsi da solo, vista anche l’insoddisfazione già manifestata da parte di Vasseur, dovrà certamente fare dei passi indietro. Mentre Elkann, che aveva dato carta bianca a Vigna (per questo non lo si è più visto), dovrà scendere in campo direttamente, rimettendo le cose al suo posto e ritracciando i perimetri di competenza.  

Senza dimenticare il capitolo Leclerc. Un pilota in scadenza nel 2024 e che vorrebbe vincere il prima possibile un mondiale ma che ora è comprensibilmente molto preoccupato. Quelle importanti garanzie ricevute da Elkann lo scorso autunno, con cui spesso parla, si sono azzerate dopo poche settimane dall’inizio del mondiale 2023. Dopo aver messo in pista una vettura che non ha mostrato il potenziale visto in fabbrica, e che dta portando alla solita caccia al colpevole, peggiorando la qualità dell’ambiente interno. Soprattutto se chi sta nei piani alti, chi dovrebbe dirigere e smorzare i malumori interni, è anch’esso vittima di malumori e di problemi da risolvere. Con le prime problematiche in pista che hanno cosi messo in luce tutta la fragilità dell’attuale struttura Ferrari  che invece doveva cementificarsi sempre più di settimana in settimana. 

Autore: Piergiuseppe Donadoni

Co Autori: Paolo D’Alessandro e Giuliano Duchessa

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